"Che è successo?" Dylan mi blocca per le scale.
"Pure tu c'entri con la scommessa? Potevi avvertirmi! O è stata un'idea tua? Sai sei stato tu a spingermi tra le braccia di Nicolò!"
"Lol no! Nicolò non c'entra nulla, gliel'abbiamo detto questa mattina della scommessa, è stata una cosa stupida mi dispiace, ma non te la prendere con lui dai!"
"Davvero lui non c'entra?"
"Davvero..."
"Ah..."
"Però potevi aspettare un po' pensavo avresti ceduto più difficilmente invece hai fatto vincere Umberto, è così che si ringraziano gli amici? Credevo in te!" Ride
"Che stronzo che sei!" rido anche io
"Dai muoviti vattelo a riprendere!"
Annuisco con un sorriso malinconico e torno in studio con Dylan.
"Nicolò possiamo parlare?" Gli chiedo prendendolo per mano e portandolo nell'altra stanza.
Rimane silenzioso fin quando non lo bacio.
"Scusami scusami arrivo sempre a conclusioni affrettate" gli dico tra un bacio e l'altro.
Ce l'ha con me, è evidente, non parla nè ricambia i baci.
"Tu arrivi sempre a conclusioni affrettate, sei insopportabile, ogni volta accusi me senza nemmeno sapere cosa sia realmente successo!"
"Eddai! Non costringermi a farmi perdonare con i tuoi amici di là pronti a sentirci" rido e lo faccio sorridere.
"Fanculo non ce la faccio ad essere arrabbiato con te" mi bacia e mi prende in braccio.
"Ecco bravo non farlo, solo io posso" rido.
"Però non è giusto, quando tu ce l'hai con me mi tieni sulle spine per mesi e io non riesco a tenerti il muso per un'ora" continua a baciarmi e cerca di slacciare il reggiseno da sotto la maglietta.
"Nico non qui" rido staccandomi un momento dalle sue labbra.
"Hai ragione scusa! Ma stasera non mi scappi"
"Vuoi aspettare fino a questa sera? E se tornassimo a casa ora?"
"Va benissimo per me"
Salutiamo gli altri e andiamo in macchina.
