Aprii lentamente le palpebre. Vedevo tutto sfocato, sentivo delle voci che però non riuscivo a decifrare bene.
<<Si sta svegliando>> disse qualcuno alla mia destra. Era una voce femminile, sicuramente appartenente a mia madre. Non ricordavo molto di quello che era successo prima di svenire. In realtà, non ricordavo niente. Mia madre fece unire le nostre mani, per poi sorridere.
<<Tesoro, come ti senti?>> mugugnai qualcosa di incomprensibile. Osservai per bene tutta la stanza, notando anche la presenza di Michael e Tyler.
<<Meglio>> sussurrai. Lentamente mi misi a sedere sul letto, strofinando le mani sul volto <<Che è successo?>>
<<Sei svenuta. Non ricordi?>>
<<Non tutto. Non ricordo il motivo per cui sono svenuta>> ammisi. Proprio in quel momento entrò dentro la stanza mio padre, che urlava con qualcuno al telefono.
<<Ti ho già detto che tornerò tra pochi giorni! Si, dopo ti chiamo. Come puoi pensare una cosa così, amore?!>> stava parlando sicuramente con sua moglie. Mamma alzò gli occhi al cielo, con fare drammatico, poi si rivolse a mio padre.
<<Potresti smetterla di urlare! Jessica si è appena ripresa>> lui allontanò il telefono dall'orecchio.
<<Come dici? No, amore, calmati>> non aveva dato ascolto alle parole di mamma, che uscì furiosa dalla camera. Non lo voleva qui. Michael la seguì, per darle conforto. Il conforto che i miei genitori non si erano mai dati.
<<Ci sentiamo. Si ciao>> chiuse la chiamata, per poi mettere il telefono nella tasca dei jeans. Sbuffò. Chissà cosa gli aveva detto quella donna. Chissà cosa gli aveva suggerito: probabilmente di scappare di nuovo da me. Da noi.
<<Come ti senti?>> domandò senza guardami in faccia.
<<Meglio. Ma potevi evitare di urlare in camera>> d'improvviso ricordai tutto quello che era successo prima di svenire. Era lui la causa.
<<Scusa è che...Mia moglie mi fa esasperare, non si fida>>
<<Chissà perché>> dissi a bassa voce.
<<Cosa hai detto?>>
<<Niente, lascia stare. Perché ti fa esasperare? Non sopporta il fatto che tu sia in casa con la tua ex e tua figlia? È gelosa? Non dovrebbe>>
<<Jessica, non voglio discutere con te, ma penso che dovresti darti una calmata>> mi avvisó, con fare autoritario. Io darmi una calmata?
<<Sto solo dicendo come la penso>>
<<Non mi interessa sapere la tua opinione. Soprattutto su cose che non ti riguardano>>
<<Si, hai ragione. A te non è mai importato sapere come la penso, se sto male. Che sbadata>> sospirai <<Visto che tua moglie fa la gelosa e tu il superiore, te ne puoi anche andare. Intendo dalla casa>> ero stanca dei suoi giochetti. Arrivava senza preavviso, faceva il padre buono e poi si comportava così. Non potevo sopportarlo.
<<Dici sul serio?>> domandò perplesso.
Devi mostrarti forte. Perché tu lo sei...
Ricordai le parole di Tyler. Sorrisi amaramente, convinta più che mai di ciò che avevo detto.
<<Mai stata più seria in vita mia>>
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Tyler pov's
Jessica era una ragazza forte, testarda e maledettamente bella. Vedere suo padre scendere le scale con una valigia in mano, causò dolore il lei. Come biasimarla. Nonostante tutto era suo padre, il suo eroe che aveva fallito una missione importante: portare felicità in famiglia. Jessica seguì il padre fino alla porta con le lacrime agli occhi. Le presi la mano e la strinsi con forza, volendo solo il meglio per lei. Il meglio che io non potevo darle, essendo uno stronzo patentato. Ma quello non era il momento adatto per i rimpianti.
<<Allora, ci vediamo>> disse il padre offeso. Cercò di prendere la mano di Jessica, che si allontanò da lui. Si allontanò dal passato, il suo incubo più grande che l'accompagnava sempre. E la capivo. Io avrei reagito anche peggio alla vista di mia madre. L'avrei mandata via a calci in culo, se necessario. E papà mi avrebbe aiutato perché la pensava esattamente come me. L'abbandono è brutto, ma i genitori non lo capiscono. Pretendono di essere perdonati.
<<Sparisci!>> esclamò Sara, facendo la sua comparsa dalla cucina.
<<Me ne sto andando, non vedi?>> Jake era...triste. Non voleva andare via. Ma solo cosi avrebbe reso la vita di sua figlia migliore. Sparendo per sempre.
<<Datti una mossa!>> Sara non vedeva l'ora di levarselo dai piedi. Mio padre aveva prenotato un albergo per lui, per farlo stare bene. Anche se non lo meritava. Jessica chiuse gli occhi, stanca, stremata.
<<Bene. Ciao Sara, spero che tu abbia una vita migliore di quella che hai avuto con me>> lei sorrise, ma era un sorriso amaro, falso. Forzato.
<<Sicuramente sarà così>> e se ne andò. Salì le scale, lentamente, senza mai girarsi. Jake la osservò un'ultima volta, per poi rivolgere l'attenzione alla ragazza che teneva saldamente la mia mano.
<<E tu, piccola mia>> le accarezzò i capelli. Lei seguì ogni suo gesto, non lo allontanò. Non ne aveva la forza <<Sei bellissima. Meriti tutta la felicità del mondo. Quella che non hai avuto con me. Tua sorella ti saluta, dice che vuole vederti. Farò in modo che sia cosi>> aprì la porta. Una folata di vento fece muovere i capelli di Jessica. Si guardarono l'ultima volta prima di abbandonarsi. Questa volta per sempre. La porta si chiuse, intrappolando nuovamente tutti noi nel buio più totale. Nella casa regnava il silenzio. Nessuno proferiva parola, anche perché non c'era niente da dire. Jessica lasciò la mia mano, che ricadde lungo i fianchi.
<<È andato via>> sussurrò. La guardai di sottecchi.
<<Si. E non deve tornare>> continuò mio padre che teneva le mani incrociate al petto.
<<No. Non deve>> confermò lei, scuotendo la testa. Una giornata triste come questa non la passavo da anni. Papà si allontanò dal soggiorno, amareggiato. Vederlo così mi faceva male. Diedi un bacio sula guancia a Jessica che, dopo avermi sorriso, se ne andò in camera sua. Io
raggiunsi mio padre. Era seduto su una sedia, le mani a sorreggere il volto stanco.
<<Papà, tutto bene?>> chiesi, sapendo già la risposta.
<<Tyler>> non si aspettava di trovarmi qui, perciò pronunciò il mio nome con stupore <<S-si,va tutto bene. Sono solo...scosso>>
<<Immagino. Anche io lo sono>> mi accomodai sulla sedia di fronte la sua.
<<Non capisco perché sia tornato. Come gli è saltato in testa?>>
<<Non lo so. Ma, per fortuna, è andato via>> sospirai. Papà alzò lo sguardo su di me.
<<Hai fatto bene a consolare Jessica. Aveva bisogno di qualcuno che la capisse>> scrollai le spalle.
<<Era il minimo che potessi fare. Insomma, anch'io l'ho resa triste>> ammisi. L'uomo davanti a me aggrottò la fronte.
<<Vuoi parlarne?>> alzai un sopracciglio. Non affrontavamo un discorso serio da tempo.
<<S-si. È che non so come iniziare. A me Jessica piace tanto, ma->>
<<Non sai come lasciare Jennifer>> terminò al posto mio la frase. Annuii. Mi stava capendo con un solo sguardo.
<<Ma tu ami Jennifer?>>
<<Amare è una parola grossa, papà. Mi piace, è una bella ragazza. Forse non è quella giusta>>
<<Questo lo sai solo tu. Devi capire se ti trovi meglio con Jessica o Jennifer. Non posso prendere io la decisone. Ma non prendere in giro nessuna delle due. Soprattutto Jessica. È stata già abbandonata e delusa una volta, merita di essere felice>>
Sorrisi. Ci alzammo in piedi contemporaneamente.
<<Grazie papà>> mi diede una pacca sulla spalla per poi stringermi in un caloroso abbraccio.
<<Di niente. Ricorda: scegli solo quello che ti rende felice>>
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SPAZIO AUTRICE
Ciaooooo!!!
Lo so,mi starete odiando. Sono stata assente veramente per tanto tempo,ma non avevo fantasia. Mi dispiace tanto😯💙
Comunque spero che il capitolo,anche se corto,vi sia piaciuto. Cosa ne pensate.
Jessica ha fatto bene a cacciare il padre da casa? Fatemelo sapere nei commenti.
Un bacione❤
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Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)
Romance[Completa] Jessica Ross, diciassette anni, vive ad Hollywood con sua madre Sara, una donna che nonostante le difficoltà passate è riuscita a prendersi cura della figlia e a non farle mancare niente. È una ragazza che crede nell'amicizia e non si las...