«Perché hanno contattato te? Il mio avvocato è tuo padre, non tu.» Domandò Lauren, mentre attendevano che le porte dell'ascensore si aprissero.La cubana era stagliata di fronte ad esse ed esaminava meticolosamente la pliche di carte, mentre Lauren sostava qualche metro dietro di lei, addossata alla parete dell'ascensore, contenta che non fosse munito di specchi cosicché il movimento irriflessivo dei suoi occhi vagheggiasse inosservato le curve allettanti di Camila.
«Perché l'ultima volta ero presente io all'incontro, quindi il suo avvocato ha contattato me.» Spiegò la cubana, senza alzare lo sguardo dai documenti, visibilmente angosciata.
Lauren sbuffò sarcastica e, sommessamente, soggiunse «O forse ti ha chiamata perché ha constatato quanta poca esperienza tu abbia.»
Camila si voltò di scatto, chiudendo il fascicolo con un suono sordo e indirizzò uno sguardo truculento verso Lauren, additandola «Sei stata tu a pattuire, tempo fa: basta con le battute.» Ringhiò a denti stretti, avanzando verso la corvina, che invece di ridimensionare la sua altera attitudine, drizzò le spalle e sostenne boriosa l'accusa.
Camila schiacciò Lauren contro la parete, letteralmente, affondando l'indice nel suo petto. I suoi occhi si erano ormai ridotti a due fessure sottili, e il respiro era mozzato. Lauren, invece, sorrideva provocatrice, anche se Camila non aveva ben chiaro quali delle due sfere stesse tentando di sollecitare: la rabbia o il desiderio?
«Sto lavorando per te, un po' di riconoscenza sarebbe il minimo.» Terminò la cubana, tamburellando il dito contro il suo torace.
Lauren aggettò le spalle in avanti, sorprendendo Camila con un movimento repentino che la fece trasalire. Le afferrò il polso, decisa, e lo spostò all'altezza della sua testa; poi accostò le labbra alle sue, talmente vicine che un respiro infrangeva il livore di Camila, levigandolo.
«Mi sembra di essere già abbastanza riconoscente, con te.» Mormorò con voce roca, sfiorando la bocca della cubana con il fremito della sua.
Camila inspirò profondamente, preparandosi per controbattere, ma oltre al cuore galoppante e al basso ventre pulsante, anche la sua ragione aveva subito ingenti danni.
Restarono a fissarsi per secondi di interminabile indecisione, entrambe vittime l'una dell'alterigia dell'altra, che se prima era considerata lo scoglio che le allontanava, ora era divenuta il punto d'incontro dei loro spirito ribollenti. D'altronde va sempre così; i simili si respingono solo per timore della forza che li attrae.
Un suono acuto interruppe il loro momento, avvisandole di esser arrivate al piano. Camila di distaccò rapidamente, ma non abbastanza veloce da non essere notata dalle segretarie che, durante i momenti smorti, ammazzavano il tempo scommettendo su chi si celasse dietro le porte ermetiche. Così quel giorno colsero anche l'opportunità di un pettegolezzo che Camila era certa l'indomani si sarebbe diffuso in tutta l'azienda. Ma poco importava. Non stava baciando Lauren, erano solo vicine... Maledettamente, pericolosamente, voluttuosamente vicine.
Si schiarì la voce, ed uscì per prima dal cubicolo, ignorando gli sguardi indagatori delle segretarie e il conseguente brusio che si alimentò dopo che ebbero svoltato entrambe l'angolo.
Camila aprì la porta dell'ufficio, mirò dritta alla sua sedia e si accomodò, mentre Lauren sedette sulla sua solita poltroncina di fronte a lei.
«Non credo che Marianne stia strutturando qualche strategia, secondo me è solo intenzionata a parlarti, ma non si è mai troppo cauti...» Sparpagliò i documenti sulla scrivania, passando in rassegna uno ad uno fino a stanare quello che abbisognava «Firma qui.» Porse la penna a Lauren, facendo scivolare il foglio sotto al suo naso.
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Fight Back
Fanfiction14/04/2018 #6 in fanfiction 05/04/2018 #7 in fanfiction 28/03/2018 #11 in fanfiction 26/03/2018 #14 in fanfiction Lauren si classifica per le finale dei mondiali, ma viene amaramente battuta dalla sua rivale. Dopo tale sconfitta la sua vita subisc...