48.

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Odio trovarmi nella posizione in cui sono. Odio trovarmi in due clan di spacciatori. Ma soprattutto odio essere usata come merce di scambio, come un giocattolo.

Passo la tessera e spingo il tornello dell'uscita dalla metropolitana.

Il cielo è grigio e piatto, e c'è da dire che siamo anche a metà aprile... non ci dovrebbe essere il sole, uccellini, amore nell'aria, venticelli profumati e tanta gioia? Eh no, qua a Chicago no.

Butto il mozzicone per terra ed entro con il mio stupendo ritardo a lezione di filosofia.

<<Reed,hai il permesso del preside?>>

<<Ehm no, non era nel suo ufficio, è per questo che sono così in ritardo>>

<<Farò finta di crederci, fila a sederti da qualsiasi parte e stai buona>>

Inutile dirlo che mi fiondo subito vicino a Traci.

<<Che fine avevi fatto?>> sussurra inclinando la testa verso di me.

<<Mi sono addormentata sulla panchina della metro>>

<<Che cosa?!>>

<<Ero ancora così fatta stamattina, che sono crollata>> scoppiamo a ridere rumorosamente.

<<Reed, non incominciare subito, sei entrata neanche da cinque minuti!>>

Roteo gli occhi al cielo e mi appoggio allo schienale della sedia: <<Zack è a scuola?>>

Traci annuisce tenendo gli occhi fissi sulla lavagna.

<<E come sta? Cioè, l'hai visto strano o bene?>>

<<Ti preoccupi per lui? O mio dio ti piace?>> ed ecco che si volta di nuovo verso di me.

<<No, ma sei scema?! Volevo solo accertarmi che non si sia fatto una dose>> scarabocchio nervosamente il banco.

<<Possibile che sei attratta da chi di fa del male? Sarai mica masochista?>>

<<Si adoro essere appesa  ad una corda con delle manette e frustata, mentre godo rumorosamente stringendo tra i denti la museruola di cuoio nero>>

Mi guarda un attimo in silenzio e poi scoppia  a ridere tappandosi questa volta la bocca: <<Comunque tranquilla, aveva le pupille normali, niente tic ne tremolii>>

Qualcuno bussa alla porta e il prof blocca la spiegazione per sbuffare un "avanti" direi poco cordiale.

<<Scusi Mr, ma il preside vuole vedere subito Avril Reed>> 

<<Che cosa ho combinato sta volta?>> sospiro guardando il cielo.

<<Vorrai dire che cosa non hai ancora combinato sta volta>> commenta il prof <<Su, prendi le tue cose e vai dal preside>>


La tentazione di accendermi una sigaretta in questo momento devo dire che è molto alta, ma mi trattengo, ci vuole solo dover pagare una multa perché ho fumato.

La porta si spalanca e compare il preside: devo dire un bell'uomo, sulla cinquantina, ben vestito, ma con un altezzosità molto odiosa. Cazzo, si trova in un liceo di periferia, non nella scuola di Beverly Hills a Los Angeles.

Mi siedo e appoggio lo zaino ai miei piedi.

<<Cos'ho fatto?>> chiedo prima che l'uomo si sia seduto.

<<Nulla, stavolta nulla>> si sistema la giacca << ma voglio solo metterti a conoscenza della tua situazione scolastica>>

<<Guardi che la conosco già>> incrocio le braccia al petto.

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora