45-Ti odio, stronzo

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Ho ripubblicato il capitolo 45 visto che wattpad me l'aveva cancellato.

Non parlare con Tyler si verificò più difficile del previsto. Per fortuna mia madre e Michael non si erano accorti di nulla, altrimenti avrebbero fatto una miriade di domande ad entrambi. Mi sentivo terribilmente in colpa. Sapevo perfettamente di aver sbagliato e sicuramente il perdono di Tyler sarebbe stato difficile da conquistare. Io odiavo le bugie, eppure ero stata la prima a mentire...per di più al ragazzo che mi piaceva. Scacciai con i piedi i libri dal letto, ormai avevo rinunciato alla concentrazione e mi alzai. Subito una domanda mi balenò in mente: chi era stato a dire a Tyler ciò che era successo? Solo Ethan lo sapeva. E se fosse stato lui?
Non avevo più le forze di pensare, cosi scesi al piano inferiore per prepararmi un panino
Appena tornai in camera trovai Tyler che frugava tra i miei libri di scuola.
<<Che fai?>> lui sobbalzò dallo spavento, facendo cadere a terra il mio astuccio.
<<Jess. Scusami, stavo cercando il libro di storia. Il mio l'ho scordato
nell'armadietto>>
Presi il libro di storia e glielo porsi.
<<Grazie>> non mi guardò, non sorrise. Si limitò soltanto a fare un passo verso l'uscita.
<<Tyler, aspetta un secondo>> lo fermai.
<<Jessica devo studiare>>
<<Due minuti, ti prego>> alzò gli occhi al cielo e sospirò pesantemente.
<<Cosa c'è?>>
<<Chi è stato a dirti del bacio?>> domandai senza tanti giri di parole. Finalmente i suoi occhi incrociarono i miei, sentii il mio cuore aumentare il battito.
<<Non mi va di parlarne>>
<<Lo so, lo capisco, neanche a me va di ricordarlo, ma devo saperlo>> restò in silenzio <<Lo sapevamo solo io e Ethan. È stato lui, vero?>> insistetti e Tyler non rispose. Come si suol dire, chi tace acconsente.
<<Non ci posso credere>>
<<Si, è stato lui>>
<<Che stronzo! Adesso lo faccio fuori>>
<<Guarda che non cambierà niente tra noi due. Dovevo saperlo da te Jess>> mi indicò con un dito.
<<Cazzo lo so Tyler! E come ti ho già spiegato, stavo solo cercando il momento giusto>>
<<Posso sapere quando sarebbe stato?>> la sua voce si fece più dura e arrogante. Lasciai la bocca aperta, perché non mi aspettavo tutta questa cattiveria. Anche se, a dirla tutta, me la meritavo. Scrollai le spalle, non sapevo veramente quando glielo avrei detto.
<<Il prima possibile comunque>>
<<Certo. Ci credo>> uscì dalla camera senza darmi il tempo di ribattere o di chiedergli di rimanere ancora un pò. Poi mi tornarono in mente le parole di poco prima: era stato Ethan. Aveva tradito la mia fiducia, non mi aveva dato il tempo di confessare. Mi aveva fatto un torto. A me, una sua amica. Quella su cui poteva contare sempre. Mi sedetti sul letto ancora sconvolta. Pretendevo delle spiegazioni.
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POV'S TYLER
Stavo tornando a casa dopo aver passato la mattinata a casa di Zac. Mentre percorrevo una piccola stradina, contornata da villette costose, intravidi da lontano un'auto a me conosciuta. Quando mi affiancò ne approfittai per guardare all'interno e vidi Ethan che, dal canto suo, mi sorrise con crudeltà. Mi fermai sul marciapiede e aspettai che parcheggiasse l'auto. Poi lo raggiunsi.
<<Parker, è un piacere vederti>>
<<Ehi amico, che ci fai da queste parti?>> odiavo quando mi chiamava amico. Questa confidenza nei miei confronti non era affatto gradita.
<<Sono venuto a trovare Zac>> subito dopo lanciai un'occhiata alla casa <<Bella villetta, complimenti>>
<<È simile alla tua>> scrolló le spalle <<Jessica, come sta?>
<<Come dovrebbe stare? Bene, si riposa>> il ragazzo alzò un sopracciglio con fare malizioso.
<<Sai quella ragazza non smette mai disorprendermi>>
<In che senso?>>
<<Poche sere fa siamo stati insieme>>
<<Aspetta...cosa? E dove?>>
<<Abbiamo fatto sesso>> lo fulmai con lo sguardo e mi preparai a colpirlo con un bel pugno sul naso. Quando scoppiò a ridere, però, capii che scherzava.
<<Calmati amico. Era solo uno scherzo. Ci tieni tanto a lei eh>>
<<Si, ovvio>>
<<Scommetto che non avete segreti. O almeno è quello che pensi tu>>
<<La smetti di fare questi giri di parole del cazzo? Hai qualcosa da dirmi?>>
<<Io no, dovrebbe essere lei a farlo>>
<<Parker ti conviene parlare>>
<<Altrimenti?>> mi sfidò con un ghigno in volto.
<<Ti spacco quella faccia da stupido che ti ritrovi>>
Iniziò a ridere di nuovo e questo mi irritò parecchio.
<<Va bene, va bene. Parlo>> alzò le mani come per farmi capire che si era arreso. Sapeva di star sbagliando a sfidarmi.
<<Non ho tutto il giorno Ethan, quindi sbrigati>>
<<Se fossi in te non vorrei saperlo>>
<<Ma non sei in me, quindi apri la bocca e parla una buona volta>>
<<Ci siamo baciati>> sputò fuori. Indietreggiai, come se mi avessero colpito in pieno stomaco.
<<Scusa, puoi ripetere?>>
<<Davvero vuoi che ripeta?>>
<<Si cazzo!>>
<<Ci siamo baciati amico. Cosa c'è di difficile da capire?>>
Lo guardai in cagnesco e, accecato dalla rabbia e delusione, lo colpii in pieno volto con un pugno. Le nocche si riempiono subito di sangue e lui cadde a terra.
<<Tyler ma sei impazzito!>>
<<Come cazzo hai potuto! Bastardo!>> cercai di colpirlo di nuovo, ma lui schivò il colpo.
<<È stato solo un bacio>>
<<Per me conta tanto! Ma perché... Non ci posso credere. Lei neanche me ne ha parlato!>>
<<Ethan! Che succede qui?>> una donna sulla quarantina fece cadere a terra la borsa e corse dal figlio. Io scappai prima che potesse vedermi e dirmi qualcosa.
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JESSICA POV'S
L'unica cosa che mi restava da fare era andare da quel cretino di Ethan. Presa da un'improvvisa scarica e voglia di sapere, indossai le prime scarpe che mi capitarono sotto mano e, dopo aver avvertito mia madre, corsi verso casa del ragazzo. Passai, come sempre, davanti la piccola libreria che quel giorno però stava per chiudere.
Mi accorsi di essere arrivata solo grazie alla cassetta della posta che si trovava all'entrata della villa, con su scritto il cognone Parker e un altro a cui però non diedi spago. Suonai il campanello due volte di seguito. Venne ad aprirni una donna dai capelli a caschetto, color rame, e dei grandi occhi neri.
<<Salve. Cerco Ethan>> dissi, provando a guardare se c'era qualcuno dietro le sue spalle <<Sono Jessica, una sua amica>> le porsi le mano. La donna ricambiò la presa con piacere.
<<È un piacere conoscerti. Io sono Jocelyn>> sorrise sincera <<Mi dispiace ma Ethan non è in casa. Vuoi lasciare qualche messaggio per lui?>>
<<No, in realtà dovrei parlargli di persona>> ammisi, un pò delusa dal non trovarlo in casa <<Sa dove possa essere a quest'ora?>> erano le sei del pomeriggio.
<<Non so che genere di posti frequenti mio figlio>> scrollò le spalle.
<<Capisco>> annuii.
<<Ma dai, entra. Aspettalo qui>>
<<No, no, la ringrazio. Quando torna a casa può dirgli di chiamarmi però?>>
<<Certamente. È stato un vero piacere>>
<<Anche per me. Arrivederci>> finsi un sorriso e poi voltai le spalle. La porta d'ingresso si chiuse, cosi, rassegnata, feci per tornare a casa.
Ma la porta si aprì di nuovo e Jocelyn mi richiamò.
<<Si?>>
<<So dove potrebbe essere Ethan>>
Allora Dio esiste!
<<Ah si? Dove?>>
<<Sulla Fifth Avenue c'è un disco pub. Lui va spesso lì con dei suoi amici, mi dice. Non so, potresti provare>>
<<Grazie mille>> mi descrisse rapidamente il disco pub, sorrisi raggiante e me ne andai.
Arrivai alle sette e trenta, purtroppo avevo perso tempo ad aspettare l'autobus. La Fifth Avenue era stracolma di gente dall'aspetto colto e ragazzi di qualunque etá. Ma non c'era ombra del pub che Jocelyn mi aveva descritto. Poi svoltai a destra, una stradina più stretta e meno popolata. Sentii la musica un pò più avanti, cosi raggiunsi quel rumore. Finalmente lo vidi. Senza fermarmi troppo a fissarlo entrai. Subito una ragazza mi venne addosso.
