<<Mio padre ha perso il lavoro. Ma si può?>>
Traci mi fissa mentre continua a masticare quelle cavolo di patatine rumorosamente.
<<Una cosa deve fare. Una>> gesticolo come mio solito <<Portare i soldi a casa! Ma no... è troppo difficile per il signorino. Troppo>> per poco non cado giù dal muretto su cui sto recitando i piedi la mia disperazione <<E poi sai cosa? Se ne va a bere, dicendo di stare già cercando un impiego>> imito la sua voce buttando giù un sorso dalla fiaschetta.
Mi guarda con aria di una che sta per scoppiare a ridere.
<<Che cosa c'è?!>>
<<C'è che anche tu devi smetterla di bere e fumare così spesso, ecco cosa c'è>> appallottola il sacchetto producendo un suono letteralmente terribile.
<<Vaffanculo>> mi siedo distrutta accendendomi una sigaretta. <<Mi sa che dovrei mollare la scuola>>
<<Che cosa, sei impazzita?>>
<<No Traci>> scuoto la testa << è solo che tanto io non la prendo sul serio, mio padre già fatica con l'affitto e le bollette, in più è pieno di debiti... è solo d'intralcio. Meglio se mi trovo un lavoro e almeno sono utile a qualcosa>>
Da lontano vedo il resto del gruppo arrivare.
<<L'importante è che tu ci pensa bene>> salta giù dal muretto <<Finisci quest'anno che tanto manca poco e poi decidi>>
La guardo mentre va incontro al suo ragazzo che le stampa un bel bacio sulle labbra.
Bah, vedrò che fare.
Scendo anch'io dal muretto e raggiungo gli altri.
Un pomeriggio caldo come lo sono tutti i pomeriggi di metà aprile, cielo nuvoloso ma che lascia spazio a qualche chiazza azzurra e quel continuo venticello che lo si condanna solo per la sua tendenza a far volare via la mista dalle mani.
E' tutto così tranquillo e dire "forse anche troppo" ci starebbe a pennello, ma sarebbe solo una banale frase copiata da tutti i film di sto mondo.
Giro leggermente la testa sul petto di Alex facendo entrare nel mio campo visivo il volto di Zack intento ad aspirare un po' di fumo, dalla canna che ha girato Murphy pochi minuti fa: pure lui è tremendamente tranquillo, chiacchiera col moro al suo fianco come se non gli stesse accadendo nulla.
Non ho raccontato a nessuno di averlo visto rubare, ne ho fatto più parola di quel continuo tremolio che ha alla mano e del suo sguardo spento che alcune volte assume. Se nessuno vede un buon motivo per preoccuparsi, non vedo perché lo devo fare io.
<<Ci vediamo stasera>> Zack si alza pestando il mozzicone a terra e mettendosi lo zaino in spalla.
<<Dove vai?>> le chiede Emily, e devo dire che finalmente ha azzeccato la domanda da fare.
<<Ho un appuntamento>> eccolo, vago come al solito.
A questo piccolo battibecco fra i due tutti quanti alziamo le teste dal prato per seguire meglio.
<<In quest'ultimo mese hai avuto un po' troppi impegni misteriosi>> Emily si alza e si para davanti al ragazzo impedendogli di fare un altro passo.
<<Sono cazzi miei, ok?>>
<<No, Zack, perchè non spieghi a tutti quello che combini, al posto di fare il "ragazzo misterioso">> mi metto in piedi pure io tirandomi in su leggings neri, per sentirli più aderenti alle forme del mio di dietro.
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Bravi ragazzi nei brutti quartieri
Teen FictionAvril, quasi 17 anni un padre alcolizzato e violento, una sorella di sei anni da accudire e proteggere, e una madre che non si sa più dove sia. Zack, 19 anni, spacciatore del quartiere in cui vive anche Avril, occhi freddi, corpo tatuato e un pass...