Capitolo 66 L'inizio della rivalsa

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Maya si atterrò davanti a Ryuu rivestita della sua portentosa armatura. Il suo sguardo era rivolto verso il padre, in cerca di un segno di ammirazione. L'armatura errante con le due spade rimaneva in attesa di un cenno di risposta.

- Sono contento che finalmente sei passata ad un passo successivo Maya! – disse Ryuu sorridendo. Il cuore di Maya sussultò per un attimo, fu felice di sentire quelle parole dal padre. Tuttavia percepiva come se mancasse qualcosa.

- Però... questo non basta per battere il Dark Emperor. Questo era tutto quello che potevo fare per aiutarti a migliorare. Ora tocca a te cercare la risposta. Devi trovare dentro te stessa la vera motivazione per cui vivi e per cui combatti. Detto questo ti saluto, ci vediamo a casa Maya – dopo aver detto questo Ryuu sparì nel nulla. Maya restò solo in cima a quella montagna. Voltando il suo sguardo vide il gigante drago nero con uno sguardo molto minaccioso.

- Anche se Ryuu mi ha detto di andarci piano con te non me lo posso permettere. Sfoderò tutta la mia potenza, anche se dovesse portarti alla morte! – con una voce altezzosa il drago aveva pronunciato tali parole.

Nello stesso momento in cui Ryuu era tornato a casa aveva iscritto al una sfida. Ogni anno i Dark Emperor si propone di essere sfidato per usurpare il suo posto. Tuttavia per molti anni ciò non era mai successo, anche perché dopo i risultati di morte avvenuti nei primi anni di potere erano rimasti impressi nel cuore di molti. La sfida si sarebbe tenuta tra due settimane, se Maya non avesse fatto in tempo sarebbe stata disonorata.

Due settimane dopo...

- Maya non è ancora tornata Ryuu, sono preoccupata. Se le fosse successo qualcosa non te lo perdonerei mai Ryuu – disse Elir rivolgendosi all'amato con uno sguardo fulminante. Ryuu sorrise e gli rispose che sarebbe andato tutto bene.

- Maya è diventata forte, sono sicura che finirà per battere il Dark Emperor! – esclamò Ryuu.

Anche se era oggi la sfida, a differenza di Maya, il Dark Emperor era già posizionato al centro dell'arena seduto sul trono ad aspettare lo sfidante. Questo per lui era un momento di felicità, vedere quando nessuno lo sfida o scappa dalla paura è un simbolo della sua enorme forza. Appena sentì che la sfida era da parte di Warrior League aveva provato una certa felicità, vedere la Lega che mai aveva avuto occasione di distruggere nel suo pugno lo faceva sorridere. Il figlio del Dark Emperor si avvicinò al padre seduto sul trono.

- Che cosa vuoi? – chiese il Dark Emperor. Il modo sgarbato con cui lo aveva chiesto faceva presagire la rabbia che provava in quel momento. Voleva davvero che il suo avversario si presentasse, per distruggerlo e umiliarlo davanti a tutti. E uccidere la figlia di Ryuu gli avrebbe permesso di combattervi contro. Passarono parecchi minuti da quanto il Dark Emperor si era posto al centro dell'arena, all'incirca mezz'ora. La sua pazienza stava scoppiando, si alzò in piedi e si mise ad urlare verso Warrior League.

- Allora Warrior League, state forse cercando di nascondere quella codarda. Non ho molta voglia di aspettare per uccidere una stupida ragazzina tremante. Perciò o viene ora oppure vi ucciderò dal primo all'ultimo! – le parole del Dark Emperor avevano fatto crollare i volti speranziosi di tutti. Sembrava come se tutto stesse per finire, ma improvvisamente qualcosa attirò la loro attenzione.

Un qualcosa di misterioso era piombato in mezzo all'arena, davanti al Dark Emperor stesso. Era un'armatura piena di scaglie metalliche nere e bianche. Delle possenti ali meccaniche e una coda appuntita. Nelle mani vi erano due spade, in una la forza della luce e nell'altra quella dell'oscurità. Era proprio il leggendario Eclipsus il drago divino nato dall'unione di due forze divergenti.

Nel vedere tale spettacolo tutto il pubblico rimase estremamente colpito dalla presenza di tale armatura. Molti presenti se la ricordavano, era la stessa che anni fa aveva indossato il leggendario Ryuu Takezawa. Per molti era come se l'eroe fosse tornato in vita, per altri come la nascita di un nuovo cavaliere che avrebbe salvato il mondo.

- Finalmente sei arrivata. Era ora stavo cominciando ad annoiarmi – il Dark Emperor sfoderò la sua lama oscura, scagliando un immediato fendente contro Maya. La potenza fu devastante e la ragazza venne scaraventata lontano. Tuttavia il colpo inferitogli non gli aveva provocato alcun danno. Le scaglie metalliche erano molto resistenti ai colpi ravvicinati, perciò era riuscita a cavarsela con facilità.

Non si lasciava intimidire da nulla, prese la carica con un balzo e andò dritta contro il suo avversario. Con le due lame incrociate iniziò ad attaccare in sequenza il suo avversario. Le ali le permettevano di eseguire una performance continua senza fermarsi. La sequenza si fermò solo quando Maya si ritrovò alle spalle del Dark Emperor. Mise le spade dietro alla sua schiena e urlandò la magia, scatenò la sua potenza.

- Dragon Lord – le esplosioni bianche e nere divisero in due colorazioni monotone il corpo del Dark Emperor. Nonostante l'elevata potenza dell'attacco, però, sembrava come se l'uomo avesse subito volontariamente l'attacco. Era rimasto impassibile davanti a tutto ciò. Era come se volesse testare la potenza della ragazza, con un leggero sorriso sul volto.

- Quanto sei patetica figlia di Ryuu – improvvisamente il Dark Emperor si materializzò davanti a Maya scagliando un potente fendente. Stavolta il colpo era diverso da quello di prima, un'esplosione nera si era generata dalla fessura che aveva provocato all'armatura. Oltre ad aver scagliato a terra Maya, aveva distrutto anche la sua armatura. La ragazza si era ritrovata a terra dolorante, tuttavia nel suo cuore non avrebbe mai osato arrendersi.

- Ancora vuoi combattere? Perché non ti arrendi e ti fai uccidere subito? – queste erano le domande che gli rivolse il Dark Emperor. Nonostante lo sguardo basso, gli occhi di Maya bruciavano di passione. Un'emozione indescrivibile stava provando in quel momento, quella era la rabbia. Una forza in lei stava per prendere il sopravvento. Un presagio, una forza sempre più devastante stava esplodendo nel suo cuore.

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