52-Fare la cosa giusta

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Finalmente la stressante giornata scolastica terminò. Per fortuna il preside non ci aveva sospesi, ma ci informò comunque che avrebbe fatto sapere ai nostri genitori l'accaduto. Tutti ci alzammo in piedi per sistemare gli zaini. Buttai l'occhio su Kyle che, allegramente, chiaccherava con i suoi amici. Zac, che si trovava al mio fianco, sbadigliò per poi salutarmi e dirigersi a casa sua. Mentre chiudevo la zip del mio odiato zaino, qualcuno mi richiamò toccandomi la spalla. Mi girai e vidi Chloe. Che altro voleva da me?
<<Jessica, il preside ti ha sospesa?>> la sua curiosità era evidente, ma, dopo quello che mi aveva fatto, non ne capivo il motivo. Ormai avevamo preso strade diverse, compagnie diverse.
Nonostante ciò le risposi.
<<No, per fortuna>> in tutta risposta lei sospirò sollevata.
<<Oh, menomale. Temevo che->>
<<Che?>> la spronai a continuare.
<<Che ti incolpassero di qualcosa che non hai fatto. Quando sono tornata in classe con Justin e non ti ho vista, ho subito chiesto spiegazioni a Logan>>
<<Grazie per esserti interessata ma cosa ti importa di me?>>
<<Jessica senti, mi dispiace per aver difeso Justin ma lui è il mio ragazzo>> scrollò le spalle, credendo di aver ragione, di aver detto la cosa giusta.
<<E che vuol dire, scusami?!>> alzai di poco il tono di voce <<È il tuo ragazzo e quindi gli dai ragione quando in realtà non ne ha?>>
<<Aveva ragione>> rispose,
con tutta la freddezza possibile.
<<Stai dicendo che io ti ho abbandonata? Senti Chloe, già la giornata va di merda, non rovinarmela ancora di più sparando cavolate, perfavore. E, sopratutto, non parlarmi di quello che è successo con te e Justin. Mi viene il volta stomaco solo a pensarci>>
<<Okay scusami, non ne parliamo più>> si scusò sospirando, per poi cambiare discorso <<Hai per caso litigato con Tyler?>>
<<Chi te l'ha detto?>>
<<Non ha importanza questo>>
<<Rispondimi. Chi te l'ha detto?>>
<<Tyler l'ha raccontato a Justin e lui si è confidato con me>> mi spiegò.
<<Vedo che il mio fratellastro si diverte a racconatare gli affari miei in giro>> sussurrai.
<<Scusa se ribatto, ma sono anche cavoli suoi, visto che->>
<<Non giustificare le sue azioni, Chloe! Sono già nervosa di mio, non peggiorare la situazione>>
<<Ma che ti prende oggi? Sto soltanto cercando di fare conversazione!>> si difese, offesa.
<<Peccato che io non ne abbia voglia, anche perché non capisco cosa altro tu voglia da me. Ci siamo dette tutto no, visto che sono stata io ad abbandonarti, visto che la colpa è solo mia>> mi incolpai con le stesse parole che lei aveva usato con me.
<<Vorresti negarlo? È vero, ho sbagliato a non dirti tutta la veritá ma sono un essere umano, posso fare errori. Tu, però, non hai voluto sentire ragioni. Ora, se mi avessi perdonata, invece di stare sola a subirti la storiella di Tyler che ti prende per il culo con Jennifer, io potrei starti accanto. Ma no, tu vuoi stare sola. Sei sola Jessica>> disse le ultime parole con disprezzo.
<<Non è affatto vero! Zac mi vuole bene e anche Ethan>>
<<E ti stanno aiutando forse? Mi sembra di no>>
<<Che sta succedendo qui?>> ad interrompere il nostro litigio fu Ethan che, con lo zaino in spalla e lo sguardo spento, venne verso di noi.
<<Niente Ethan>> risposi <<Chloe non fatti più sentire nè vedere. Tu non sei la persona che pensavo di conoscere>> aggiunsi, per poi uscire dalla classe con il ragazzo.
<<Cos'altro voleva da te?>>
<<Niente di importante, solo le solite cavolate>> scossi la testa <<Tu come stai?>> cambiai discorsi. Non parlavamo da tanto noi due e cercai di scacciare il ricordo delle nostre labbra che si muovevano all'unisono.
<<Meglio. Non sento più tanto dolore. A casa mi uccideranno, ne sono sicuro>> sbuffò.
<<Perché dovrebbero se tu ti sei solo difeso?>> Ethan non aveva fatto niente. Non dubitavo delle parole dette proprio da lui.
<<Non è la prima volta che mi picchio con qualcuno>> ammise, sorridendo sotto i baffi.
<<Quante volte può essere successo?>> 
<<Tante, fidati>> si sistemò per bene lo zaino sulla spalla <<Comunque, volevo scusarmi per non essermi presentato a capodanno. Sono venuti dei cari amici di famiglia e non potevo mancare>>
<<Oh, non preoccuparti>> lo rassicurai.
<<Ma per farmi perdonare volevo invitarti a pranzo da me oggi. Che ne dici?>> fremeva dalla voglia di sapere la mia risposta, che ovviamente fu positiva.
<<Dico che va bene. Devo solo avvertire mia madre>> presi il telefono dalla tasca del giachetto, mandai un messaggio a mia madre. La sua risposta non tardò ad arrivare.

Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora