Capitolo trentanove

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Non pensarmi troppo. Pff.. Ma chi ci pensa a te!? Artigliò il labbro inferiore con le unghie, seviziandolo nervosamente.

Ma chi cazzo crede di essere?! Tamburellò il piede contro la moquette dell'auto, che ovattò il gesto convulso della cubana.

Perché non la lascio marcire in galera? Perché darsi tanta pena per una persona che non apprezza niente, se non il suo smisurato ego? Continuò a formulare Camila, mentre il suo sguardo errante serpeggiava fra le tortuose vie illuminate della città che sgranavano il fitto buio serotino.

«Mila!» Urlò per l'ennesima volta Ally, ottenendo finalmente l'attenzione di Camila che, dopo aver sussultato, scosse la testa e si voltò verso l'amica.

«Hai capito cosa ti ho detto?» Una dissonanza infastidita vibrò nella domanda retorica di Ally, consapevole che la cubana non aveva ascoltato nemmeno una parola.

«Ehm.. no, no perdonami.» Si scusò sinceramente Camila, fissando gli occhi sulla sua interlocutrice per darle ad intendere che, ora, aveva la sua completa attenzione.

Ally sbuffò sommessamente, aprì il cofanetto di cipria che custodiva in borsa ed usava all'evenienza. «Il mio amico si chiama Matthew, è leggermente più grande di te, ma è molto sexy.» Ammiccò, per poi riprendere a tamponare il viso con la spugnetta vellutata intrisa di cenere terrea.

Camila roteò gli occhi al cielo, lasciandosi sfuggire un sospiro annoiato. Non c'era una reale motivazione che decifrasse la sua avversione riguardo quell'appuntamento, forse perché l'ultimo risaliva all'età preistorica. O forse era solo agitata di commettere qualche infrazione, risultare ridicola, essere classificata come persona non interessante... Ma no, lei non aveva mai dato peso a queste futilità, inezie di poco conto che solo le persone superficiali annoveravano e, se una di queste le affibbiava l'increscioso titolo di "insipida", poco male. Non le importava affatto.

E allora perché non era contenta di conoscere una persona nuova, a tratti avvertiva la nausea assoggettarla traditrice. Un bel ragazzo, da come l'aveva descritto Ally, con la testa sulle spalle, sexy, con una carriera già avviata e un fondo economico autonomo... Il ritratto perfetto dell'uomo che Alejandro avrebbe volentieri accostato a lei.

Forse era quello, allora. Paura di deludere le aspettative di suo padre? O.. terrore di eccellere, di piacergli davvero? Presentarlo a casa, passare i Natali con lui, scartare i regali davanti alla cioccolata calda e un plaid comperato in un discount, e la Pasqua assieme, i compleanni.. Gli anniversari!

Cristo, Camila! È solo un'uscita! Si ammonì, accorgendosi di galoppare troppo prematuramente con il pensiero.

Era solo un appuntamento, se fosse andato male non si sarebbero rivisti mai più. Doveva imparare l'arte del hic et nunc, qui ed ora.

Ally intanto aveva terminato di rifarsi il trucco e adesso le sue gote erano talmente rosse che poteva essere facilmente scambiata per la controfigura di Heidi. Camila sorrise sotto i baffi, ma non le fece notare il suo scetticismo riguardo l'esagerazione maldestramente commessa, anche perché non era un'esperta in materia (al massimo utilizzava una matita nera per contornare gli occhi e un po' di rossetto quando occorreva) e forse quella era una nuova tendenza. Guance alla Heidi, nuovo cosmetico prodotto da Hayao Miyazaki.

Sorrise fra se e se, celando l'increspatura ingovernabile delle labbra con l'ausilio della mano e brevi colpi di tosse.

Appena la vettura costeggiò il marciapiede, Ally aprì incauta la portiera, precipitandosi fuori dalla macchina. Evidentemente il suo accompagnatore doveva interessarle molto, visto lo slancio giulivo che aveva effettuato. Camila, al contrario, scese lentamente dall'auto, sistemando la gonna del vestito che le solleticava le caviglie e riverberava ammaliante a causa dei punti luce sparpagliati sull'abito.

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