Odio trovarmi nella posizione in cui sono. Odio trovarmi in due clan di spacciatori. Ma soprattutto odio essere usata come merce di scambio, come un giocattolo.
Passo la tessera e spingo il tornello dell'uscita dalla metropolitana.
Il cielo è grigio e piatto, e c'è da dire che siamo anche a metà aprile... non ci dovrebbe essere il sole, uccellini, amore nell'aria, venticelli profumati e tanta gioia? Eh no, qua a Chicago no.
Butto il mozzicone per terra ed entro con il mio stupendo ritardo a lezione di filosofia.
<<Reed,hai il permesso del preside?>>
<<Ehm no, non era nel suo ufficio, è per questo che sono così in ritardo>>
<<Farò finta di crederci, fila a sederti da qualsiasi parte e stai buona>>
Inutile dirlo che mi fiondo subito vicino a Traci.
<<Che fine avevi fatto?>> sussurra inclinando la testa verso di me.
<<Mi sono addormentata sulla panchina della metro>>
<<Che cosa?!>>
<<Ero ancora così fatta stamattina, che sono crollata>> scoppiamo a ridere rumorosamente.
<<Reed, non incominciare subito, sei entrata neanche da cinque minuti!>>
Roteo gli occhi al cielo e mi appoggio allo schienale della sedia: <<Zack è a scuola?>>
Traci annuisce tenendo gli occhi fissi sulla lavagna.
<<E come sta? Cioè, l'hai visto strano o bene?>>
<<Ti preoccupi per lui? O mio dio ti piace?>> ed ecco che si volta di nuovo verso di me.
<<No, ma sei scema?! Volevo solo accertarmi che non si sia fatto una dose>> scarabocchio nervosamente il banco.
<<Possibile che sei attratta da chi di fa del male? Sarai mica masochista?>>
<<Si adoro essere appesa ad una corda con delle manette e frustata, mentre godo rumorosamente stringendo tra i denti la museruola di cuoio nero>>
Mi guarda un attimo in silenzio e poi scoppia a ridere tappandosi questa volta la bocca: <<Comunque tranquilla, aveva le pupille normali, niente tic ne tremolii>>
Qualcuno bussa alla porta e il prof blocca la spiegazione per sbuffare un "avanti" direi poco cordiale.
<<Scusi Mr, ma il preside vuole vedere subito Avril Reed>>
<<Che cosa ho combinato sta volta?>> sospiro guardando il cielo.
<<Vorrai dire che cosa non hai ancora combinato sta volta>> commenta il prof <<Su, prendi le tue cose e vai dal preside>>
La tentazione di accendermi una sigaretta in questo momento devo dire che è molto alta, ma mi trattengo, ci vuole solo dover pagare una multa perché ho fumato.
La porta si spalanca e compare il preside: devo dire un bell'uomo, sulla cinquantina, ben vestito, ma con un altezzosità molto odiosa. Cazzo, si trova in un liceo di periferia, non nella scuola di Beverly Hills a Los Angeles.
Mi siedo e appoggio lo zaino ai miei piedi.
<<Cos'ho fatto?>> chiedo prima che l'uomo si sia seduto.
<<Nulla, stavolta nulla>> si sistema la giacca << ma voglio solo metterti a conoscenza della tua situazione scolastica>>
<<Guardi che la conosco già>> incrocio le braccia al petto.
STAI LEGGENDO
Bravi ragazzi nei brutti quartieri
Teen FictionAvril, quasi 17 anni un padre alcolizzato e violento, una sorella di sei anni da accudire e proteggere, e una madre che non si sa più dove sia. Zack, 19 anni, spacciatore del quartiere in cui vive anche Avril, occhi freddi, corpo tatuato e un pass...