Com'è possibile che tutto questo faccia ancora male?
Dovrei esserci abituata.
Forse dovrei iniziare a considerarlo come una cosa praticamente quotidiana, no?
Forse dovresti solo andartene e far sparire le tue traccie...
Come mia madre? In effetti ha funzionato bene con lei.
Quindi...
No, zitta, decido io come fare, non ho bisogno di una vocina inesistente che mi insegni a vivere.
Dolcezza, con questo nomignolo idiota mi ha chiamato solo Zack o gli altri ragazzi del gruppo: solo loro possono chiamarmi così.
E anche Sasha
Smettila Dio santo!
<<Avril>>
Nessuno mi chiamerà con strani soprannomi, solo e soltanto il mio nome da ora in poi.
Come quello che sta ripetendo la tua amica da quasi mezz'ora?
<<Avril, mi hai ascoltata?>>
Alzo lo sguardo che ora mi accorgo essere fisso su un asse di legno, la biondina mi sventola la mano davanti.
Alzo la testa accorgendomi che il braccio su cui era appoggiata ora è letteralmente indolenzito.
<<Che succede?>>
<<No, ti stavo parlando del fatto di ieri! Quando Dixton me l'ha detto sono rimasta tipo"Cosa?!">> e così Traci riparte a manetta, vomitando fuori frasi, parole, lettere che non riesco a mettere insieme: mi entrano in un orecchio e mi escono dall'altro.
Il parchetto è vuoto, e al posto di sembrare una giornata dei primi di settembre, sembra più che siamo già in ottobre, guardando il cielo.
Filtro sull'orecchio, cartina tra le dita e tabacco: inizio a tirarmi su un drum.
<<Ehi Avril, tutto bene?>>
<<Certo, perché?>>
<<Non ci hai mai messo tanto a rollarti un drum...>>
Me lo accendo ridacchiando: <<Ho le mani sudate>>
<<Hai in mente quando abbiamo trovato Zack e Sasha menarsi dietro il Rewind? Ecco, secondo te che intendeva con " di al tuo amichetto di darmi ciò che sa"?>>
Butto fuori un poi di fumo e mi gratto leggermente la cute della testa.
<<Guarda, da quanto ne ho capito quei quattro hanno vinto il quartiere con una gara di cross, Sasha vorrà riprenderselo>>
<<Ma che cosa banale! Io speravo in una storia contorta e avventurosa>> sbuffa spatasciandosi sul tavolino di legno da picnic su cui siamo sedute.
<<Guarda, la storia è banale ma la situazione è un po' una merda>>
Butto il mozzicone per terra <<Sai dove sono gli altri?>>
<<Staranno lavorando credo>> fa spallucce.
Mi metto sulle spalle la mia sacchetta nera e mi alzo.
<<Andiamo a fargli un saluto, se no qua marciamo di noia>>
<<Oddio i miei occhi hanno appena avuto una magnifica visione>>
<<Io mi sto indurendo, fra>>
Alzo gli occhi al cielo e tiro un pugno sulla spalla di Alex.
STAI LEGGENDO
Bravi ragazzi nei brutti quartieri
Genç KurguAvril, quasi 17 anni un padre alcolizzato e violento, una sorella di sei anni da accudire e proteggere, e una madre che non si sa più dove sia. Zack, 19 anni, spacciatore del quartiere in cui vive anche Avril, occhi freddi, corpo tatuato e un pass...