La luce artificiale proiettava le loro ombre sulla strada, allungandole a dismisura. Camila adesso si pentiva di aver indossato un vestito, perché un venticello facinoroso si era imprevedibilmente sollevato e le carezzava algido le gambe, tramandandole un fremito lungo tutto il corpo.I passi di Lauren riecheggiavano nella via, anche se non era completamente sole perché saltuariamente appariva un uomo, non propriamente sobrio, che camminava dall'altra parte del marciapiede, oppure una combriccola di ragazzi che vivacizzavano il metodico silenzio per poi allontanarsi e lasciare solo una scia remota delle loro risa goliardiche.
Lauren si armò dell'ennesima sigaretta. Per un momento il suono metallico dell'accendino che appiccava il tabacco fu il solo rumore nella via. La corvina aspirò a pieni polmoni, avvertendo uno sgomento torbido aggrovigliarsi nello stomaco, contraendole le labbra. Perché non era semplicemente tornata a casa? Espirò, osservando il velario grigio trapassato da un fascio di luce perpendicolare.
«Dicevo sul serio quando ho detto che quella roba ti fa male.» Troncò il silenzio la cubana, con tono reciso, ma lo sguardo fisso sulla punta delle scarpe.
Lauren mugolò infastidita, poi scosse la testa e aspirò un'altra boccata... Una parte di lei sapeva che, dopo l'ammonimento sgradito di Camila, condensare una nuvoletta grigia era un modo efficace per rimarcare la sua notoria controversia.
«In realtà, anche bere ti fa male.» Asserì strenuamente Camila, la quale sembra più bellica che mai.
Lauren roteò gli occhi al cielo, assicurò il filtro fra l'indice ed il medio, e mentre espirava chiese, scocciata «Puoi non farlo?»
«Che cosa?» Rimbeccò la cubana, scrollando rapidamente le spalle perché muovere un muscolo equivaleva ad essere travolta da un brivido, derivato dalla temperatura siderale.
«Farti i cazzi miei.» Rispose scostante Lauren, la quale trovava più pungente la curiosità di Camila che il respiro della notte gelida.
Camila sospirò rumorosamente, scuotendo la testa in maniera indiscreta, come se volesse palesare il suo tedio. Si aspettava che Lauren l'apostrofasse, ma dato che la corvina aveva intuito che dai suoi rimbrotti Camila avrebbe instaurato il successivo sproloquio edificante, tacque.
«È che... Mia madre è morta di alcolismo.» Le confidò in un sussurro talmente flebile che l'ululato del vento spazzò via, ma non prima che Lauren avesse recepito l'informazione.
Quella confessione, inaspettatamente, le provocò una fitta allo stomaco. Inspirò a fondo, deglutendo, e solo per un secondo dedicò uno sguardo alla cubana, poi lo riportò sul margine della strada e annuì.
«È stato tanto tempo fa, non preoccuparti.» Addusse precipitosamente Camila, come se volesse prevenire la compassione, che se anche da parte di Lauren era praticamente impossibile ottenere, non si era mai troppo prudenti «Io ero molto piccola, la conoscevo appena, mi ricordo poco.. Però, ecco, ho visto quanto bevi e credo che tu debba fare qualcosa ora che puoi risanare la situazione.» Il suo nervosismo era tangibile, non solo dal modo compulsivo con cui seviziava le dita, ma anche dal tono tremulo che più di una volta si era incagliato nelle parole.
Lauren lasciò cadere il mozzicone, sopprimendo i ghirigori con il passo successivo. Alzò la testa verso il cielo, scuro e scevro di luna, senza stelle o aeroplani che lo sorvolassero. Un cielo nero e spoglio proprio come i suoi sogni. Camila si affidava molto alla realtà, accantonando le illusioni a cui tutti vivevano appigliati.
«Mi dispiace per tua madre.» Disse dopo qualche attimo di silenzio, senza alcuno sforzo particolare perché sinceramente costernata «Ma ciò che le è successo, non è una norma ripetitiva. Può essere che a me non capiti.» Incassò le spalle, socchiudendo leggermente gli occhi.
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Fight Back
Fanfiction14/04/2018 #6 in fanfiction 05/04/2018 #7 in fanfiction 28/03/2018 #11 in fanfiction 26/03/2018 #14 in fanfiction Lauren si classifica per le finale dei mondiali, ma viene amaramente battuta dalla sua rivale. Dopo tale sconfitta la sua vita subisc...