2- New York

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Arrivammo a casa di Michael dopo pranzo. Il viaggio in aereo era stato piuttosto noioso, e il tassista che ci aveva portate a casa di Michael era forse troppo loquace e io e mia madre troppo stanche per fare conversazione.
Comunque Michael aveva accolto mia madre con un caloroso abbraccio, per fortuna senza baciarla davanti a me.
Sapevo di essere dura nei suoi confronti e sicuramente potevo sembrare una figlia che non portava rispetto, ma non era così. Io amavo mia madre, lei mi era rimasta sempre accanto e avrei accetto New York se stare lì la rendeva felice. Ma adesso nel vedere una casa che non era la mia provai un moto di sconforto che mi portava ad essere scontrosa.
Michael era un uomo di media statura, con dei piccoli occhi di un blu intenso. Chiaccherarono per qualche minuto, mentre io mi guardavo intorno per cercare di sbirciare cosa c'era dentro la casa, fin quando non sentii il mio nome.
<<Jess, ci sei tesoro?>> mia madre posò una mano sulla mia spalla.
<<Ehm...si>>
<<Ciao Jessica, io sono Michael. Ero preso dalla conversazione e non mi sono presentato>> l'uomo, con un sorriso sincero, mi porse la mano. La fissai per qualche istante, poi la strinsi.
<<So chi sei>> dissi.
<<Io anche so chi sei>>
<<Okay>>
<<Jess, cerca di essere meno fredda>> mi consigliò mia madre in un sussurro.
<<Non ti preoccupare Sara, posso solo immaginare come si sente ora. E poi Tyler ha la sua stessa età quindi sono abituato a certi comportamenti adolescenziali>> annuì, sempre sorridendo. Dio, era snervante <<Ora entriamo, questa è casa vostra>>
Già, casa mia.
<<Ma dov'è Tyler?>> chiese mia madre, posando le valigie all'ingresso.
<<Non lo so. Ieri sera è uscito e non è più tornato. Ho provato a chiamarlo ma non mi risponde. Mi dispiace che non sia qui. Sono giorni che esce la sera e torna quando gli pare>>
<<Sicuramente tra poco tornerà e avremmo modo di conoscerci bene>> da quello che sapevo, una volta mia madre aveva incontrato Tyler perché Michael non si fidava a lasciarlo a casa solo. Doveva essere proprio un delinquente quel tizio per essere controllato ventiquattro ore su ventiquattro.
<<Posso vedere la mia stanza?>>
<<Certamente. Ultima porta a destra al piano superiore>> annuii e seguii le indicazioni che Michael mi aveva dato. 
Appena aprii la porta rimasi a bocca aperta, perché la stanza era molto carina e spaziosa. Pensavo di ritrovarmi in un buco di camera, invece quella davanti a me era tutto il contrario. Le pareti erano dipinte di lilla, sicuramente mia madre aveva detto a Michael che era il mio colore preferito, e il letto da una piazza e mezza era posizionato al centro della stanza. Accanto un comodino. Davanti al letto c'era il televisore con vicino la scrivania e l'armadio di legno marrone. La porta della stanza venne spalancata e ritrovai Michael che trasportava le mie valigie.
<<Ecco a te>>
<<Grazie>> abbozzai un sorriso.
<<Senti, so che probabilmente ti sto già antipatico e vorresti tornare a casa tua, ma farò in modo che tu ti trovi bene in casa e in città. Tyler ti piacerá>> disse imbarazzato <<Spero>> aggiunse.
<<Si, lo spero>> risposi, poi lui uscì dalla stanza e iniziai a mettere in ordine le mie cose.
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Tyler pov's

