47.

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Tempo otto giorni e finalmente ricomincio a vedere lo Zack che conoscevo prima: le occhiaie praticamente scomparse, niente febbre, niente attacchi, occhi più svegli e un colorito della pelle diverso dal cadaverico.

Lo guardo infilarsi la solita maglietta nera, coprendo i tatuaggi che gli marchiano il busto.

<<Sei sicuro di volere tornare oggi dai tuoi?>> ammetto che il pensiero di non averlo più in camera mia non mi fa impazzire <<Se vuoi puoi rimanere qua ancora per un po'>>

Lo vedo sorridere mentre si allaccia la cintura: <<Credo di averti rotto le palle abbastanza>> si avvicina a me <<Poi i miei mi crederanno disperso, no?>> 

Increspo le labbra e abbasso lo sguardo.

<<Cos'è, ti mancherò così tanto? Avril si è affezionata a qualcuno che non sia Traci?>> ride.

<<No, non è questo>> poso una mano sul suo petto e lo spingo via da me << era sola pura gentilezza, ecco tutto>>

<<Comunque noi ci vediamo domani a scuola>>

<<Non so se vengo>>

<<Be mi farebbe molto piacere trovarci alle dieci al solito posto>> mi afferra per i fianchi e mi attira contro di se << e magari potremmo dimenticarci questa brutta storia, e divertirci un po'>>

Inspiro il profumo del mio bagnoschiuma sul suo corpo.

Posa le labbra sulle mie mentre "distrattamente" fa finire una mano sul mio sedere, stringendomelo un po'.

<<Bene, ora vattene su>> lo spingo verso la finestra <<e cerca di filare a casa senza tappe intermedie>>

Mentre lo guardo scendere le scale metalliche mi viene l'istinto di fermarlo, di dirgli che lo voglio qua in camera mia, che non voglio rimanere da sola.

Sola con mio padre.

Che ormai non vedo da troppo tempo.

Sola con la mente che mi riporta sempre alla mia sorellina e a quella troia di donna che mi ha messa al mondo.

Infilo la chiave nella serratura e dopo otto giorni esco dalla mia camera, supero la porta del bagno e arrivo in salotto.

<<Papà?>>

L'uomo apre gli occhi, mi guarda e li richiude.

<<Ti davo per morta>>

<<Ho avuto delle robe da fare>>

<<Si, tipo ospitare un ragazzo in camera tua per non so quanto>> tossisce goffamente.

Abbasso lo sguardo.

<<Sai che non mi piace quanto porti gente di nascosto. Fai sembrare questa casa un bordello no?>>

<<No papà, era un amico che aveva un problema. Un problema che hai conosciuto pure tu>>

Mi sembra piuttosto sciupato e stanco, come se non mangiasse abbastanza.

<<Vuoi che faccia qualcosa per cena?>>

<<No, no. Ho un po' di nausea, e poi tra poco viene Sasha con i suoi ragazzi>>

<<Hai la nausea perchè bevi troppo>> roteo gli occhi puntandoli poi sulla bottiglia vuota che stringe in mano.

<<Quello che faccio non sono cazzi tuoi.>> inizia ad irritarsi <<E degnati di stare a casa stasera perchè potresti servirmi>>

<<E per cosa? Per essere merce di scambio? Un ora con me in cambio di un po' di coca?>>

Il campanello della porta suona.

Ecco perchè non volevo che te ne andassi, Zack. 


Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora