<<Astuccio?>>
<<Preso>>
<<Quaderno?>>
<<Preso>>
<<Merendina?>>
<<Ce l'ho>>
<<Miss Scimmia?>>
<<Ovvio!>>
<<Zainetto?>>
<<In spalla>>
<<Documenti e moduli d'iscrizione?>>
<<Ce li hai tu>>
<<Come? Sicura?>> mi risveglio dal mio trans: apro il mio zaino e cerco la busta trasparente, facile da trovare anche perché è praticamente l'unica cosa che ho nello zaino.
<<Ah, sì giusto>> sbadiglio.
Sono in completo after: ritornata a casa alle 6.30, il tempo di lavarmi, infilare un paio di leggings neri e una felpa dello stesso colore e fumarmi il solito spinello mattutino, che le 7.15 erano già arrivate.
<<Su su, che la scuola ci aspetta>> urlo con voce quasi entusiasta.
Mi accendo una sigaretta mentre aspettiamo la metro sulla fredda panchina di pietra.
<<Cos'hai cucciola?Sei così silenziosa>> le stritolo delicatamente una guancia arrossata dal freddo.
<<E' solo che non sono abituata a svegliarmi così presto>> fa spallucce giocherellando con il suo pazzo.
7.58.
Non in ritardo ma quasi, devo dire che mi congratulerò più tardi con me stessa.
Entriamo nel piatto e anomalo edificio delle elementari: mi devo ritenere fortunata che si trova nello stesso complesso delle medie ma soprattutto del mio liceo.
<<La segreteria, la segreteria....>> leggo velocemente tutte le targhette di fianco alle varie porte mentre tiro letteralmente mia sorella per la mano.
<<Scusi sa dov'è la segreteria?Devo consegnare i moduli d'iscrizione>>
Come risposta dalla donna ricevo un'occhiataccia e poi un "infondo al corridoio ultima porta sulla sinistra".
<<Buong->>
<<A casa mia si usa bussare quando una porta è chiusa>>
Che cazzo...?
<<Oh ehm>> balbetto per poi bussare tre volte sullo stipite di legno.
<<Non faccia la sciocca signorina, non ho tempo da perdere>>
Ok, questa donna tutta occhiali inizia a darmi sui nervi.
<<Neanch'io dato che sto perdendo le prime ore di scuola>> come se me ne importasse molto.
<<Come si chiama tua figlia>>
Figlia?!
Non so se ridere o piangere.
<<E' mia sorella...>>dico con tono spigoloso, se fosse mia figlia l'avrei dovuta partorire a dieci anni e, dai, va bene tutto ma no <<Jasabelle Reed, è iscritta al primo anno>> dico mentre le passo la busta con tutta la documentazione.
<<E' maggiorenne?>>
<<No, ho il foglio firmato da mio padre per ritirare e accompagnare mia sorella a scuola>>
Legge il foglio spiegazzato e lo mette insieme agli alti in una cartella di carta rosacea.
<<Ok, aggiungi i tuoi dati negli spazi bianchi. La bambina è nella 1 B, in palestra comunque ci sarà la divisioni delle classi>>
Mi inginocchi davanti a Jasa e le sistemo la giacca.
<<Allora adesso io vado a scuola, tu entri in palestra e ...>> mi blocco. <<Cos'hai piccola? Cos'è quel faccino?>>
<<Ho un po' di paura>>
<<Ma non devi, vedrai che troverai subito degli amichetti e..>>
<<Non è questo>>
Wow come consolatrice sono proprio un asso...
<<E che>> continua <<Avrei voluto che anche papà fossi qui, oppure la mamma...>>
Sospiro leggermente perdendomi nel suo sguardo triste: mi rialzo e mi passo una mano sul viso.
Vaffanculo.
Scrivo un messaggio a Traci per dirle che entro alla terza ora.
<<Papà e mamma non ci sono, ma ci sono io>>
<<Ma tu devi andare a scuola, sei già in ritardo.>>
<<Fanculo la scuola. Prima di tutto la mia sorellina>>
Mi prende per mano e mi sorride.
<<Adesso chiamiamo in ordine alfabetico i bambini della 1B>> dice con voce calma il preside e così, uno dietro l'altro, bambini dai cinque ai sei anni abbracciano i genitori e, chi piangendo e chi impassibile o spaurito, si alzano e vanno dietro un maestro sulla trentina d'anni.
E che maestro...
Ammiro Jasa percorrere, col suo zainetto e la sua scimmia, il piccolo corridoio di persone per poi mettersi in fila dietro agli altri suoi coetanei.
Spingo la porta a vetri e finalmente sono fuori da quel posto.
Mi siedo su un muretto nascosto da dei cespugli e tiro fuori la mia pipetta di vetro: riempo la parte gonfia di cristalli di crack ed inizio a fumare in santa pace.
Quel che ci vuole per un buon inizio scolastico.
<<Come al solito in orario>>
<<Questa volta ho un'alibi>> alzo le mani.
La segretaria scuote la testa e ridacchia: <<Guarda che si vede che ti sei fumata qualcosa>>
Faccio spallucce e mi siedo sulla sua scrivania.
<<Questo è il tuo orario. Con tuo padre tutto bene?>>
Annuisco facendo la finta distratta che legge il foglio che le è appena stato dato.
<<Digli di pagare il prima possibile la retta>>
<<Lo so, lo so, solo che ha dovuto dare la precedenza a Jasa>>
<<Iniziato le elementari?>>
Annuisco.
Grace credo che sia l'unica della scuola così bene informata sugli alunni, inoltre mi ha dato un sacco di aiuti negli anni precedenti.
La campanella suona.
<<Sbrigati che magari a questa lezione arrivi giusta>>
Apro la porta.
<<Ah, sai se per caso Traci è con me a storia?>>
<<Avete tutti i corsi insieme quest'anno>>
Urlo alzando le braccia e cominciando a correre verso l'aula.
<<Se fate casino però ve lo cambio>> urla sporgendosi dalla porta.
STAI LEGGENDO
Bravi ragazzi nei brutti quartieri
Teen FictionAvril, quasi 17 anni un padre alcolizzato e violento, una sorella di sei anni da accudire e proteggere, e una madre che non si sa più dove sia. Zack, 19 anni, spacciatore del quartiere in cui vive anche Avril, occhi freddi, corpo tatuato e un pass...