28 novembre, due giorni fa.
28 novembre 2000, la data della mia nascita. Il giorno in cui sono uscita da quel fottuto utero di quella fottuta donna.
Era da sei anni che non festeggiavo il mio compleanno, e neanche quest'anno l'ho fatto. Mai avuti regali, ne torte, ne quell'odiosa canzoncina.
Quest'anno, dopo sei anni, il 28 novembre era presente anche mia madre: si è dimenticata che fosse il mio compleanno,ha portato Jasa a fare una gita e così neanche la piccoletta era riuscita a farmi gli auguri.
Mio padre? Si, credo lo sappia quando sono nata, ma semplicemente non ci trova nulla da festeggiare.
Come me, dopo tutto.
Ho sempre odiato i compleanni, non riesco a capire perché uno debba auto celebrare la propria nascita: infondo migliaia di persone nascono lo stesso nostro giorno, non siamo unici in questo mondo.
Ma Traci, o si Traci, lei mi ha sempre festeggiata: da piccola entrava dalla finestra con un cupcake red velvet in mano, poi quel dolcetto è diventato una bottiglia di vodka e adesso una bottiglia di Jack Daniel's e una canna già rollata.
Abbiamo spettegolato, ci siamo ubriacate e stra fatte e abbiamo ballato. Quella sera aveva balzato Dixton con la scusa di un mal di pancia, sapeva che se avesse invitato anche i ragazzi io mi sarei incazzata.
Ognuno festeggia il compleanno come vuole: c'è chi ha bisogno di feste, amici e attenzioni, e c'è chi vuole solo la propria migliore amica con una bottiglia di whisky e una bella bomba di erba buona.
Detto ciò, ho finalmente diciassette anni e la mia vita non è cambiata di una virgola. Almeno manca solo un anno alla mia completa emancipazione.
<<Dopo il modo in cui vi ha lasciati, preferirei non vederla quella là>>
<<Insomma>> continua il suo discorso filosofico <<E' tornata, sta inscenando il suo ruolo di brava mamma, e si scorda del tuo compleanno. Cioè...>> fa l'ultimo tiro e mi passa la canna <<E' proprio una cretina>>
Rido alle sue parole e ancora di più alle domande degli altri sul perchè non avevo detto nulla del mio compleanno.
La mia risposta? La solita, risata, spallucce e continuare a fumare.
Una noiosa giornata grigia, ma veramente noiosa.
Dopo scuola sono andata da Traci e il risultato? Be, siamo sul suo letto a dipingerci le unghie e a sbuffare per la noia.
<<Andiamo dai ragazzi?>>
<<Stanno lavorando>> soffio sullo smalto nero.
<<Andiamo a portargli delle birre allora>>
<<Subito!>>
In due secondi siamo già di nuovo con le giacche, abbiamo salutato la madre di Traci e ci stiamo dirigendo al solito minimarket.
La cassiera passa sullo scanner sei birre e qualche snack da mangiare, per poi dire con voce smorta "9 dollari e novantuno".
All'alba delle sei e mezza del pomeriggio abbiamo già stappato le bottiglie di Tennet's insieme agli altri.
<<Come sta andando?>>
<<Bene tra un quarto d'ora dovrebbero arrivare gli ultimi e poi direi che abbiamo finito per questo pomeriggio>> mi risponde Zack.
Da quando abbiamo marinato la scuola insieme, non ci inseguiamo più come cane e gatto, anzi, inizio a trovare la sua voce abbastanza sopportabile.
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Bravi ragazzi nei brutti quartieri
Roman pour AdolescentsAvril, quasi 17 anni un padre alcolizzato e violento, una sorella di sei anni da accudire e proteggere, e una madre che non si sa più dove sia. Zack, 19 anni, spacciatore del quartiere in cui vive anche Avril, occhi freddi, corpo tatuato e un pass...