Arrivo in hotel in taxi e mi butto sul letto a riflettere.
Poco dopo bussano alla porta, penso di sapere già chi sia, quindi non mi alzo nemmeno per andare a vedere.
"Lol aprimi dai" e infatti.
"Lol è importante dobbiamo parlarne" insiste Nicolò.
Decido di onorarlo di questo sforzo immane di alzarmi.
"Vai su parla" lo guardo con indifferenza, so che a lui da fastidio, quindi rimango sulle mie posizioni.
"Quanto tempo ci vorrà prima che tu la smetta a rinfacciarmi che ti ho tradita? Si ok è successo, mi dispiace, ora possiamo andare avanti?" Cerca di prendermi una mano ma mi sposto.
"È successo? Vuoi andare avanti? Ma tu ti rendi conto?"
"Lol mi dispiace! Te l'ho già detto mille volte! Cosa devo fare per farmi perdonare?"
"Niente Nicolò! Devi lasciarmi tempo, pensavo di riuscire a passarci sopra, ma sono inorridita a vedere quello che le scrivevi! Non so se ce la farò a guardarti di nuovo come prima!"
"Quindi cosa vuoi?"
"Una pausa... sembra assurdo ma ne ho bisogno... devo capire se sei veramente tu quello che voglio... con tutte le conseguenze e i tuoi atteggiamenti che odio"
"Davvero è questo che vuoi? Lol io ho bisogno di te"
"Beh dillo a quella lei sicuramente ti darà quello di cui hai bisogno davvero tu!"
"Ma cosa dici Lol smettila"
"No Nico... ti prego vai?"
"Va bene... quando questa pausa finisce dimmi però eh... almeno avvisami di cosa hai deciso..."
Va via dispiaciuto.
Mi sento dannatamente sola.
Penso che la cazzata più sbagliata sia stata sposarlo. Non si può tornare indietro, o meglio non voglio, perché so poi me ne pentirei, ma conoscendo il nostro tira e molla, non avrei mai dovuto farlo.
Mi arriva un messaggio
"Piccola ti penso"
"Mi manchi"
"Perdonami"
Visualizzo e non rispondo.
"Buonanotte" stessa cosa.
Passano i giorni, finché una mattina vengo svegliata dal mio telefono, oltre ai soliti messaggi e chiamate di Nicolò.
C'è una consegna per me e dall'hotel mi portano in camera un mazzo di rose rosse enorme, con sul bigliettino "ricominciamo? N"
Mi viene da sorridere ma scaccio il pensiero.
È quasi una settimana che mi scrive e chiama sempre, ma io non rispondo mai.
"Grazie" gli invio.
"Beh allora?"
"Cosa?"
"Si o no?"
"Nicolò non lo so..."
Dopo un po' me lo ritrovo di nuovo davanti la porta della stanza.
