29.

2.6K 65 2
                                    

Spengo la sveglia con gli occhi ancora chiusi. Mi giro sulla schiena e mi ritrovo a fissare il soffitto: c'è un'enorme macchia scura di umidità, prima o poi mi devo decidere a levarla.

Mi accendo una mezza canna rimasta da ieri sera e dopo un enorme tiro finalmente trovo la voglia di alzarmi e andare verso l'armadio.

Si, sono in ritardo.

Leggings neri, maglietta bordeaux con le maniche fino al gomito e la solita giacca nera.

Entro in cucina mettendomi lo zaino in spalla e pregando che Jasa sia pronta.

Wow.

Che scena.

Mia sorella al tavolo che finisce un toast alla marmellata, già vestita e con lo zaino vicino alla sedia.

Mia madre che sistema dei piatti mentre mio padre la abbraccia da dietro palpandole il sedere e ridendole sul collo.

<<Oh, buon giorno piccola>>

Mi ha chiamata piccola?

Lei non può chiamarmi piccola.

Mio padre non ubriaco, ma felice?

Scuoto leggermente la testa nel tentativo di riprendermi dallo shock.

Afferro la caraffa del caffè e ne verso una tazza.

<<Avril, non trangugiare così velocemente!>> mi riprende con un'odiosa falsa vocina da "sono la mamma dolce e carina che ti sta dolcemente sgridando".

Ha il coraggio di dirmi cosa devo fare?

Sbatto la tazza nel lavandino e la guardo male.

<<Jasa, veloce a metterti le scarpe che se no perdiamo la metro.>>

<<Ma la mamma ha detto che ci accompagna lei>>

Cosa?!

<<Cos'è, non è mai troppo tardi per comportarsi da madre?>> la guardo con un sopracciglio alzato.

<<Dai Avril, fra un quarto d'ora partiamo>>

Perchè cazzo deve ridere.

Esco dalla cucina reprimendo un clamoroso urlo.

<<Avril, tesoro!>>

<<No, te lo scordi che con me ripari con un semplice passaggio a scuola>> e mi sbatto la porta alle spalle.

Puttana.


Mi sento così... strana? Si, fare la strada da sola, senza quella piccoletta e il suo peluche, non mi ricordavo che fosse così.

Nelle cuffiette mezze rotte rimbombano le parole dei Bon Jovi e cerco di concentrarmi su queste, se no rischio di sclerare.

Forse però è un bene che sia tornata, mia sorella ha bisogno di una madre.

Ma aveva me.

Come fanno a non avercela con lei? 

Come fanno ad essersi già scordati di quanto abbiamo sofferto a causa sua?

Forse sono io che sono difficile e rancorosa?

No, io so che lei ci distruggerà ancora.


Mi sistemo meglio lo zaino sulla spalla mentre cammino velocemente.

E sbam eccomi che sbatto contro qualcuno.

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora