«Quando è successo?» Chiese Normani, fischiando fra i denti per non farsi udire dai clienti che stava servendo deferente.«Non voglio parlarne.» Fu la risposta secca di Lauren, che tarpò le ali al discorso prima che potesse spiccare il volo.
Alzò un ginocchio per appoggiarsi momentaneamente lo scatolone che conteneva i prodotti da giardinaggio fra cui bustine di semi floreali, palette di plastica per scavare il terreno, e fertilizzanti. Afferrò le forbici che aveva precedentemente posizionato sopra la scatola marrone, sfruttò la lama per recidere lo scotch che sigillava la scatola e iniziò a impilare gli oggetti, suddividendoli per ogni categoria in modo da poterli riordinare più facilmente sulle scaffalature.
«Ma quindi.. È successo davvero?» Postulò pertinace Normani, che non era intenzionata a demordere.
Ciò che aveva appreso su Lauren l'aveva a dir poco sconvolta. Conosceva l'atteggiamento burbero che contraddistingueva la ragazza, sapeva dei suoi modi discutibili con cui trattava le persone, il modo riprovevole che usava per approfittarsi della gente senza scrupoli o riserve, ma non credeva che potesse arrivare a tanto. Picchiare una donna, fino allo svenimento, lasciarla insanguinata sul ciglio della strada con il bambino di tre anni a squarciare il silenzio notturno con il suo pianto lacerante... Cristo, quella era roba surreale! Almeno aveva avuto un buon motivo, oppure era stato solo un attimo di incoscienza scaturita da una serie di insuccessi che gravavano sulle sue spalle?
«Vado a rimettere le cose nel retrobottega.» Disse Lauren, evadendo dalla conversazione che era appena iniziata e già l'asfissiava.
Normani diede il resto al signore tarchiato che stava servendo, il solito che visitava ogni mattina il negozio per acquistare semi che germogliassero nel giardino dietro casa. Inizialmente Normani aveva pensato che fosse un fanatico dal pollice verde, ma poi, almeno così sostenevano le voci in circolazione, era venuta a conoscenza del suo disturbo compulsivo ossessivo sorto dopo il decesso della moglie.
Appena ebbe battuto il conto in cassa, chiamò Tris, una collega, e le chiese di sostituirla mentre lei si prendeva la libertà di seguire Lauren, anche se le intenzioni della corvina davano a intendere che voleva restare da sola.
Aprì la porta scardinata che dava sul magazzino dove erano stoccati i pezzi supplementari che tenevano di scorta per una necessità qualsiasi. Lauren si stava occupando di smistare le bustine degli ortaggi da quelle dei fiori, imprecando sommessamente perché le scritte indicative erano talmente piccole da danneggiare la vista.
«L'hai fatto oppure no?» Chiese con sussiego Normani, ottenendo solo un'occhiata furtiva da parte di Lauren che non si scomodò a guardarla negli occhi dopo averla riconosciuta, ma bensì continuò il suo lavoro metodicamente.
«Mani, non è giornata. Togliti dal cazzo, davvero.» Sbatacchiò la bustina delle carote nello scaffale apposito e marciò verso l'altra parte del negozio per depositare la confezione di gerani.
«Questo atteggiamento supponente può intimidire o eccitare, a seconda dei casi, solo le povere sciocche che ancora ti cascano ai piedi...» Si spostò al fianco della corvina, la rimirò con sguardo algido, incorniciato sotto un cipiglio ragguardevole «Ma non me.»
Lauren rimase immota per qualche istante a guardarla, esaminò i dettagli del suo volto contratto in un'espressione altezzosa e per un istante fu tentata di confessare, ma poi scosse la testa, la spostò sgarbatamente con una spallata debole e la oltrepassò, tornando ad immergersi nelle sue mansioni.
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Fight Back
Fanfiction14/04/2018 #6 in fanfiction 05/04/2018 #7 in fanfiction 28/03/2018 #11 in fanfiction 26/03/2018 #14 in fanfiction Lauren si classifica per le finale dei mondiali, ma viene amaramente battuta dalla sua rivale. Dopo tale sconfitta la sua vita subisc...