<<Scusa, colpa mia>> disse, poi tornò a bere con le sue amiche.
Cavolo, questo disco pub non era affatto piccolo, trovare Ethan sarebbe stata un'impresa ardua.
Invece no. Lo trovai quasi subito e per questo benedii il Signore. Si stava baciando con una ragazza piena di piercing e tatuaggi, con i capelli rossi e corti e un abito striminsito.
Io mi sto gelando con dieci felpe addosso e lei va in giro cosi?
<<Ethan!>> esclamai, ma la musica era troppo alta e non mi sentii.
<<Ethan!>> urlai di nuovo avvicinandomi a lui e la sua nuova conquista.
<<Cazzo>> imprecai <<Ethan Parker!>> questa fu la volta buona.
Allontanò la ragazza e si girò. Mi vide subito e i suoi occhi si ridussero a due fessure.
<<Jessica, ma che ci fai qui?>>
<<È la tua ragazza?>> chiese la tizia, indicandomi con disprezzo. La ignorai.
<<Possiamo parlare?>> domandai.
<<Sono impegnato, non vedi?>> la rossa si avvinghiò a lui e solo in quel momento notai le unghie affilate tinte di rosa.
<<Si lo vedo. Non hai neanche due minuti?>>
La musica mi stava stordendo, ed anche l'odore di alcool. Lo stesso che Ethan iniziò a sorseggiare.
<<No. Ci vediamo a scuola>>
Poggiò il bicchiere sul bancone e poi riprese a baciare la ragazza.
Ma io non potevo andarmene.
<<Ho saputo di ciò che hai detto a Tyler>>
La ragazza indietreggiò di nuovo e sbuffò. Ethan, adesso, aveva tutta l'attenzione su di me.
<<E allora?>> chiese brusco.
<<E allora? Sul serio Ethan?>> rimasi sorpresa dalla sua strafottenza <<Perché diamine l'hai fatto?>>
<<Mamma mia quanto sei melodrammatica>> la rossa roteò gli occhi al cielo <<Fatti una bevuta tesoro>>
<<Non ne ho bisogno, grazie>>
Solo in quel momento mi resi conto che, forse, era qualche anno più grande di noi.
<<Okay Olivia lasciaci soli>> Ethan prese la parola.
<<Ma io sono Margaret>> disse lei con un velo di delusione.
<<Margaret, giusto. Vattene. Dopo ti raggiungo di nuovo>>
Questa Margaret sorrise con malizia e poi, sculettando e attirando l'attenzione di Ethan, si allontanò.
<<Non ti ricordi neanche il suo nome>> affermai con disgusto. Bevve il resto della bevanda, poi chiese un altro bicchiere.
<<Pensi che lei sappia il mio?>>
<<Non mi importa, sono venuta qui per altro. E smettila di bere, sei già abbastanza ubriaco>>
<<Fatti i cazzi tuoi>> deglutii <<Quindi Tyler ti ha detto tutto>>
<<Ma come hai potuto? Sai quanto tenga a lui->>
<<Si, tieni a lui, lo ami e bla bla bla>>
<<Da ubriaco sei ancora più stronzo>>
<<Non ti sembravo cosi tanto stronzo la scorsa sera, quando mi hai baciato>>
<<Non dire cavolate!>> alzai un dito per interromperlo <<A baciarmi sei stato tu!>>
<<Mi hai respinto?>> sembrava del tutto calmo, mentre io stavo lentamente perdendo la pazienza.
<<Mi domando cosa ci trovino le ragazze di bello in te. Sei un mostro>>
<<Un mostro che però ti piace baciare. Ricordi il nostro primo incontro, no? È successa la stessa cosa>> scrollò le spalle.
<<Ma chi ti credi di essere?>>
<<Nessuno>> sorrise.
<<Esatto. Nella mia vita non sei nessuno. Conti zero>>
Okay, stavo esagerando. Lui non contava zero, affatto.
<<Ne sei sicura?>> alzò un sopracciglio. Era bellissimo quando lo faceva. Jess,riprenditi...
<<Ma la smetti di sfidarmi?!>> sbraitai <<Sei un coglione! Hai fatto una cosa del genere a me? Perché?>>
<<Giusto per vedere la reazione di quel bastardo>>
<<Qui l'unico bastardo sei tu!>> urlai <<Ti odio!>> colpii sul petto <<Sei un vero coglione>> continuai a riempirlo di pugni e insulti. Fin quando le sue labbra non si posarono sulle mie.

Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora