LXXVIII

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Il ritorno a casa fu silenzioso ed opprimente. Né io né Abel proferimmo parola, io ero troppo impegnata a pensare a ciò che avevo scoperto, Abel...non sapevo con precisione il suo motivo.

«Abel, com'è andata con gli ex ribelli?», chiesi.

«Bene, più o meno, sono ancora in collera per ciò che è successo quando mio nonno era sovrano. Li ha banditi e molto spesso puniti rudemente e temono che possa succedere nuovamente.»

«Cosa avete detto loro?»

«Che non hanno nulla da temere, non da me. Sono dotato di ottima pazienza, ma se continueranno così, vedranno uscire il vero mostro. Mi sono sembrati sufficientemente concordi a ciò che ho detto. Penso gli servisse qualcuno che li convicencesse e chi meglio di colui che temeno?»

«È stato un bene andare da loro, quindi.»

Annuì e scese dalla carrozza, aiutando poi me a fare lo stesso. Arrivammo giusto in tempo per la cena, infatti subito ci recammo nella sala da pranzo dove ad attendermi vi era un delizioso odorino di pesce.

Mi leccai il labbro superiore e mi catapultai su quella delizia. Abel continuava a restare in silenzio e non sapevo cos'altro dire per iniziare una conversazione. Afferrai una brocca contenente vino bianco, ma ancor prima che la mia mano sfiorasse la brocca, un'altra mano mi raggiunse e colpì delicatamente la mani con un piccolo schiaffetto.

«Ma...cosa?», mi voltai verso Abel.

«Non potete bere il vino.»

«È solo un sorso, Abel, non mi farà del male.»

«Ho detto di no, quando il bambino sarà nato potrete bere tutto il vino che vorrete.»

Alzai gli occhi al cielo e passai all'acqua, lanciandogli un'occhiata omicidia. Terminai così la cena, per poi andare nella nostra camera.
«C'è qualcosa che non va? Siete molto silenzioso.»

«No, non c'è nulla. Non aspettatemi sveglia, devo andare a nutrirmi», mi afferrò per i fianchi e mi spinse contro il suo petto.

«Va bene, so che è molto insensato dirvelo, ma state attento», mi alzai in punta di piedi, stampandogli un bacio sulle labbra.

Non appena lui andò via, mi tolsi l'incombrante abito e misi la veste da notte, sdraiandomi a letto. Non ci volle molto per prendere sonno e ciò che vidi non appena chiusi gli occhi fu la nostra camera.

Era sdraiata sull'enorme letto e attorno a me vi erano tre donne. Osservavo la scena dall'alto e mi era impossibile intervenire in qualsiasi modo.
Vedo il dolore dipingermi il volto e le mie urla rimbombavano per la quattro mura.

La stanza si oscurava sempre di più, fin quando, dopo un mio ultimo grido, sentii un pianto; era il pianto di un bambino.
Quando tutto si illuminò nuovamente la stanza, con orrore vidi il mio corpo giacere senza vita sul letto ed una donna, una di quelle che mi aveva assistito, stringeva un fagotto tra le braccia e lo portava via da me.

«No!», urlai, cercando di afferrarlo.

«No!!», aprii gli occhi di scatto. Ero nella mia camera, stesa sul mio letto, sudata e tremante.

Sentivo il cuore uscire dal petto e dovetti regolarizzare il respiro, prima di alzare il busto e notare che fuori stava sorgendo il sole. Erano le sei del mattino, ma decisi di non tornare a dormire.

Il sogno era ancora vivido in me, mi alzai ed avanzai verso la finestra, spalancando le tende e facendo entrare i raggi solari. Mi passai una mano sulla fronte e tolsi la scia di goccioline fredde. Era solo un incubo, ma sembrava fin troppo realistico.

Prima di darmi una sciacquata, mi fermai dinanzi allo specchio e tastai il mio ventre. Sperai che quel sogno non fosse premonitore e che avrei potuto vedere il mio bambino crescere.

Dopo essermi calmata del tutto ed essermi vestita, scesi al piano inferiore.
«Buongiorno Maestà, la colazione sarà servita tra un'ora, vi siete svegliata prima del previsto», mi venne incontro Luise.

«Buongiorno Luise, non preoccupatevi per la colazione, andrò a fare una passeggiata. A proposito, sapete dov'è Abel?»

«Certo, penso che anche il Sire si sia svegliato prima, lo potete trovare nel suo ufficio, mi ha detto che aveva un paio di cose da sistemare.»

«Va bene, grazie.»

La salutai e mi recai fuori, l'aria del mattino mi faceva sempre bene, inoltre non volevo disturbarti Abel. Feci una lunga passeggiata senza mai fermarmi, ma rimanendo comunque nei pressi del castello. Tornai pochi minuti prima dell'inizio della colazione e mi sedetti a tavola in silenzio.

Abel venne pochi secondi dopo, aprendo la porta con un botto e facendo fare le capriole al mio cuore. Aveva una postura rigida, ma quando mi vide si rilassò. «Sono venuto in camera, pensando stesse dormendo, ma non ho trovato nessuno.»

«Mi sono svegliata prima, sapevo che eravate nel vostro ufficio, ma ho preferito non disturbarvi.»

«Strano vedervi alzata prima delle otto», ridacchiò e, dopo avermi dato un bacio all'altezza della fronte, si sedette accanto a me.

«Già», annuii, lanciando una veloce occhiata a Luise che apparecchiò la tavola.

Mi stropicciai gli occhi e quella mattina decisi di mangiare le uova. «Siete libera oggi?», chiese Abel.

Annuii, continuando a mangiare e pensando ancora ai bambini. Non sapevo se dovevo dirglielo oppure no. Una parte di me mi implorava di confessargli tutto, per aiutarli, ma l'altra parte negava; se veramente erano i figli Caleb, non sapevo cosa gli avrebbe fatto Abel.

Non sapevo nemmeno che Caleb ed Elena avessero dei figli, mi sembravano intimi, ma non fino a quel punto.

«Meredith, mi state ascoltando?»

«Si», mi voltai verso di lui, mentendo.

«Bene, allora che ne dite?»

«Si, va bene.»

Alzò un sopracciglio e ridacchiò, «vi va bene odorare il letame delle mucche?»

Sgranai gli occhi, «che? Cosa?»

«A cosa stavate pensando?», continuò a ridere.

«Io...a nulla in particolare.»

Inclinò il busto e il suo viso arrivò a pochi centimetri dal mio. Deglutii, sentendomi vittima di quei occhi indagatori. «Non sapete mentire e lo sapete bene.»

Abbassai il viso e sospirai, «sono solo in pensiero per un paio di cose che sono successe ieri.»

«Tipo?»

«Quando ieri ho parlato con quella bambina, Angel, mi ha detto qualcosa di estremamente inquietante.»

Non sapevo come dirglielo, ma dovevo farlo: Abel prima o poi lo avrebbe scoperto.

Spazio Autrice:
27K visualizzazioniiiii😍😍😍😍
Super Happy e voglia di andare al mare!!!
-Angel ❤️

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