Il mattino seguente mi svegliai con metà del corpo indolenzito. Mugugnai qualcosa di incomprensibile e mi girai su di un fianco. Non sapevo che ore fossero, infatti volevo aprire gli occhi, ma proprio non ci riuscivo. Avvertii un movimento accanto a me e subito dopo delle labbra fredde si posarono sulla mia fronte, fu allora che spalancai gli occhi.
Davanti al mio viso vidi Abel che sorrideva e, guardandomi attorno, capii che quella non era la mia stanza. «Buongiorno», dissi con voce impastata dal sonno.
«Buongiorno, se ci sbrighiamo, siamo ancora in tempo per la colazione.»
Afferrai il suo braccio, che mi cingeva la vita, e provai a spostarlo, ma lui si oppose e mi trascinò più vicino. Fu in quel momento che mi guardai attorno e ricordai di essere nuda, le goti si accaldarono e velocemente lanciai uno sguardo a lui. «Si, ho proprio tanta fame.»
«Bene», si alzò dal letto e notai che indossava solo la parte inferiore del vestiario mentre in quel preciso istante stava indossando quella di sopra. Guardai un po' in giro, per quanto la luce me lo permettesse, e non trovai la mia veste da notte. Allungai il collo e la vidi sul pavimento, velocemente scesi dal letto e la indossai.
«Voi cominciate a scendere, vi raggiungo subito», sgattaiolai fuori dalla camera. Nel corridoio incontrai Annabelle e le chiesi gentilmente di aiutarmi con il vestito, dopodiché mi recai in bagno. Osservai il mio riflesso nello specchio e non mi ero mai vista così felice e sorridendo. Quando ritornai in camera, vidi i libri sulla magia che Abel mi aveva portato e decisi che da quel giorno li avrei letti. Ero distante dal tavolo con su i libri, quindi, colta dalla curiosità, allungai una mano verso uno. Mi concentrai, anche se non sapevo bene quello che dovevo fare, ma non successe nulla; il libro rimase lì. Ci provai una seconda volta, questa volta calcai maggiormente ciò che volevo fare; il libro doveva venire da me. Sbuffai quando mi resi conto che stavo facendo una stupidaggine e che quel libro non si sarebbe mai elevato.
Feci colazione con sempre con gli altri, finché William non disse qualcosa che mi fece brillare gli occhi: «oggi pomeriggio io ed Abel dobbiamo andare in paese, vorreste venire?»
«Si, certo, mi sembra una buona idea!», esultò Leila e io con lei.
Le ore passarono velocemente e tra letture e prove mi ritrovai sulla loro carrozza, diretta in paese. Ero elettrizzata all'idea di uscire finalmente dalle mura del castello, seppur tirasse vento e le nuvole non accompagnavano il mio stato di umore. Quando arrivammo in paese, ci dirigemmo nel piazzale, dove alcune donne intrattenevano i passanti con una strana danza mai vista. I cittadini salutavano i fratelli cordialmente e alcuni abbassavano il capo. Finalmente capii che il ragazzo che era accanto a me era di vitale importanza e che forse era realmente un principe, ma dovevo chiederglielo.
Guardai affascinata le donne e mi chiesi come facessero ad ondeggiare sensualmente i fianchi, non ne sarei mai stata capace. Distolsi lo sguardo dalle danzatrici e mi guardai intorno; i bambini stavano giocando con dei cagnolini, le bancarelle urlavano per esporre gli oggetti che vendevano. Sorrisi, era bellissimo andare in paese, non vi era mai angoscia o tristezza. Passammo per le numerose bancarelle e di tanto in tanto sbirciavo, mi colpii un bellissimo braccialetto. Mi fermai dinanzi alla bancarella e, quando si accorsero che mi ero fermata, anche Abel e gli altri fecero lo stesso.
Improvvisamente tutti udimmo un urlo, sobbalzai dallo spavento e nello stesso momento un corpo cadde sul tettuccio in legno della bancarella, per poi schiantarsi al suolo. Le donne si allontanarono, mentre gli uomini andarono in soccorso alla donna svenuta. Mi portai una mano alle labbra e retrocessi di un passo, voltando poi lo sguardo verso destra, dopo il corpo della donna era atterrato. Sgranai gli occhi e trattenni il respiro, quando vidi una strana creatura dalla pelle bianca e lucida e dagli occhi privi di pupilla e luminosi come il sole. Era inginocchiata e si tratteneva un fianco con una mano. Era scheletrico, non indossava abiti e la pelle non era umana. Alzò il viso verso la donna e con uno scatto avanzò verso di lei. Lanciai un urlo e retrocessi nuovamente, ma quella creatura non arrivò mai alla sua preda, poiché un ragazzo dall'armatura scura gli staccò la testa dal collo con una spada lunga e affilata. La creatura scoppiò in mille puntini luminosi, cadendo poi ai miei piedi.
Il ragazzo guardò la donna distesa a terra e poi me, sgranando gli occhi. «Mi state fissando? Potete vedermi?», fece un passo verso di me, ma io retrocessi.
Avvertii un corpo dietro di me, ma non mi voltai, ero troppo impegnata a guardare quel ragazzo. L'armatura che indossava gli copriva il corpo e metà del viso, lasciando liberi solo gli occhi, che erano di un verde scuro come le foglie degli abeti. Una fitta alla tempia mi colpi con una potenza inaudita, costringendomi ad inclinare il busto e poggiare una mano alla tempia. Cos'era quella creatura? E quel ragazzo chi era?
Spazio Autrice:
Siamo arrivati a 1K di visualizzazioni, bellissimooo!! Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosite.
-Angel
STAI LEGGENDO
Sentimenti Oscuri
Vampire*Primo volume della saga di Sentimenti Oscuri* Anno 1626. Meredith è una giovane ed inesperta donna di appena diciotto anni. Sin dall'infanzia ha capito la difficoltà e lo svantaggio di vivere in una famiglia che, purtroppo, non può permettersi il p...