Dopo essere stati annunciati, io ed Abel scendemmo la lunga gradinata, fino a fermarci dinanzi ai nostri alleati per dialogare.
Seppur fossi accanto ad Abel, mi sentivo tremendamente lontano, tanto che non ascoltai minimamente la conversazione, fin quando, una donna dalla folta chioma bionda, non mi trascinò con sé.
La conoscevo, ma non ricordavo il nome. «Che noia queste cerimonie, che ne dite di un po'di alcol per animare la serata?», chiese, prendendomi a braccetto.
Con la coda dell'occhio vidi Abel osservarci ed annuii, effettivamente mi serviva un po' di alcol in circolo. Bevvi la prima coppa e, afferrando la seconda, mi intrettenei con alcune donne di alto rango. Non mi trovavo per niente a mio agio lì, ma Annabelle mi aveva consigliato di sorridere ed annuire sempre e così io feci.
Il tempo passò lentamente, fin quando Abel non si accostò e mi fece segno di seguirlo. L'ansia cominciò a salire, non appena vidi dove eravamo diretti; la balconata principale del salone era stata ben decorata e pronta per un imminente annuncio.
Le parole di Leila mi ronzavano in testa, ma non avevo alcuna intenzione di abbandonare le mie campagne.Un uomo mai visto prima, colpì il bicchiere di vetro con l'indice, facendo espandere il tintinnio e attirando l'attenzione dei presenti.
«Signori e signore, questa sera siamo qui riuniti per festeggiare una vittoria guadagnata!», urlò per farsi sentire da tutti e un boato di applausi si innalzò, mentre noi eravamo nascosti dietro alla massiccia tenda.
«Dopo tanti secoli, siamo finalmente liberi e Caleb non presenta più alcuna minaccia. Ma oggi non siamo qui solo per la vittoria di un lungo conflitto progettato da tempo, come ben già sapete, il nostro amato Sire, nonché sovrano delle campagne dell'Est e dell'Ovest, ha perso la vita. Noi tutti siamo rimasti scioccati dalla notizia, soprattutto i suoi sudditi, che si sono preoccupati per il loro futuro. Sel aveva un erede alle sue spalle e quest'ultimo, insieme all'aiuto del suo legame, ha accettato di prendere in carico il ruolo di sovrano.»Una morsa allo stomaco mi fece mancare l'aria e mi portai una mano sul ventre. «Tutto bene?», chiese lui.
«Si...sono solo in ansia.»
«State tranquilla, dobbiamo solo dire due si e abbiamo finito, per ora.»
Non capii cosa intendesse con "per ora", ma non ebbi il tempo di chiederglielo, poiché fummo annunciati. Abel, afferrandomi la mano, mi trascinò sulla balconata e fummo accolti da un'applauso generale. Tutti sorridevano e, seppur meravigliati, sembravano accettare la notizia.
Le voci di Abel e del tizio mi arrivavano ovattate, ma mi risvegliai solo quando udii il mio nome. Passai lo sguardo dalla folla a loro e aggrottai la fronte, «come?», chiesi ingenuamente, facendo innalzare delle risate.
L'uomo abbassò il viso e sorrise, «vi avevo chiesto se siete disposta a seguire il nostro futuro sovrano in questo complicato e lungo percorso.»
«Ah...io, si, si certo», non ero brava a mentire.
Abel mi fissò intensamente e poi scosse il viso. Lessi nei suoi occhi qualcosa che non avevo mai visto: tristezza. I vampiri erano in grado di provare un tale sentimento? Perché era triste?
Dopo un brindisi in nostro onore, la cerimonia si concluse con dei balli tradizionali, alle quali non partecipai; non ne avevo voglia. Quando arrivai in camera mia, mi catapultai sul letto con ancora indosso l'abito e sprofondai il viso nel cuscino.
Decisi di togliere il vestito e di sciacquarmi il viso. Solo allora concepii che Abel prima o poi sarebbe andato via e io sarei rimasta qui, da sola. Un singhiozzo mi vibrò nel petto e mi portai le mani alle labbra.
Non volevo perderlo, ma non volevo nemmeno andare via. Era ormai passata la mezzanotte, quando decisi di uscire dalla mia camera e recarmi nella sua. Non bussai nemmeno, sapevo che fosse sveglio. Infatti, lo trovai disteso sul letto, con lo sguardo al soffitto.
