8.

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Ma una volta in cui questa cavolo di porta si apra senza doverla abbattere? 

Incomincio a tirare spallate contro la massiccia superficie di legno scuro.

<<Oh, finalmente, Cristo!>> giro la manopola  e mi sfilo la felpa. <<C'è qualcuno?>>

In mia risposta tornano roche risate dalla cucina.

<<Ok... c'è qualcuno>>

Il mio unico pensiero è quello di buttarmi sul letto, fumarmi qualcosa e ragionare su quello che è accaduto poche ore fa.

<<Oh, è tornata la dolce Avril>> la voce di mio padre interrompe la mia camminata furtiva e mi costringe ad andare in cucina: al tavolo con lui è seduto Sasha con una bottiglia quasi vuota di Scotch. Non riesco a non guardarlo male, dopo tutto quello che ha combinato.

<<Come si è fatta bella>>

<<Mi hai vista l'altra sera>> vado verso il frigo per prendermi una lattina di birra <<Idiota>>

I due ridacchiano come coglioni, che avranno mai da ridere?

Sbuffo e mi avvio verso il corridoio.

<<Quanto ti dovrei dare per farci un giro?>> 

Rabbrividisco e mando giù metà lattina.

<<Dieci grammi>> 

<<Dieci grammi? Ma sei scemo, Dieci grammi sono ben ottocento euro, se non mille!!>>

La scena a cui sto assistendo è davvero schifosa, anzi no, è Penosa con la "p" maiuscola.

<<Prendere o lasciare Sasha, sai bene che è un equo scambio. Te ne sei andato via sempre soddisfatto >>

Lo spacciatore si passa una mano sulla corta barba rossiccia.

<<Che 10 grammi siano, però la voglio per due ore>>

Mio padre annuisce e i due uomini si stringono la mano.

Mi sa che è meglio svignarsela.

<<Dai dolcezza portami nella tua cameretta>> le sue parole mi fanno trasalire, il suo fiato mi fa  tremare: sento la sua presa sui miei fianchi mentre con una mano inizia a salire.

Resta lucida, resta lucida Avril

Mi irrigidisco come uno dei lampioni che abbiamo nella via, solo il mio petto si alza e si abbassa.

<<Andate in camera sua, il mio letto cigola e poi la vicina si incazza>> si accede una sigaretta <<Vecchia di merda>>  impreca senza motivo.

<<Papà dai ti prego, non puoi vendermi così, sono tua figlia, non un oggetto da scambiare per qualche grammo!>>

Ma perché cazzo ridono?

Cerco di liberarmi dalla presa dell' uomo ma senza molto successo.

<<Qualche grammo? Dieci grammi ti sembrano qualche grammo? Eppure dovresti saperle queste cose>>

Dio che rabbia.

Mantieni la calma Avril

Sasha mi posa una mano sulla schiena e mi spinge verso camera mia. Infilo due dita nella mia bustina trasparente e inspiro un po' di polverina per poi passarmela anche sui denti.

La serratura della porta scatta.

Le tende scorrono lungo il tubo da cui pendono fino a soffocare ogni possibile raggio di sole.

<<Spogliati>> mi ordina.

Rimango impalata nella mia stanza dandogli le spalle.

Mi afferra da dietro e mi spinge contro il suo corpo: una mano sulla mia gola mi costringe a tirare su il mento, l'altra preme sui pantaloncini fra le cosce.

Soffoco un gemito  e cerco di respirare in un modo decente.

<<Devi ubbidire bambinetta.>> 

Mi spinge avanti a se.

Mi volto verso di lui e guardo di sfuggita il rigonfiamento che si sta creando nei suoi pantaloni.

Sul volto un ghigno da pervertito e gli occhi che luccicano in modo strano.

Prendo i bordi del top e me lo sfilo, lasciandolo cadere vicino ai miei piedi.

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora