LIII

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Il mattino seguente mi svegliai poco dopo l'alba. Mi stiracchiai tra le lunzuola e feci una smorfia, quando vidi di essere sola in camera; pensavo che Abel sarebbe rimasto con me, ma evidentemente mi sbagliavo.

Ripensai alla notte trascorsa e mi spuntò un sorriso, lasciandomi nuovamente cadere sul cuscino. Mi sentivo così viva quella mattina, Abel mi faceva quell'effetto e sperai che lo stesso valeva per lui.

Chiusi gli occhi per un secondo, ma la porta del bagno che si apriva, mi fece sobbalzare dalla paura. Abel uscì dal bagno, asciugandosi le mani con una pezza.

«Perché mi guardate in quel modo?», chiese, notando la mia espressione terrorizzata.

Scossi la testa, «pensavo foste andato via.»

«Perché?», gettò la pezza sul tavolo e si avvicinò a me.

Ero ancora nuda, coperta solo dal lenzuolo bianco. Appena fu accanto a me, lo afferrai per il colletto della tunica e lo trascianai su di me, baciandolo con passione.
Gemette, quando gli morsi il labbro inferiore. «Come mai...tanta dolcezza?», chiese tra un bacio ed un altro.

«Dopo ciò che è successo, ci meritiamo un po' di amore.»

Mi scostò i ricci ribelli dal viso e sorrise, sorreggendosi sulle braccia. «Se continuate così, non uscirete più da questa stanza.»

«Non vi ho mica detto che voglio uscire», ammicai, sorprendendolo.

«Quanta tenacia, dove l'avevate nascosta?»

Feci spallacce e gli stampai un bacio a fior di labbra. Aspirò dalle narici, per poi scendere lentamente sul mio collo, strofinandoci il naso.
«Non smetterò mai di dirvi che avete un odore sublime.»

«Avete sete?»

«Mh mh», acconsentì.

«Sapete che potete bere il mio sangue, no?»

«Non penso sia una buona idea», borbottò, sfiorando il mio corpo ancora coperto con le dita e non staccando il naso dalla mia pelle. «Ultimamente bevo più del solito.»

«Perché? Cosa è cambiato?»

«Non lo so, ma ho sempre fame. Il sangue non mi sazia più», alzò il viso e mi puntò con i suoi occhi di brace. «Basta parlare di nutrimento, per favore.»

«Sono il tuo legame, di me ti devi nutrire», dissi seria, volevo che lo facesse.
Il suo nutrirsi di me, mi provocava una sensazione di appartenenza e di unione, indescrivibile anche solo da pensare.

«È vero, ma non ora», si alzò da me.

Alzai gli occhi al cielo e, feci in tempo ad alzare il busto, che Abel mi lanciò il vestito addosso.

Facemmo colazione tutti e quattro insieme, anche se Leila non fece altro che bere da un calice. «Siete pronti per stasera?», chiese William.

Mi spalmai della marmellata sul pane ed annuii. Non ero per niente entusiasta di questa cerimonia, non amavo questo genere di serata. «Quanto entusiasmo», alzò gli occhi al cielo, «sarà divertente», diede una leggera spinta a Leila.

Quest'ultima gli lanciò una occhiata di fuoco e si voltò verso di me, «siamo ancora in tempo per fuggire.»

«Non ho voglia di correre», ridacchiai. Anche lei odiava le cerimonie.

«Voi potete anche non venire, ma Meredith deve», lanciò un'occhiata ad Abel, il quale scosse la testa.

«Se non voglio venire, non vengo», borbottai.

Rimase in silenzio, ma vidi come lanciava segni ad Abel. Mi voltai verso questo è lo guardai confusa, «c'è qualcosa che mi dovete dire?»

«No.»
«Si.»
Dissero all'unisono William ed Abel. Quest'ultimo alzò gli occhi al cielo e sbuffò, «William non è sicuro!»

«Abel sei l'unico che può!»

«Di cosa state parlando?», chiese Leila.

«Di nulla, lasciate stare.»

Da allora l'argomento non fu più accennato. Abel e William si concentrarono sulla programmazione della cerimonia e lo stesso facemmo io e Leila.
Era strano stare con lei, era molto più arzilla da quando era stata trasformata, ma fortunatamente non era cambiata in peggio.

Mi aveva trascinata nella sua camera e, insieme ad Annabelle, stavamo scegliendo gli abiti da indossare.

«Vi propongo questo, non trovate sia grazioso?», si avvicinò questa, porgendomi un abito rosa.

Feci una smorfia, «non so da dove lo avete preso, ma non vado particolarmente entusiasta per il rossa. Preferisco quello rosso», dissi, indicandolo.

«Io stravedo per quell'abito, lo indosserò!», trillò Leila, prendendo l'abito.

Era ormai pomeriggio inoltrato e stavamo ancora a zero. Il caos regnava nei corridoi e al piano inferiore.
«Accidenti, non ho mai sentito tanta confusione per una cerimonia, sembra che ci sia in corso un matrimonio!»

«Leila, perdonatemi, ma questa sera è molto speciale e Meredith deve brillare questa sera!»

Ancora una volta, mi ritrovai a lanciare un'occhiata alla neo vampira, la quale aveva aggrottato la fronte.
«Sono una normale invitata, come tutti gli altri», feci spallucce.

«Mmm...si, certo», abbassò il viso.

«Annabelle, ci state nascondendo qualcosa?», chiese Leila, facendo un passo in avanti.

«Non sta a me dirvi cosa accadrà questa sera, ma sarà eccezionale!!»

L'ansia cominciò a montare a dismisura, sapevo che quella sera sarebbe stata noiosa e monotona, ma ciò che tutti mi nascondevano, mi rendeva curiosa e mi intimoriva.

Spazio Autrice:
8K visualizzazioniiii bellissimooo😍😍
-Angel ❤️

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