XXV

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Le sue labbra premevano ancora sulle mie e si staccò solo quando bevetti fino all'ultimo sorso. Non appena si allontanò di poco, colsi subito l'occasione per respingerlo e fuggire dalla sua presa.

Balzai giù dal letto con l'affanno e con una goccia del suo sangue sulle labbra, che man mano scese verso il basso. «Cosa avete fatto? Siete totalmente impazzito? Volete trasformarmi? Giuro che vi ammazzo se solo ci provate di nuovo e non mi fermerò fin quando non vi...»

«Contemplate il vostro braccio», mi interruppe con un tono piatto e lo sguardo serio.

Gettai fuori l'aria dalle narici come un toro e osservai il mio braccio. Sgranai gli occhi nel notare che non vi erano più tagli, nemmeno quelli più profondi; la pelle era risanata. Alzai il viso verso di lui, «è questo il potere del sangue di un vampiro?»

«Questo è il potete del mio sangue, il sangue dei vampiri non ha poteri curativi.»

Scossi la testa, «non capisco, cosa avete di diverso dagli altri?»

«Ve lo spiegherò con calma, ma non ora. Avete promesso di non dire a nessuno che vi ho donato il mio sangue e spero manteniate la promessa», si alzò dal letto.

«Mantengo sempre la parola data, grazie mille e scusatemi se vi ho minacciato di morte.»

Ridacchiò e si versò del vino nel calice, osservai bene il liquido e capii che quello non era vino, era sangue. Un liquido rosso e denso che faceva venire la nausea alla sola vista, ma il suo sangue non era disgustoso, anzi, ammisi a me stessa che aveva un sapore buonissimo.

Perché beveva del sangue se pochi minuti prima aveva bevuto il mio? Era insaziabile?

«Come mai tanto silenziosa?», chiese, versandosi un secondo calice.

«Stavo...ecco, mi stavo ponendo delle domande su voi vampiri.»

Annuì e si sedette sul davano, sbottondando i primi bottoni della camicia e accavallando le gambe, «sono qui e sono disposto a concedervi delle risposte.»

Mi sedetti accanto a lui e lo vidi riempirsi un terzo calice. «Quanto sangue bevete al giorno?»

Ingoiò il restante, «dipende dalle situazioni, se siamo particolarmente arrabbiati o nervosi, possiamo arrivare al di sopra dei quattro litri di sangue, circa due umani.»

«Quindi uccidete per nutrirvi?»

«No, daremmo troppo nell'occhio. Alcuni hanno a loro disposizione i legami, ma tutti abbiamo una buona scorta di sangue, questo sangue proviene da gente morta e in buono stato.»

«Prendete il sangue delle persone morte?»

«Si, ma non aspettiamo troppo tempo, o non sarebbe più buono, massimo trenta minuti.»

«Capisco. Cosa succederebbe se veniste esposti alla luce solare?»

«Moriremmo, la nostra pelle è troppo sensibile per i raggi solari.»

«Avete mai trasformato qualcuno? E perché non volete che confessi che mi avete donato il vostro sangue?»

Si passò una mano tra i lisci capelli e sprofondò ancora di più nel divano, «non ho mai trasformato nessuno, sono ancora un novellino. Voi non sapete l'importanza di condividere il sangue, giusto?»

Scossi la testa.

«Bene, la condivisione del sangue è estremamente importante, quasi quanto un patto. Noi vampiri non offriamo il nostro sangue a chi vogliamo, dobbiamo offrirlo solo alla persona più importante della nostra vita. Quando avviene lo scambio, si crea una promessa solenne che è basata su un legame tra i due; il vostro scorre già nelle mie vene e adesso anche il mio nelle vostre, il nostro legame si è rafforzato notevolmente. Vi è una leggenda che narra che se avviene uno scambio di sangue tra due persone che realmente si amano e il loro legame diventa indissolubile, allora tali persone potranno comunicare telepaticamente e riusciranno a captare i sentimenti reciproci, come amore, odio e paura.»

«Volete che si crei quel tipo di legame con me?»

Rise amaramente, «certo che no, è impossibile che accada: io non amo nessuno e non posso provare sentimenti.»

«Tutti sono in grado di amare.»

«Non io, non qualcuno che ha perso per sempre la propria anima.»

«Eppure mi ritenete importante, tanto da offrirmi il vostro sangue per migliorare il nostro legame.»

«Siete il mio legame, la donna che deve appagarmi e colei che devo proteggere, è ovvio che siete importante.»

Abbassai il viso, sentendomi improvvisamente inutile. Mi usava come meglio voleva, non gli importava realmente di me, ma di ciò che avrei potuto offrirgli. Avvertii un peso al cuore e mi chiesi perché mi aveva fatto bere il suo sangue. Ero il suo legame, teoricamente già sua, ma perché voleva legarmi così fortemente a lui? Perché voleva che questo legame fosse indissolubile? Ciò significa che esisteva un modo per fuggire dalle sue grinfie, un modo che non avrei più potuto constatare, dato che ormai non poteva essere più spezzato ciò che ci univa.

Lo scambio di sangue era qualcosa di estremamente pericoloso e io lo sapevo, lo avevo avvertito mentre bevevo ogni singolo goccia della sua linfa. Potevo definirmi totalmente sua. Un legame di sangue, così come aveva detto lui, non poteva essere spezzato. Le mie speranze volarano via e mi alzai dal divano.

«Grazie ancora per avermi aiutata con le ferite, vi auguro la buonanotte», aprii la porta, ma mi bloccai quando avvertii un rumore di armi.

«State tranquilla, è una prova; dobbiamo constatare le qualità delle nuove guardie. L'ombra che prima avete visto dalla mia finestra non era altri che il "nemico" per la prova. Il vostro Edward si troverà sicuramente in difficoltà.»

«Il mio Edward», ripetei, «è solo una persona con cui mi sono intrattenuta questo pomeriggio.»

«Certo, mi sono davvero divertito a vedervi recitare. Per la prima volta vi ho vista ridere e mi chiedo perché con me non lo fate mai.»

Aveva visto tutto? Ecco spiegato il motivo del legame forzato; aveva paura, era geloso.
Aprii la porta e, senza dire nulla, uscii fuori sbattendola.

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