Capitolo sessantotto

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Ciao a tutti!

Volevo solo dirvi che so che il capitolo è più corto, ma non è facile incastrare tutto e ci tenevo quantomeno a pubblicare, quindi niente, tutto qui.

Il prossimo sarà più lungo, ma... Ve lo dico in fondo 😛

Buona lettura :)

Camila ansimava contro la spalla della corvina, mentre i loro corpi semi nudi ancheggiavano nell'ombra della notte, originando una dislocazione nel manto omogeneo.

Curve, e ancora curve, e ancora curve. Curve morfologiche che seguivano i loro movimenti, mentre la cubana era a cavalcioni sulla corvina e l'altra guidava le spinte dei loro bacini, confluendo in un ritmo dinamico ma reiterato.

Camila teneva le braccia attanagliate al suo collo, e la testa compiva cerchi lenti mentre il piacere erompeva disarmante nel suo scheletro.

Lauren risalì la sua schiena. I brividi suoi divennero quelli dell'altra, e viceversa. Le mani esperte della corvina sfilarono con agilità il reggiseno dell'altra, e le sue labbra si tuffarono immediatamente sulle scarne clavicole per poi sdrucciolare verso il minuto seno. Lauren avvolse le labbra attorno al capezzolo turgido dell'altra, succhiandolo avidamente e mordicchiandolo occasionalmente.

La cubana strinse le braccia attorno al suo collo, un po' per il piacere che le stormiva l'arcuato corpo, ma anche un po' per il fievole dolore che le provocavano quei morsi inopinati.

Lauren dedicò ad entrambi i seni le medesime attenzioni, e Camila spinse sempre con più impazienza il bacino verso il suo, producendo una frizione che fece gemere, incontrollate, entrambe.

A quel punto, Camila non resistette oltre alle provocazioni suadenti della corvina. Con una spinta assestata metodicamente, la fece ricadere sul materasso, paracadutandosi sul promontorio invitante formato dal suo petto.

I loro seni aderirono e nessuna delle due perse tempo. Lauren incastrò con maestria il suo bacino a quello dell'altra, dopodiché, aiutandosi con la forza delle gambe, riuscì a ribaltare la situazione e si trovò sopra il corpo tremulo dell'altra.

Lauren rimase impossibile per una manciata di secondi, ad ammirare la silhouette irreprensibile della cubana. Pareva una tela vivente, disegnata da una mano perfezionista. Camila tese le braccia verso di lei, avvertendo il desiderio serpeggiare famelico in ogni fibra del suo corpo, necessitando non di un exploit della sua stessa nascita, ma di un contatto con Lauren e Lauren soltanto.

La corvina precipitò su di lei, avventandosi sulle labbra tumide e rossastre della cubana, incapace di resisterle ancora. Camila, del tutto disinibita dalle ondate profonde che le scucivano l'ossatura, dimenticò la dignità altezzosa che entrambe avevano quasi sempre ostentato in momenti intimi come quello, è così afferrò la mano della corvina e la diresse spudoratamente verso il suo cumulo di nervi.

Lauren rimase inizialmente attonita, poi sorrise compiaciuta e saziò le voglie della cubana con cerchi concentrici animati sul suo punto debole. Camila lanciò la testa all'indietro, boccheggiando in cerca d'aria. Lauren, non contenta, depositò una serie di morsi lungo il suo collo, la spalla, la clavicola e di nuovo il collo, aumentando la pressione esercitata sul centro caldo della cubana.

Camila strinse il lenzuolo nei suoi pugni, mentre lasciava che il piacere la sommergesse, senza fare opposizione.

«Laur.. se non.. se non..» Deglutì, tentando di articolare una frase e al contempo respirare decentemente «Credo che io.. stia per..»

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