11.

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Ti sei scopata uno scagnozzo di Sasha? Complimenti, clap clap.

Scendo dal bordo del lavandino ed esco da quel bagno.

<<Non mi toccare>> gli tolgo la mano dalla mia spalla.

<<Prima lasciavi intendere il contrario>> 

<<Prima non sapevo che fossi una schifezza>>

<<Ehi, non puoi insultarmi ti ho dato venti dollari e una sigaretta>> 

Alzo le sopracciglia e scuoto la testa.

<<Se mi dai il numero possiamo rifarlo>>

Questo no eh.

Mi volto e gli tiro uno schiaffo sul petto.

<<Ma che ti passa in quella testa? Te e i tuoi amichetti avete attaccato alle spalle i miei amici>> gli tiro un altro schiaffo <<Ed erano anche disarmati!>>

<<In verità avevano i loro coltelli>> si massaggia il petto.

<<E' uguale!>> sbraito.

Giro i tacchi e sbatto il muso.

<<Avril?>> 

<<Zack>> rispondo incazzata per poi rivolgere una veloce occhiata alla tettuta al suo fianco.

<<Jack...>>

<<Campbell>> lo saluta con un falso inchino.

Zack mi guarda malissimo.

<<Ti chiami Campbell di cognome?>> domando stranita, soffocando un sorriso divertito.

 Zack Campbell, terribile.

<<Che ci fai con lui?>>

<<Non chiedermelo ti prego>> dico esausta.

<<Meglio se te ne vai, prima che ti riduco peggio di quanto mi abbia fatto tu>> lo minaccia.

Jack si avvicina con aria da idiota.

<<Come vuoi>> ghigna e si volta <<Ah, comunque la tua amica è brava con la bocca>>

Cretino...

Non gli da neanche il tempo di fargli fare un passo che gli salta letteralmente addosso.

<<ZACK!!>> urlo all'unisono con la tipa sconosciuta. 

La guardo male.

Zack prende il ragazzo dalla testa rasata e lo sbatte contro il muro: gli tira due pugni nello stomaco e uno sul viso per poi buttarlo a terra.

Carica la gamba pronto a sferrare un calcio ma non glielo permetto, mi paro davanti a quel verme.

<<Ora basta!>>

Jack si alza e si massaggia la guancia.

<<Alla prossima Campbell, sempre se sarai ancora vivo>> e se ne va.

Deglutisco guardando il suo viso: i ricci biondi gli ricadono sulla fronte appiccicati dal sudore, le pupille e le narici dilatate, sembra indemoniato.

<<Sei una sgualdrina>> ringhia.

<<Non mi parlare così, non lo sono!>>

In verità si, ma è diverso.

Mi spinge contro la parete scura.

<<Lo sei e sei anche una cogliona, non rifletti. Se hai voglia di cazzi degnati almeno di non prenderli da quelli di Sasha>> mi urla addosso, il suo respiro caldo e odorante di alcool mi investe.

Il cuore inizia a battermi così forte da farmi male.

Le mani mi sudano.

<<Non credevo...>> cerco di staccarmi.

Mi prende una ciocca di capelli e me li stringe fino a farmi alzare il mento.

<<Zack, mi fai male>> mugolo con un filo di voce.

Non l'ho mai visto così... così come... così come mio padre.

Mi guarda negli occhi ed inizio seriamente ad avere paura.

Carica la mano ed ecco l'ennesimo pugno che colpisce il mio viso.

Riapro gli occhi e non vedo la faccia di Zack, vedo quella di mio padre: mi rivedo appiccicata alla parete della cucina con le sue mani sulla mia gola.

Non so come ma lo spingo via da me.

<<Te sei morto per me Zack, sei morto>> trattengo le lacrime.

E' drogato, è ubriaco...

 Prende per mano la sua tipella della serata e se ne va verso il bagno, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo di una spiegazione. Senza alcun minimo segno di pentimento, di volontà di scusarsi...

Se ne va e io resto immobile, avvolta nel buio, investita dalla musica frastornate.

Resto immobile mentre un nuovo livido si sta formando sul mio zigomo e questa volta non è colpa di mio padre.

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora