Capitolo cinquantuno

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«Quante volte al giorno fate sesso?» Postulò imperterrita Dinah, ancora non soddisfatta delle risposte di Camila che non si sottrae a alle sue audaci richieste.

«C'è davvero scritto così?» Aggrottò le sopracciglia la cubana, protendendo la mano verso la rivista patinata che brandiva la polinesiana, ma venne severamente ammonita dallo sguardo raggelante che le dedicò l'amica.

«Stai dubitando di me, Mila?» Increspò le labbra Dinah, inarcando le sopracciglia per imprimere meglio l'espressione offesa si suo volto.

«Certo che sì.» Replicò franca la cubana, allungando nuovamente la mano nel vano tentativo di artigliare la rivista, ma stavolta fu direttamente uno schiaffo sul dorso a farla ritrarre.

«Ahia!» Protestò Camila, massaggiando il lembo subito arrossato.

«Vuoi fare il test, o no?» L'apostrofò pedantesca la polinesiana. Si era davvero calata nella parte, forse un po' troppo...

Camila ammutolì e la lasciò proseguire, rispondendo ad una ad una alle domande e sgridandola quando assumeva una postura esuberantemente comoda, stravaccandosi non solo sulla sua poltrona, ma permettendosi anche di ricusare gli invii chiamata che le segretarie inoltravano al suo ufficio. Camila aveva già tentato di rispondere alla squillante cornetta; così Dinah, stanca dell'impudenza della cubana, aveva deciso arbitrariamente di relegarla sul divano.

Camila camminò nolente verso il sofà, si lasciò cadere su di esso, sprofondando nell'imbottitura e somatizzò l'ansia da prestazione trastullandosi con l'angolo di un cuscino.

«Mai fatto fisting?» Domandò con nonchalance Dinah, sfilando una matita dal portapenne, e mordicchiando compulsiva il fondo legnoso di essa. 

«Fisti che?!» Squittì Camila, stampandosi un'espressione compiutamente perplessa sul volto.

«Tutto io ti devo insegnare.» Si pavoneggiò Dinah, sospirando annoiata e al contempo compiaciuta. Scese particolarmente nei dettagli, esponendo i suoi apprendimenti in materia come meglio riusciva.

«Quindi, fisting sì, o fisting no?» Ribadì la domanda, facendo sorvolare la punta affilata della matita sopra le caselle da barrare.

«No, direi proprio di no.» Lo escluse Camila, sbarrando gli occhi e scuotendo la testa, convinta.

«C'è anche l'opzione "mi piacerebbe provare."» Notificò la polinesiana, voltandosi verso Camila che per tutta risposta le riservò uno sguardo eloquente che non lasciò spazio ad alcun dubbio.

«Quindi scegli quest'ultima.» Comunicò Dinah, che nonostante avesse afferrato l'antifona celata nell'occhiata cupa della cubana, non si risparmiava mai dallo schernirla.

«Cosa? No! Non scelgo l'ultima... Ok, basta così!» La cubana balzò in piedi, dandosi una spinta in avanti con le braccia quando fu a metà corsa, dopodiché marciò fino alla postazione dell'altra e tentò di strapparle la rivista dalle mani, per l'ennesima volta.

«Ehi, ehi! Questo è un furto!» Recriminò squillante la polinesiana, annaspando per impossessarsi della rivista che tanto aveva agognato per l'intervista esclusiva ad Oprah.

«E la tua invasione della privacy.» Con un ultimo netto strattone riuscì a conquidere il giornalino di gossip.

Dinah aveva seriamente spuntato l'ultima opzione, al che Camila scosse la testa e richiuse ma rivista, sequestrandola alla legittima proprietaria fino al termine del turno lavorativo.

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