7.

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Englewood non rende la vita facile ai suoi abitanti, Englewood la complica: la miseria, la non noncuranza da parte dello stato e l'abbandono totale di questo quartiere, costringe le persone che la abitano a fare di testa loro nel procurarsi i soldi, pagare un debito e persino lascia a loro il permesso di farsi giustizia da soli.

Englewood non ha colpa di questo, la colpa è nostra che abbiamo reso possibile che questo luogo prendesse il comune nome di "quartiere malfamato di Chicago", di quei quartieri che le guide turistiche sconsigliano di metterci anche solo l'alluce del piede.

Una giornata assolutamente noiosa, troppo tranquilla. Traci è dovuta andare non so dove con la madre, mia sorella gioca beatamente in camera sua e mio padre sembra stranamente tranquillo.

Faccio scivolare su e giù, tra le punta delle dita, lo spinello quasi finito, mentre il mio sguardo è completamente perso nel vuoto.

Il telefono incomincia a vibrare cosi forte che il mio cuore accelera.

<<Avril vieni a casa di Dixton subito>> la sua voce è bassa e seria.

<<Che?>>

<<Fai veloce!>> 

<<Alex, ma che cazzo è successo?!>>

<<Muoviti!>>

<<Se mi fai correre per niente...>> penso ad una qualche minaccia, ma me ne vengono in mente solo di banali, così chiudo la chiamata.

In un minuto ho addosso un paio di pantaloncini neri e un top verde militare.

In due minuti, invece, sono già in strada.

Busso tre volte alla porta di legno, subito si sente un rumore di serratura e una catenella che viene sciolta.

<<Finalmente>> mi apre Alex.

<<Ma finalmente cosa? Che sta succedendo?>> entro in casa dandogli una spallata per poter passare. Vado decisa in sala ma trovo solo la madre di Dixton intenta a cucire una tuta blu: la saluto e la lascio continuare il suo lavoro.

Mi dirigo verso la camera del ragazzo.

<<Ma che cazzo è successo?>> rimango spiazzata dalla scena che mi si presenta: Zack ha l'avambraccio superiore  avvolto in una benda intrisa da rosso,un taglio sul petto che spunta dalla scollatura della canotta nera e il labbro spaccato che sanguina ancora adesso. Neanche Murphy sta da Dio: un cerotto enorme  gli copre tutta la guancia sinistra, un'altro sulla fronte e un occhio nero.

Tutti stanno zitti.

<<Oh, mi potete spiegare che sta succedendo?>> inizio ad incazzarmi seriamente, i miei occhi non si distolgono dal corpo intorpidito del biondo in canotta.

<<Perché l'avete chiamata? Siete coglioni o cosa?>> prende parola Zack senza degnare di risposta la mia domanda che nel giro di cinque minuti l'ho ripetuta tre volte. Il suo tono è incazzato e seccato, ma non capisco da cosa.

Dixton fa per parlare ma lo blocco:<<No Dixton. Prima rispondete alla mia domanda. Che cazzo è successo per essere ridotti così?>>

<<Sasha>> rompe quel silenzio agghiacciante Alex <<Almeno, pensiamo che sia stato lui...>>

<<Stavamo andando a rifornire i nostri ragazzi che vendono al 222. Appena entrati nel porticato.. pum, un pugno nello stomaco e hanno sfoderato i coltelli.>> riassume velocemente Zack finendo con un gemito soffocato di dolore.

<<Non abbiamo neanche fatto in tempo a prendere le nostri di armi che già ci stavano colpendo>> Murphy tiene gli occhi bassi sul pavimento a piastrelle grige.

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora