37.

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<<Mio dio, mi spiace così tanto>> mi stringe a se premendo sui lividi <<Io, con la mia stupida ramanzina perché ti scopi Zack, per poco non ti perdevo totalmente>> scoppia quasi in lacrime, ammetto che questa situazione è piuttosto imbarazzante.

Si stacca di colpo da me e mi afferra le spalle, premendo per l'ennesima volta altri ematomi: <<Non dobbiamo più litigare, ok Avril? Mai più>> il suo sguardo azzurro è così serio e sincero che non posso fare a meno di annuirle <<Dobbiamo essere sempre più unite, ancora di più>>

Attimi di silenzio mi permettono di rilassare i muscoli e accasciarmi contro il muro.

<<Hai idea di dove possa averla portata?>> mi porge una sigaretta.

Scuoto la testa e sento di nuovo le lacrime premere per uscire.

<<Ho paura che abbia lasciato l'America>>

Oh si, cara Traci, ne ho una paura matta.

Altro silenzio.

Amo il silenzio.

<<Non hai più motivo di restare in quella casa. Vieni da me>>

Scuoto la testa ridacchiando sarcastica:<< Tua madre se mi vede conciata in questo modo chiama i servizi sociali e lo sai bene>> butto fuori il fumo <<E poi chi mi paga la retta scolastica? Di certo io non posso e Constance non può permettersi di pagarne due>>

Constance è la madre della mia amica, mi conosce ormai da quando ho sei anni se non meno: una parrucchiera, ex modella di make up, divorziata, a cui piace l'alcool e gli uomini, ma nonostante questo è una madre a tutti gli effetti: apprensiva, tremendamente affettuosa e di certo una che se sa che un uomo picchia la figlia, prenderebbe subito provvedimenti. Io non voglio che nessuno prenda provvedimenti, non voglio che nessuno mi sconvolga più la vita.

<<Vai a stare un po' da Zack>>

<<Scherzi vero?>> rido nervosa sperando che sia veramente una battuta.

<<O da Murphy, o dal Alex. Anche da Dixton. Basta che non stai ancora in quella casa>>

I suoi occhi esprimono tutta la preoccupazione che una migliore amica può solo avere.

Lei è l'unica persona che mi è rimasta.

E' la mia unica famiglia.

Le accarezzo una guancia senza togliere lo sguardo dal suo. Per un attimo mi viene in mente quella volta in cui ci siamo baciate e... beh, quella volta in cui abbiamo praticamente: non riesco a trattenere un fugace sorriso.

<<Traci, io sto bene ora. Terrò la porta chiusa a chiave e uscirò solo dalla finestra>>

<<Quell'uomo se vuole farti del male, non verrà fermato da una serratura>> abbassa lo sguardo.

<<Facciamo così>> mi stacco buttando nel posacenere stracolmo il mozzicone <<Quando perde il controllo come l'altra volta, mi vado a rifugiare a casa di qualcuno senza pensarci due volte>>

<<Me lo devi promettere, mi porge la mano>> faccio per afferrarla ma lei la ritira subito verso di se <<Oh, me lo devi promettere>>

La fisso un'attimo: <<Lo prometto>>

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora