<<Murphy, Alex>> urlo da infondo al corridoio e li faccio segno di venire.
<<Vi devo parlare un attimo>> mi guardo in torno <<Dov'è Dixton?>>
<<Aspettiamo Zack che esce dal bagno e arriviamo>>
<<No, no, devo parlar con voi>> mi volto <<Ah, eccolo, Dixton!>> urlo pure il suo nome.
Appena ho tutti e tre i ragazzi, li spingo fuori dall'edificio per una sigaretta.
<<Che ci devi dire di così urgente?>> Murphy picchietta il fondo del pacchetto nuovo sul dorso della mano.
<<Vi devo solo chiedere una cosa...>>
<<Hai bisogno di un posto dove dormire?>>
Scuoto la testa velocemente: <<No no Dixton, sei fuori strada>> butto fuori del fumo e mi appoggio al muro che ho dietro <<Per caso state dando a Zack qualche droga che prende regolarmente?>>
I tre si guardano e fanno spallucce: <<Sinceramente, quanto ne sappiamo, non sta prendendo nulla, a parte fumare le solite cose come facciamo tutti noi>>
Speravo tanto che la risposta di Alex fosse diversa, ma non si può avere sempre quello che si vuole.
<<E' che lo vedo strano... ha qualcosa che non va secondo me. Chiedevo a voi perché siete i suoi migliori amici>> incrocio le braccia al petto stando attenta a non bruciarmi con la sigaretta accesa.
<<Avril, puoi stare anche tranquilla secondo me. Spesso ha dei momenti no in cui è cupo e fa il misterioso, è normale per lui. Poi a casa sta avendo dei problemi per i suoi... credo che sia per questo>> le parole di Dixton mi rincuorano.
E io che vado a pensare sempre al peggio.
Si,ma quel tremore della mano a cosa è dovuto?
Proprio mentre sto per sparare l'ultima domanda vediamo arrivare il soggetto della discussione accompagnato dalle altre due.
<<Dove eravate finiti?!>> ride il biondo fermandosi vicino a noi.
<<Scusa amico, ma Avril ci voleva chiedere una cosa>> gli da la mano Murphy
<<Ah si? e che voleva?>>
<<Guarda che sono qua eh... >> gli faccio notare: odio la gente che usa la terza persona quando la persona è presente!
Guardo velocemente Murphy e scuoto piano il capo sperando che capisca.
<<Nulla di che amico, era solo preoccupata che stessimo complottando qualcosa contro Sasha a sua insaputa>>
E finalmente tiro un sospiro di sollievo.
Anche se però, l'ipotesi proposta dai ragazzi sul suo strano atteggiamento, non mi convince molto.
Dopo scuola decido di passare dal super mercato per fare un po' di spesa: è da giorni ormai che non vado in cucina, che non vedo mio padre. Conoscendolo, figuriamoci se gli è venuto in mente di comprare qualcosa con cui sfamarsi.
Passo tra gli scaffali dei cibi precotti e surgelati e inizio a riempire il cestino con barattoli di zuppe, qualche cotoletta e hamburger, noodles e altre schifezze poco salutari, ma che costano fortunatamente poco.
Mi chiedo come stia ora, mio padre: forse se lo facessi aiutare da qualcuno, da qualche esperto... forse avrebbe una speranza di recuperare, di uscire dal tunnel in cui è bloccato da ormai troppi anni.
Afferro i sacchetti della spesa ed esco.
Oh si, posso togliere anche il forse.
Giro l'angolo canticchiando "Reseaux" che isola le mie orecchie con le sue parole francesi.
<<Zack>> pronuncio il suo nome piuttosto stupita. Il ragazzo si volta di scatto e mi guarda impaurito.
<<Che cosa stai facendo?>> mi avvicino <<Stai rubando?>> corrugo la fronte.
<<Che cazzo vuoi?>> e così il suo sguardo da impaurito diventa profondamente intimidatorio <<Sono fatti miei, vattene>> si ritira su il cappuccio e si volta continuando ad infilarsi i soldi del parchimetro nei cargo.
<<Da quando hai bisogno di soldi?>>
Spara una bestemmia ma non si volta <<non ho bisogno di soldi>>
<<Allora perché rubi?>>
<<Sono cazzi miei, ok?>> si volta di scatto e mi punta il dito a due centimetri dal naso.
Appoggio i sacchetti per terra e lo allontano.
<<Si può sapere cosa ti prende? E' da quando ti hanno sparato che sei strano, cambi umore con la velocità di una donna incinta, te ne vai inventando scuse... che cavolo ti succede?!>> sì, ora sto urlando, perché mi preoccupa lui, il suo atteggiamento e il suo comportamento.
Che cosa diamine hai Zack?
<<Non mi venire a parlare di stranezze che pure tu ne hai tante>>
<<Cosa centro io! Stiamo parlando di te>> gesticolo come un'isterica.
<<Bevi anche di prima mattina, fumi come una ciminiera e passi più tempo fatta o sbronza che sobria. Non venirmi a rompere i coglioni!>>
<<Ok, hai ragione ok?>> incrocio le braccia al petto <<ma almeno non faccio impazzire gli altri, come stai facendo tu>>
Chiude gli occhi stringendo la mano che continua a tremare: <<Vattene a casa Avril>>
Sbuffo rumorosamente e raccolgo i sacchetti dal marciapiede.
<<Fa' come cazzo ti pare>>
Sbatto le buste di plastica sul tavolo della cucina e mi passo una mano fra i capelli.
Non capisco il perché mi stia lasciando coinvolgere, non vuole essere aiutato? Vuole cavarsela da solo? Bene, perfetto: basta che non ci fa sclerare a tutti.
<<Puoi trattare meglio quelle latte? Mi esplode la testa>>
Per lo spavento una mi scivola dalla mano e cade rumorosamente a terra: ci mancava solo che esplodesse, così avrei completato a pieno il disastro che è questa giornata.
<<Scusa papà>> dico sospirando senza neanche guardarlo. <<Come stai?>>
<<Mi hanno licenziato>>
Ecco, la mia giornata è dichiarata da dimenticare assolutamente.
<<Sto già cercando qualcos'altro>> afferra una delle sue bottiglie e se ne va strisciando i piedi sul pavimento.
Bel modo di fare ricerche.
Mi chiudo la porta della camera alle spalle facendo scattare la serratura e mi concentro a travasare un po' di erba dal grinder alla mia fidata pipetta di vetro.
<<Cazzo quanto odio quel ragazzo>> impreco ad un certo punto <<Non puoi dirmi che va tutto bene quando hai un'espressione che conferma il contrario>> altro tiro <<Cazzo, se non vuoi avere intralci, non far notare che hai problemi! Porca puttana santa!>>
<<E poi elenca i miei di problemi>> gesticolo girando per la stanza <<No caro mio, si parla di te. Non spostare la discussione su ciò che non centra!>>
Mi fermo al centro della stanza lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
<<Sto impazzendo>> annuisco con la testa <<Parlo da sola ora>> faccio un altro tiro dalla pipetta <<Oh sì, sto impazzendo>>
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Bravi ragazzi nei brutti quartieri
Novela JuvenilAvril, quasi 17 anni un padre alcolizzato e violento, una sorella di sei anni da accudire e proteggere, e una madre che non si sa più dove sia. Zack, 19 anni, spacciatore del quartiere in cui vive anche Avril, occhi freddi, corpo tatuato e un pass...