LXXIX

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Le mani mi sudavano e il cuore era in gola.

«Allora?», chiese Abel.

«Ricordate quando mi avete detto che quei bambini hanno dei lineamenti familiari?»

«Si, e con questo?»

«Ieri ho scoperto che non hanno una casa né una famiglia, sono orfani sia di padre che di madre e...e la colpa è nostra. Siamo stati noi ad uccidere i loro genitori.»

Lo vidi sgranare gli occhi ed alzarsi di scatto, «cosa dite? Non potete incolparci di una cosa tanto grave. Avete fatto bene a dirmelo, provvederò ad assegnargli una famiglia adottiva ed una cosa.»

«Abel, sono i figli di Caleb ed Elena.»

Ancora una volta lo vedi sgranare gli occhi ed indietreggiare, come se lo avessi colpito in pieno viso con un potente ceffone. «State scherzando? Non è divertente.»

Scossi la testa, «no Abel, non sto scherzando.»

«È impossibile! Nessuno di noi era a conoscenza di questi bambini, eppure sappiamo praticamente tutto della sua vita.»

«Non proprio tutto», lo corressi, «cosa avete intenzione di fare?»

«Onestamente li rimarrei a marcire per strada, in loro scorre sangue marcio», disse con espressione schifata.

«Abel! Sono bambini, non hanno colpe.»

«Sono i figli di Caleb! Non mi interessa se non hanno colpe!!», alzò il tono di voce, battendo un pugno sul tavolo in legno.

Sapevo che non l'avrebbe presa bene, ma la sua reazione è fin troppo eccessiva. Pensavo che li avrebbe aiutati, ma mi sbagliavo. «Abel, ragionate, se non li aiutiamo, c'è la possibilità che da grandi possano ribellarsi. Gli ho parlato e soprattutto il bambino, cova già odio per voi. Sono cresciuti con il pensiero del padre e onestamente non voglio che la storia si ripeta.»

«Devo rifletterci, fareste meglio ad andare. Da quanto ho capito Leila verrà qui, William deve farmi vedere degli importanti documenti.»

«Va bene», mi avvicinai alla porta, poggiando la mano sulla maniglia, «per favore rifletteteci bene.»

Come Abel aveva detto, nel salone principale trovai Leila e William, i quali parlavano tra di loro animatamente. «Buon pomeriggio», dissi sorridendo, «William, Abel vi attende di sopra.»

«Salve, Meredith, lo raggiungo subito», mi salutò cordialmente ed uscii dal salone.

Leila si affrettò a raggiungermi e a stringermi in un forte abbraccio. «Come stata? Procede bene la gravidanza?»

«Si, anche se abbiamo riscontrato quel piccolo problemino», sospirai sedendomi e facendo sedere anche lei.

«Del tipo? Se posso chiedere.»

«Il nutrimento del bambino, abbiamo scoperto che è estremamente attratto dal sangue di Abel.»

«È normale, ciò ci fa capire che le nostre teorie sono giuste, è un demonietto. Non deve essere facile portare in grembo una creatura tanto potente. Comunque sia ho letto la lettera che mi avete mandato, posso chiedervi chi vi ha dato i fiori?»

Solo allora ricordai della lettera e del bagliore provocato dai fiori. Un'idea, seppur assurda, mi balzò in mente e decisi di parlarne esplicitamente con lei. Se Abel non avrebbe accettato ed aiutato quei bambini, lo avrei fatto io.
«È una lunga storia, durante la cerimonia feci la conoscenza di due bambini ed è stata una di questi a darmi i fiori. Successivamente, quando sono ritornata nel loro paese, ho scoperto che quei due bambini posso diventare un vero e proprio pericolo per il futuro.»

La vidi aggrottare la fronte, «sono solo bambini, non capisco.»

«Ho parlato con loro e mi hanno confessato di non avere casa e di essere rimasti orfani. Covano un grande odio per Abel e hanno pensieri contraddittori. Fin da subito Abel aveva visto dei lineamenti familiari in loro e, dopo ciò che mi hanno detto, ho capito che Abel aveva ragione. Forse ti risulterà assurdo, ma quei bambini sono i figli di Caleb ed Elena.»

Non disse nulla, rimanendo seria e composta. Non capivo cosa stesse pensando e sperai che dicesse qualcosa il prima possibile.
«Abel come ha reagito?»

«Non bene», abbassai il viso, «gli ho chiesto di aiutarli, di fargli capire che lui non è loro nemico. Sono convinti che Abel sia il male e se cresceranno con questa convinzione, un giorno potremmo andare incontro ad una rivolta.»

Qualcuno bussò alla porta ed entrò Luise, «scusate l'intrusione, volete qualcosa da mangiare, o da bere?»

Mi voltai verso Leila, effettivamente lei non mangiava e beveva nulla, quindi risposi: «si, del tè con biscotti, grazie Luise.»

«Di nulla, il postino mi ha detto di informarvi che i pacchi sono stati mandati senza problemi.»

«Pacchi?», chiese Leila, aggrottando la fronte.

«Si, delle cose per la mia famiglia.»

«Va bene. Per quanto riguarda i bambini, penso abbiate ragione. Siamo ancora in tempo per renderli innuocui. Avete detto che i fiori vi sono stati dati dalla bambina, dato che è la figlia di Elena, è possibile che sia una strega; ciò spiegherebbe il bagliore. Le streghe quando stringono tra le mani qualcosa che adoro, trasmettono in essi potenza, forse la bambina incoscientemente ha trasferito della magia in essi.»

«Non lo sapevo. Se riuscite a convincere William, lui convincerà Abel. Grazie Luise», afferrai la tazzina con all'interno il tè.

«Di nulla, dovere», sorrise questa.

«Ne parlerò con William, anche se molto probabilmente Abel già parlato.»

Afferrai un riccio e lo avvolsi attorno al dito, per poi cambiare argomento e parlare dei suoi sogni. Volevo arrivare alla mia folle idea, ma non sapevo come introdurre l'argomento.
«Ammetto che la prima volta che William mi ha rivelato la sua vera identità è stato scioccante, ci ho impiegato un bel po' di tempoad accettare la mia nuova vita, proprio come è successo a voi. Più che altro pensavo a ciò che avrei rinunciato.»

«Cioé?», chiesi speranzosa.

«Bhe...al matrimonio, ai figli, purtroppo ho dovuto rinunciare a ciò.»

Mi sistemai sulla sedia e mi avvicinai a lei, pronta a sganciare la bomba. «Amate tanto i bambini?»

«Certo! Ogni donna sogna di diventare madre, non vedo l'ora che questo piccolo fagiolino, lo vizierò in tutte le maniere possibili!»

«Che ne dite di adottarne due?», bomba sganciata, faccia sconvolta.

Spazio Autrice:
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È ufficiale: la storia è quasi alla fine, non so esattamente quanti capitoli mancano, ma ormai le risorse sono finite. Sicuramente ne mancano meno di dieci.
PS: non ho avuto tempo di correggererlo, se avete riscontrato errori di battitura, potreste dirmeli? Cosi impiegherò meno tempo nella correzione.
Ci sentiamo al prossimo capitolo
-Angel ❤️

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