<<Tyler! Amico, ti vuoi svegliare!>> urlò qualcuno e quella voce stridula mi fece aprire un occhio. Mi stiracchiai per bene, ma il materasso era così scomodo. Quello non era il mio letto.
Aprii di scatto gli occhi e balzai in piedi.
<<Finalmente, pensavo fossi morto!>> vidi Logan sorridere a causa del mio sguardo smarrito, mentre Justin imprecava a bassa voce.
<<State zitti idioti>> disse, per poi girarsi dall'altro lato del...lenzuolo. Aveva dormito beatamente sul pavimento.
<<Devo andare>>
<<Lo so, ecco perché ho cercato di svegliarti>> Logan sbadigliò.
<<Che brutta giornata che mi aspetta!>>
<<Amico è solo una donna in casa, non ti darà fastidio>>
<<Due donne in casa Logan. La fidanzata di mio padre e la figlia>> dissi, mentre infilavo le scarpe e correvo dall'altra parte del salotto per raccogliere le chiavi di casa.
<<E quanti anni ha la figlia?>> domandò Justin.
<<Quando si tratta di ragazze ti svegli subito vedo>> lo derise Logan.
<<Si, vedi bene. Ma dove cazzo ho dormito! Ecco perché mi faceva male la schiena stanotte>> si lamentò, guardandosi intorno smarrito. Ci eravamo ubriacati cosi tanto da non ricordarci nulla.
<<Dovrebbe avere la nostra età, comunque>> presi il giacchetto dall'attaccapanni.
Justin scattò in piedi.
<<Ti prego, presentamela>> disse, facendomi sorridere <<Però deve essere carina>>
<<Si si, te la presento subito amico, stai tranquillo>> lo rassicurai ironicamente. Poi me ne andai, senza salutare e senza ascoltare un'altra sua parola.
Misi in moto l'auto e partii in velocità, per arrivare il prima possibile a casa.
Quando parcheggiai nel vialetto un moto d'ansia si impossessò di me. Mio padre mi avrebbe ucciso quella volta, lo sapevo bene. Lui ci teneva a questo primo incontro e voleva che io fossi presente per accogliere le ragazze nel migliore dei modi. E invece io, per l'ennesima volta, ero scappato per tutta la notte. Lo facevo dannare quel poveraccio, ma in fondo gli volevo un gran bene, perché a differenza di mia madre era rimasto con me, nonostante non fossi il figlio perfetto da desiderare.
<<Tyler, ciao tesoro!>> esclamò Sara appena entrai in casa, avvicinandosi per darmi un'abbraccio. Era veramente una bella donna quindi iniziai a fantasticare sulla figlia.
<<Ciao Sara, ciao pa. Mi dispiace per->> cominciai a scusarmi come al solito, ma l'uomo seduto sul divano con aria seria mi interruppe.
<<Dove sei stato?>>
<<Mi sono addormentato tardi a casa di Logan e mi sono svegliato poco fa. Scusa>> abbassai lo sguardo.
<<Volevo che ci fossi. Dovevi esserci>> esclamò infuriato <<Sei in punizione per tutta la prossima settimana. Niente uscite e non ti azzardare ad invitare i tuoi amici in casa. Sono stato chiaro?>> annuii, senza protestare <<Bene. Ora va da Jessica e trattala bene>> mi puntò un dito contro. Salii al piano superiore e cominciai a bussare alla porta della sua stanza. 
Dopo pochi istanti una ragazza poco più bassa di me, con dei lunghi capelli biondi legati in una coda alta e dei splendidi occhi chiari mi aprii la porta. Rimasi a bocca aperta per qualche secondo perché era veramente una bella ragazza.
Da quando mio padre mi aveva avvertito sul fatto che sarebbe venuta ad abitare qui non avevo mai pensato al suo aspetto, semplicemente perché non mi importava. E adesso mi ritrovavo una ragazza del genere davanti.
<<Tu sei Tyler, vero?>> chiese lei. Ci misi un po' a realizzare che mi aveva posto una domanda, perché ero rimasto fisso ad ammirarla. Solo quando aggrottò la fronte mi riscossi.
<<Oh ehm... si, sono io. Tu sei Jessica invece?>> ma che razza di domanda era? Sapevo già chi fosse. 
<<Proprio così>> annuì ma, notando che non rispondevo, alzò un sopracciglio <<Ti serve qualcosa?>> mi risvegliai dai miei pensieri.
<<No no, volevo solo presentarmi. Mio padre ci teneva>>
<<Bene ora che mi hai conosciuta puoi anche andare>> fece per chiudere la porta ma io la bloccai con un piede.
<<Sei scontrosa>> notai, assumendo uno sguardo scettico.
<<No, sono già stufa di abitare qui>> sbuffò.
<<Senti neanche io voglio averti tra i piedi ok? Ma purtroppo quei due stanno insieme e questa è la realtà. Quindi cerchiamo di essere persone civili>> dissi tutto d'un fiato.
<<Senti lo so perfettamente che questa è la realtà. Ma anche se lo è io continuo a non volerti tra i piedi!>> esclamò. Era bella, si, ma anche una gran rompi palle.
<<Sei proprio una bambina>> scossi la testa divertito.
<<Io non sono una bambina!>>
<<Si che lo sei>>
<<Bugiardo...Neanche mi conosci>>
<<Ma sei hai appena detto che ci siamo conosciuti>>
Inarcò un sopracciglio.
<<Senti io ora devo mettere a posto le mie cose. Se non ti dispiace dovresti andartene>>
<<No non mi dispiace. Ciao>> dissi voltandomi. Poi sbatté la porta e mi lasciai andare ad un sospiro. Come primo incontro era stato davvero pessimo. Vidi Sara salire le scale e, quando i nostri sguardi si incrociarono, mi sorrise.
<<L'hai conosciuta immagino>> si avvicinò.
<<Già. Bel primo incontro>> ammisi con ironia.
<<Tyler, lasciala stare. È così, un po' scontrosa. Ma stai tranquillo che si calmerà>>
<<Lo spero>> risposi sorridendo. Lei ricambiò il sorriso e poi andò in camera sua.
  

Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora