Mi trovavo in quella meravigliosa stanza, ma non riuscivo a tranquillizzarmi, volevo sapere cosa mi nascondeva quel ragazzo. Era ovvio che ci fosse qualcosa, dato che mi aveva detto più volte che avrei scoperto tutto a tempo dovuto.
«Dal vostro viso capisco che siete molto confusa, ma state tranquilla.Volete sapere perché siete qui, giusto?»
Annui, senza proferire parola.
«Tutto coincide con il simbolo che portate al polso, voglia alquanto strana, direi. Ciò che voi definite voglia, non è altro che un sigillo, o legame, come volete chiamarlo voi, che vi tiene legata a me. Ditemi, credete nel sovrannaturale?»
Riflettei sulle sue parole e non seppi cosa rispondere, non mi ero mai posta quella domanda, ma la risposta uscì fuori secca e seria: «no.»
Accavallò le gambe e assunse un'eleganza impeccabile. «Molto male, dovete accettare questo piccolo dettaglio, se volete che vi racconti il resto.»
«Dovrei accettare delle cose che non esistono? Va bene, le accetto, continuate.»
Mi guardò con un'espressione indescrivibile, ma la curiosità di scoprire la verità mi stava rosicando dall'interno.
«Io e voi siamo legati con quel sigillo dalla nostra nascita, stesso giorno e stessa ora. C'è una leggenda che narra di due bambini, nella nostra situazione, che sono destinati a restare insieme. Lei è sottomessa a lui e lui può manovrarla come meglio vuole. Ovviamente tra i due c'è una grande differenza, che sfortunatamente non mi sembra sia il caso di dire.»
«Quindi io sarei legata a voi? Come potete basare il tutto su una leggenda? Su una storia che viene raccontata ai bambini?»
«Non mi fido solo di una leggenda, ciò che ci lega è una maledizione. È stata una strega di mia conoscenza a dirmi di voi.»
«Una strega?»
Non sapevo se ridere per la storiella, o per la sua serietà. Era veramente bravo a recitare, ma stava dicendo cose assurde. «Adesso che ho ascoltato la favoletta, desidero tornare a casa mia.»Mi alzai e, a passo spedito, mi recai verso la porta. Ebbi solo il tempo di poggiare la mano sulla maniglia, che disse:«non vi è mai capitato di sognarmi? Se la memoria non mi inganna la risposta è sì. Durante i sogni avete mai confuso la realtà con la fantasia?»
Mi fermai e mi voltai verso di lui, ma non dissi nulla.
«Vi è mai capitato di addormentarvi in un luogo e svegliarvi in un altro?»
Sgranai gli occhi e, impaurita, feci un passo indietro. La porta aderì alla mia schiena e il freddo si impossessò del mio corpo. «C-Come fate a saperlo?»
«Ero io, o meglio, dopo avermi pensato e esservi addormenta, vi persuadevo affinché veniste da me. Questo è uno dei tanti sfizi nell'avere una sottomessa.»
«Smettetela di dire baggianate! Non sono legata a nessuno e non potete usare un sogno come arma contro di me!!», urlai colta da un impeto di rabbia. Abbassai nuovamente la maniglia, ma questa non si aprì. «Fatemi uscire immediatamente!», ringhiai.
«Non urlate, odio i toni alti. Mi dispiace, ma non posso farvi andare via.»
Si alzò dal divano e venne verso di me con passo felino e deciso.
«Non...non avvicinatevi», provai ad indietreggiare ulteriormente, ma la porta mi bloccava il passaggio.Alzai una mano verso di lui, «vi ho detto di non avvicinarvi!»
Non si lasciò intimidire, anzi sembra divertito dal mio tono tremante. La paura si impossessò totalmente di me, volevo averlo lontano e la 'passione' che provavo verso di lui era sparita.
«Ho detto di non...avvicinarvi», le lacrime agli occhi non tardarono ad arrivare e la paura che provavo si avventurò dalla punta dei piedi a quelle delle mani, con tanti piccoli brividi.
Quando lo vidi assumere un'espressione accattivante e soddisfatta a pochi metri da me, portai le mani allungate al mio petto ed urlai un potente no. All'unisono, le vetrate della stanza si creparono e subito dopo caddero a terra in frantumi. Ci voltammo entrambi, lui più spaventato di me. Lentamente si voltò e mi fissò intensamente; non voleva mica dare la colpa a me?
Scioccò le dita e subito dopo tutto attorno a me era buio.
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Sentimenti Oscuri
Vampire*Primo volume della saga di Sentimenti Oscuri* Anno 1626. Meredith è una giovane ed inesperta donna di appena diciotto anni. Sin dall'infanzia ha capito la difficoltà e lo svantaggio di vivere in una famiglia che, purtroppo, non può permettersi il p...