«Volete voi prendere in moglie la qui presente Meredith per amarla, onorarla e supportarla in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?»
«Lo voglio», rispose sicuro Abel, mentre mi stringeva le mani.
Il parroco si voltò verso di me, dedicandomi un dolce sorriso.«Volete voi prendere in marito il qui presente Abel per amarlo, onorarlo e supportuarlo in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?»
«Lo voglio», risposti.
«Giurate di essere disposti a prendere possesso del più grande potere esistente al mondo, quello della sovranità, pensare al bene del vostro popolo e di non abusare mai della vostra fortuna, di donare ai popoli un degno erede al trono?»
Strinsi maggiormente le mani ad Abel e continuai a sorridere istericamente.
«Lo giuro», rispose lui sicuro.«Lo giuro», continuai io.
Dopo lo scambio di fedi ed un paio di giuramenti. Il parroco si voltò verso una teca in argento e con brillanti, mentre due donne, ben vestite, mi tolsero delicatamente il velo. Dalla teca uscirono due corone, una più grande di dell'altra.
Il parroco si avvicinò a me con la corona più piccola, ma comunque ben curata nei minimi dettaglia. Aveva una forma circolare, spessa quattro o cinque centimetri, in oro con tanti piccoli smeraldi incastonati tra di loro.
Abbassai il capo e, talmente tanto era l'ansia, non ascoltai nemmeno cosa stesse dicendo il parroco. Un attimo dopo avevo la corona in capo e Abel aveva da poco ricevuto la sua.
«Da oggi in poi, vi dichiaro marito e moglie, Re e Regina Delle Campagne dell'Est e dell'Ovest. Prego, potete baciare la sposa.»
«Finalmente», borbottò Abel e un attimo dopo le sue labbra furono sulle mie. Un boato di applausi accompagnò il nostro dolce bacio, nel quale io posizionai una mano sulla sua gote.
Percorremmo il sentiero a retrò e ci fermammo poco lontani, mentre gli invitati si affrettarono a raggiungere le proprie carrozze per recarsi in paese.
«Dobbiamo partire dieci minuti dopo di loro, i paesi già sono riuniti sotto il nostro castello. Spero non sverrete quando saremo annunciati e dovremo presentarci a tutti.»«Saremo sulla balconata?», chiesi, mentre ammiravo il paesaggio.
«Si.»
«Abel... è stata un bellissima sorpresa questa», indica il posto, «non me lo sarei mai aspettata.»
«In fondo è il luogo dove ci siamo incontrati la prima volta, è importante per voi tanto quanto lo è per me; sapevo che vi sarebbe piaciuto», mi afferrò i fianchi e mi trascinò verso il suo petto.
Avevo gli occhi lucidi per l'emozione e mi appoggiai al suo petto per nascondere ciò che stavo provando in quel momento. Lo amavo, era il mio vampiro.
«Vi amo», sussurrò con il viso trai capelli, «riesco a sentire le vostre emozioni. Avete il cuore che vi sta per fuoriuscire dal petto.»
«Lo so, come potrei non essere felice? È ciò che ho sempre desiderato.»
Mi stampò un bacio sulle labbra e mi invitò verso la carrozza. Durante il tragitto verso casa, non facemmo altro che scambiarci coccole e ripetere ciò che avremmo fatto una volta lì.
A casa fummo accolti dai nostri domestici, tutti ben vestiti e pronti per il banchetto che si sarebbe tenuto in paese, con tutti. Vidi Annabelle e le andai incontro, era veramente bellissima e in lontananza vidi Harry che la fissava, non sapevo se si conoscessero.
«Siete bellissima, grazie per averci invitato», abbassò il viso e fece un impacciato inchino.
«Annabelle non dovete inchinarvi, è stato un piacere. Prego accomodatevi con gli altri, dopo la nostra annunciazione ci sarà un delizioso banchetto.»
Le brillarono gli occhi e, nel momento stesso in cui si allontanò, Abel mi cinse in vita e mi trascinò verso la balconata. Lo stomaco brontava e non vedevo l'ora di mangiare qualsiasi cosa.
