41.

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Tempo qualche giorno e nessuno fa più il nome di Sasha o di qualcuno della sua banda: spero solo che  non stiano tramando a mia insaputa qualcosa.

Proprio mentre vedo finalmente la porta della libertà, la segretaria mi si staglia davanti con la sua finta aria seria e gli occhiali sulla punta del naso: alza la mano mostrandomi il solito modulo di pagamento.

<<Ti giuro che glielo dico>>  faccio la faccia da cucciola.

Emette una "m" cupa e prolungata mentre mi passa il foglio.

<<Il viso?>>alza gli occhi da sotto gli occhiali dalla spessa montatura <<Sta iniziando a sgonfiarsi vedo. Dai, fila a casa a studiare>>

<<Sicuro Miss>> inizio ad incamminarmi <<buona giornata!>> e finalmente spingo quel maniglione anti panico ed esco dal monotono edificio.

Raggiungo gli altri che sono già radunati contro il muro in mattoni solito.

<<Scusate, Carol mi ha bloccata mentre uscivo>> mi giustifico subito afferrando una sigaretta da pacchetto con le labbra.

<<Stavamo buttando giù qualche proposta su cosa fare, nulla di che>>

Restiamo per ancora una mezz'oretta davanti a quel muro, parlando di cose a caso e fumando qualcosa; non so perchè, ma non riesco a distogliere lo sguardo dalla mano di Zack, l'occhio continua a caderci sopra: trema, trema a spasmi che cerca di nascondere nella felpona nera che indossa. 

E' una cosa normale che una mano tremi, ma non in quel modo...

Decido di cercare di ignorare il trip mentale che mi sto facendo e torno a concentrarmi sulle parole degli altri.

<<Raga, devo scappare>> salta su Zack.

<<Ehi, che è tutta sta fretta amico?>> lo riprende Alex <<Stavamo andando a prendere una birra al Rewind>>

<<Scusate ho un impegno>> e così ci liquida frettolosamente, si allontana a passo svelto infilandosi il casco nero in testa. Non ha neppure salutato Emily.

<<Ma che gli è preso?>>chiede Traci incrociando le scure braccia del suo fidanzato contro il suo esile petto, come se fosse una cintura di sicurezza.

Ci limitiamo tutti ad alzare le spalle e a muoverci pure noi verso le moto.

Perché era così agitato? 

Perché sto ancora pensando a questo?

Butto giù tutta di un sorso la birra restante e poggio con soddisfazione la bottiglia di vetro sul tavolo. Soddisfatta mica tanto, ho bisogno di qualcosa di più forte che di una birra.

Sono già le cinque e mezza.

<<Allora per stasera ci troviamo solito posto.>> mi alzo lasciando quattro dollari sul tavolo <<Ora vado che ho bisogno di una doccia>>

Un giro di baci sulle guance a tutti, no, a Emily no, e mi avvio per la strada con le mani nelle tasche e lo zaino in spalla.

Appena chiudo la finestra della mia stanza, mi spoglio completamente rimanendo in intimo e afferro la bottiglia mezza vuota di whisky e una canna mezza fumata, che se ne stava nel posacenere attendendo di essere finita.

Mi butto sul mio materasso godendomi ogni singola sorsata e ogni preciso tiro: voglio stare così, così per tutto il tempo necessario a scacciare i continui pensieri che mi ronzano rumoroso nella testa. Tutti quei ricordi, tutta la mia vita passata... voglio solo che tutto si plachi per almeno tre ore.

Bravi ragazzi nei brutti quartieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora