XI

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Proprio come la scorsa volta, anche quel giorno mi svegliai con un mal di testa assurdo. Ero nella stanza dei miei incubi, ma quella volta il camino era spento. Pensandoci, però, chi pazzo accendeva il camino in piena estate? In quella camera faceva particolarmete freddo e quel piccolo dettaglio mi era sfuggito.

Cercai di alzare il busto, ma solo la parte destra del corpo potette alzarsi, la sinistra rimase bloccata. Confusa, mi voltai verso questa e vidi una corda che teneva bloccato il mio polso. Provai a scioglierla, ma quando la toccavo, un bruciore si espandeva su tutta la superficie.

«Qualcuno può sentirmi?», urlai al buio della camera, ma no ricevetti risposta.
Mi sedetti sul bordo del letto e afferrai la corda stretta, la tirai, ignorando completamente il bruciore, ma questa sembrava incollata alla tastiera del letto a baldacchino.

«Vi farete solo del male», una voce, proveniente dalla parte più oscura della stanza, mi fece sobbalzare.

«Slegatemi», quasi piagnucolai, ero stufa di quella situazione e soprattutto di lui.

«Vorrei tanto farlo, ma se non controllate le vostre emozioni, rischiate di distruggere l'intero castello e non mi sembra il caso.»

Strinsi con la mano libera le coperte di seta, ma non dissi nulla. Mi accusava di qualcosa che non avevo fatto e ripetergli il mio desiderio di tornare a casa non sarebbe servito a nulla, non me lo avrebbe permesso.

«Volevo spiegazioni da voi, ma penso che sappiate meno di me. Per adesso ci limiteremo a seguire il nostro destino e, se c'è ne fosse bisogno, approfondiremo ciò che è accaduto poche ore fa.»

Sbiancai letteralmente, «cosa intendete? Quale destino?»

«La maledizione, quella che ci lega da quando siamo nati, ve ne ho parlato prima di farvi svenire.»

Solo allora ricordai lo schiocco delle dita e il mio presunto svenimento. Era stato lui? Com'era possibile. «Siete stato voi? Come avete fatto?»

Alzo una mano verso di me, «ogni cosa a suo tempo. Siete ancora sconvolta per ciò che vi ho detto e dovete accettarlo. Da oggi in poi non vedrete più la vostra famiglia e sarete mia sottomessa, o schiava, come preferire.»

Sgranai gli occhi, «cosa? Siete totalmente impazzito! Ritornerò a casa mia e dovrete passare sul mio cadavere prima di vedermi vostra schiava!»

Sbuffò e si passò una mano tra i capelli lunghi fin sopra le spalle. «Lo accetterete con le buone, o con le cattive, e se non lo farete, sarete rinchiusa nelle segrete senza cibo e acqua; questa sarà la punizione fino a quando non mi porterete rispetto.»

«Non mi sembra che non vi abbia portato rispetto, ma se le alternative sono due, scelgo le segrete.»

Tentennò leggermente e assunse un'espressione colma di stupore, «non è una saggia scelta, la vostra.»

«Non sarò mai vostra schiava.»

In un nano secondo non fu in stanza e ne approfittai nuovamente per cercare di slegarmi. Dovevo andare via di lì, ma non conoscevo il castello, né la zona. Rinchiudermi nelle segrete non era il miglior modo per la fuga, ma non mi sarei mai abbassata al suo livello. La sua serietà ed eleganza metteva i brividi, poche volte aveva assunto un'espressione che fosse diversa da quella che solitamente aveva.

Preferivo di gran lunga il ragazzo della rosa e colui che animava il mio animo con quella dolce melodia del piano. Era tutto un'illusione, voleva solo rapirmi e usava quei trucchetti per farmi avvicinare, che illusa che ero.

In stanza entrò la ragazza della scorsa volta e mi porse uno straccio che interpretai come un abito. Non mi feci scrupoli ad indossarlo, in fondo ero abituata. Tolsi quel meraviglioso abito rosso ed indossai lo straccio bucato in diversi punti e colmo di chissà quale zozzeria.

Il marrone e il nero non donavano al mio corpo, ma me ne feci una ragione. Il ragazzo entrò in camera e mi avvolse entrambi i polsi con quella strana corda. Mi trascinò fuori dalla stanza e per l'ultima volta contemplai i maestosi corridoi.

Tutto il lusso del castello si disperse quando imboccammo una rampa di scale che ci condusse verso le segrete, dove vi erano guardie ovunque.
Ci fermammo dinanzi ad una cella fredda e vuota.

«Siete ancora in tempo per cambiare idea.»

«Non la cambierò.»

Un minuto dopo mi ritrovai da sola, al buio e infreddolita in quella che era la mia cella.

Spazio Autrice:
Vi sta piacendo la storia?
Fatemi sapere se trovate qualcosa che non è chiaro, o che semplicemente non vi piace.
-Angel❤️

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