Subito si accorse della mia presenza e si voltò di scatto, il suo sguardo mi fece sussultare; era...spento, impassibile, privo di emozioni. «Cosa volete?», chiese freddamente.
«Io...volevo parlarvi?»
«Andate a dormire, non è il momento, ne parliamo domani.»
«Non riesco a dormire, devo parlarvi ora.»
Sbuffò sonoramente, mentre mi avvicinai a lui e mi sedetti sul bordo del letto. «Avevo pensato ad una soluzione, se volete.»
Mi fissò intensamente, ma non disse nulla, quindi continuai: «quando studiavo con Elena, ricordo di aver letto un'incantesimo sulla morte... quell'incantesimo è in grado di riportare in vita un defunto. Avevo pensato di usarlo per...»
«Assolutamente no, Meredith, quella è magia nera. Non so se Elena ve ne ha parlato, ma la magia nera è molto pericolosa e da evitare. Comunque sia sul nonno non avrebbe funzionato, era un vampiro, tecnicamente già morto, senza anima.»
«Oh...», abbassai il viso, «volevo solo trovare una soluzione per questo problema; mi sembra che anche voi non siate entusiasta.»
Sospirai, «quando...quando partirete per le Campagne dell'Est?»«Dopodomani partirò e tra una settimana ci sarà l'inconorazione, potete anche non venire, non si necessita la vostra presenza.»
La fredda con cui parlava mi colpii al cuore e deglutii per mandare giù il nodo. «Siete arrabbiato con me?»
«No, a differenza mia, avete avuto la facoltà di scegliere. Avete scelto di non seguirmi e non posso fare nulla per convincervi.»
«Abel...», dissi solo, sporgendomi in avanti e salendo sul letto.
Ebbe solo il tempo di aggrottare la fronte, che mi misi a cavalcioni su di lui. La veste di notte bianca in pizzo, salì sulle cosce, scoprendole.
«Che cosa...»
Non gli feci finire la frase, che lo baciai appassionatamente. Portò subito le sue mani sulle mia schiena, alzando il busto e mettendosi seduto. «Meredith non dovreste starmi così vicino, ora.»
«Shh...», non sapevo cosa intendesse con quelle parole, ma lo zittii subito.
Il bacio si fece sempre più profondo, ma nell'esatto momento in cui la sua lingua sfiorò la mia, mi ritrovai con la schiena contro il materasso e lui su di me.Aprii gli occhi e all'unisono, velocemente, scese con il viso sul mio collo, addentandolo. Gemetti dal dolore e strinsi le ciocche dei suoi capelli. Beve velocemente, sembrava non avere fine.
Si staccò dal mio collo e piantò i suoi occhi nei miei. Sussulati nel vederli tanto rossi e con la pupilla talmente sottile e verticale da non riuscire a vederla a tratti.
Le sue mani, trasformartesi in un nero pece, afferrarono il mio viso con forza, stringendomi le guance. Il suo tocco era caldo, cosa gli stava succedendo?
Sorrise, ma non un dolce sorriso, un sorriso sadico e maligno, avvicinando poi il suo viso al piano. Fu allora che sentii qualcosa scattare in me, una scossa fredda che parti dalla punta dei piedi e attraversò tutto il corpo, salendo per l'esofago. La temperatura corporea era calata improvvisamente e la pelle era diventata fredda.
Schiuse le labbra ed aspirò, dalla mia bocca cominciò ad uscire una luce bianca e nitida. Sgranai gli occhi, provando a muovermi, ma sentivo le forze venirmi meno.
I fasci di luce intensi gli sfiorarono appena le labbra, quando sgranò gli occhi e si tirò indietro di scatto. La luce tornò in me e mi alzai di scatto, cominciando a tossire e stringendomi la gola con le mani. Mi voltai verso di lui terrorizzata, ma non mi guardò, si alzò e balzò fuori dalla finestra.
Cosa era appena successo?
Spazio Autrice:
Siamo al secondo postooooo in classifica con 9K visualizzazioniii
Sono troppo felice, grazie grazie e grazie 😍😍
-Angel ❤️
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Sentimenti Oscuri
Vampire*Primo volume della saga di Sentimenti Oscuri* Anno 1626. Meredith è una giovane ed inesperta donna di appena diciotto anni. Sin dall'infanzia ha capito la difficoltà e lo svantaggio di vivere in una famiglia che, purtroppo, non può permettersi il p...