Aveva deciso di dividere il banchetto, la parte più festaiola della giornata, con tutti i nostri sudditi. Infatti dalla balconata, occultata parzialmente dal tendaggio, riuscivo a vedere innumerevoli tavoli nell'enorme spiazzato. C'erano proprio tutti e chiacchieravano tra di loro allegramente. Da come avevo ben capito, ogni famiglia aveva portato un omaggio a noi, che successivamente sarebbe stato diviso con gli altri, quindi di cibo e oggetti c'è ne erano a volontà.
Tale idea era stata la mia, volevo che tutti partecipassero ai festeggiamenti. Infondo da allora eravamo tutti una grande famiglia e volevo che fossero coinvolti in tutto.
Senza nemmeno rendermene conto, tornai con i piedi per terra quando venimmo annunciati.
Afferrai saldamente la mano di Abel ed uscimmo allo scoperto.
I raggi solari ci colpirono in pieno e sobbalzai, ricordando ciò che era Abel.Istintivamente mi voltai verso di lui, impaurita, ma incontrai solo un paio di occhi rossi, celati in quel ammasso di carbone. «Tranquilla», sussurrò, «a noi demoni non fa nulla la luce solare, certo...ci da fastidio, ma non moriamo.»
Annuii e continuai la camminata, fino a giungere ai bordi della balconata finemente decorata con drappeggi con i colori dei nostri paesi. La gente cominciò subito ad applaudire e ad adularci.
Deglutii e, istintivamente, alzai una mano per salutare tutti. La mano tremava, ma la mossi lentamente per non far vedere il tremolio.Volevo scendere da lì, subito, ma vedere tutte quelle facce allegre e i bambini che saltellavano, mi fece riempire il cuore di gioia.
A destra notai un grande palco con su una lunga tavolata, subito dopo piccoli palchetti con su tavoli e poi quelli apparteneti al popolo.Sicuramente avremmo pranzo sul palco grande io ed Abel, mentre i nobili su quello più piccoli.
Abel era stata bravissimo nell'organizzazione dell'evento, aveva accettato tutte le mie richieste e il risultato era spettacolare.«Per noi è un onore governare sulle vostre campagne. Siete voi che portate vita nei nostri popoli, noi abbiamo solo il compito di proteggervi e assicurarci che tutti siano soddisfatti della propria. Sappiate che qualsiasi problema abbiate, non esitate a raggiungerci. I giuramenti fatti un'ora fa, ci hanno reso un'unica grande famiglia, per questo motivo abbiamo deciso di condividere con voi la nostra più grande gioia. Nemmeno le persone che ci sono accanto ne sanno la conoscenza, voleva aspettare questo giorno per dichiararlo a tutti», Abel iniziò il discorso che avevamo scritto insieme, mandando letteralmente a quel paese quello del suo assistente.
Ero cresciuta tra i bassifondi del paese, sapevo cosa provava e pensava la gente. Per tale motivo avevo inserito all'interno del discorso la parte del soccorso. Avrei aiutato chiunque, soprattutto le famiglie disagiate. E se loro non sarebbero venuti da noi per paura, sarei andata io da loro per controlli.
Abel si voltò verso di me per una frazione di secondi e annuii, sapendo cosa avrebbe detto successivamente.
Puntai lo sguardo sulla mia famiglia, che già sedeva al tavolo e sorrisi.«Siamo fieri di annunciarvi che tra otto mesi avremo un piccolo, ma potente degno erede al trono.»
Mia madre sgranò gli occhi, mio padre già piangeva (non capivo se per la gioia o altro) e il popolo urlava congratulazioni.
Avrei parlato in seguito con la mia famiglia, gli applausi ed esultazioni mi stonarono i timpani.
La prima parte della giornata era volata, ci restava la cerimonia...quella che più temevo.Spazio Autrice:
Sono riuscita ad aggiornareeee
ma sono troppo brava😍
Domani avrete il continuo, la cerimonia con i vampiretti 😂 e...piccolo spoiler: CI SARÀ UNO SGRADEVOLE COLPO DI SCENA!!
-Angel ❤️
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Sentimenti Oscuri
Vampire*Primo volume della saga di Sentimenti Oscuri* Anno 1626. Meredith è una giovane ed inesperta donna di appena diciotto anni. Sin dall'infanzia ha capito la difficoltà e lo svantaggio di vivere in una famiglia che, purtroppo, non può permettersi il p...