XLIII

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Abel

Non sentivo nulla, tutto mi sembrava lontano e confuso. Aprii lentamente gli occhi e non capii dove mi trovassi, fin quando non vidi il soffitto della camera di William.

«Abel, finalmente ti sei svegliato. Fratello mio, mi hai spaventato, come ti senti?», chiese lui in apprensione.

Mi tastai la testa, «bene, non capisco cosa sia successo. Possibile che sia svenuto?»

«Onestamente non lo so, sei morto, teoricamente non dovresti soffrire come gli umani, ma non trovo altre spiegazioni.»

Alzai lentamente il busto, ma fui costretto a riabbassarlo subito, mi sentivo stanco. «C'è qualcosa che non va.»

«Ovvio che c'è qualcosa che non va, ma dobbiamo aspettare nostro nonno per avere certezze; è tornato urgentemente nel suo castello, non ho ben capito cosa sia successo.»

«I vampiri non dormono, ma io...io ho dormito.»

«Hai sognato?»

Scossi la testa, «no, era tutto buio. Mi sentivo debole ed indifeso, non era mai capitato una cosa del genere.»
Involontariamente abbassai lo sguardo sul mio polso e sgranati gli occhi quando non vidi alcuna stella.

Se prima mi sentivo debole, il secondo successivo ero all'apice delle energie. Balzai dal letto e posai un dito sul simbolo ormai scomparso e lanciai un ringhio.
«Che succede?», chiese William, allontanandosi leggermente.

«Il legame, cavolo! È scomparso!»

William con un balzo mi raggiunse e mi afferrò il polso, contemplandolo attentamente. «Maledizione Abel! Non è sparito, è solo sbiadito, e c'è una bella differenza. Se fosse sparito, significherebbe che Meredith è passata all'altro mondo. Invece è solo sbiadito, significa che è viva, ma qualcosa (o qualcuno) ha strappato il legame.»

«Caleb...deve aver usato la magia della strega che collabora con lui.»

«Si, ma la magia non è in grado di sciogliere un legame, deve aver intaccato la memoria di Meredith. Solo cancellando l'amore per te si può sciogliere il legame.»

«Adesso si spiega perché non riuscivo più a sentirla. Devo fare qualcosa, non posso restare qui mentre lei è nelle sue mani!»

«Cosa vorresti fare? Non sappiamo cosa ti sia successo, in questo momento sei visibilmente debole, Caleb non si farebbe scrupoli ad ucciderti.»

«Io non...»

«Abel!», rimbombò la voce di mio nonno. Entrambi ci voltammo verso di lui, che era appena arrivato. «È arrivata la strega, vi dirà dove si trova.»

Velocemente raggiungemmo la strega, che era al piano inferiore. Era una donna anziana, dai lunghi capelli bianchi e le pupille di un azzurro chiarissimo tendente al bianco. Stava comodamente seduta su una poltrona e si strofinava le mani.

«Iniziamo subito, avete un oggetto appartenuto alla ragazza?», chiese, senza neanche presentarsi, ma in quel momento le buone maniere potevano smarrirsi. Leila subito corse verso il piano superiore e portò una spazzola. Sorrisi nel vederla, ricordai quante volte Meredith sbraitava contro i suoi capelli perché non erano perfettamente lisci.

La donna la prese tra le mani e la adagiò sul tavolo, dopodiché afferrò un coltello che le porgeva mio nonno e si fece un taglio profondo nel palmo della mano. Il sangue cominciò a fuoriuscire e le gocce caddero nel centro della spazzola. Sospirò e la sfiorò appena, prendendo poi dei fogli, l'inchiostro e la piuma.

«Qualsiasi cosa vedrà, la disegnerà su quel foglio», mi informò mio nonno.

«Pensavo ci indicasse il luogo tramite una mappa.»

Sorrise leggermente, «è una strega un po' particolare, non ama seguire le tradizioni, questo è il suo modo per indicarci dove si trova; è molto più dettagliato.»

In un nano secondo gli occhi della donna ruotarono all'indietro e aspirò intensamente, afferrando il foglio ed iniziando a disegnare. Muoveva la mano talmente velocemente che era faticoso stargli dietro. Mio nonno afferrò il foglio terminato e gliene porse uno nuovo, aiutandola anche con l'inchiostro.

Pochi minuti dopo, sul tavolo popolavano cinque fogli. Quando la donna tornò in sé, si guardò attorno, dopodiché afferrò i fogli e disse: «ho visto la ragazza, era sdraiata su un letto e incatenata mani e piedi. Accanto a lei vi erano un uomo ed una donna, quest'ultima praticava riti oscuri e usava la sua magia sulla ragazza. L'entrata è segreta, si cela sotto le piantagioni dei folti alberi nel centro della foresta, ma è impossibile entrarci, se non attraverso una grotta. Mi dispiace, ma non posso dirvi più nulla, hanno scoperto la mia intrusione e una barriera è riuscita a fermarmi. La strega deve essere molto forte, ma temo per la vita della ragazza.»

Improvvisamente avvertimmo un rumore dalle cucine, strano, dato che avevamo dato l'ordine alle cameriere di tornare nelle proprie case fino ad un nostro nuovo ordine.

«State attenti, avverto una strana presenza.»

«Potrebbe essere uno di quei mostri ancora in vita», ragionò William.

«In tal caso sarebbe un guaio, dato che nessuno di noi è in grado di vederli», dissi, prestando attenzione anche al più piccolo dei movimenti.

«Non tutte le streghe hanno questo potere, ma io si, sono in grado di vedere quelle creature, ne ho avuto la prova pochi giorni fa», fece un passo avanti la donna.
«Si sta avvicinando, lo sento.»

Io e William ci guardammo attorno, ma non sentimmo nemmeno uno scricchiolio che ci avvertisse della sua presenza.
«Attenti!», urlo la donna e all'unisono un coltello si scagliò contro di noi ad una velocità inaudita. Riuscimmo a schivarlo, seppur sicuramente non ci avrebbe ucciso.

Sentii un gemito strozzato, ma non capii da chi provenisse. La strega, usando la sua magia, rovesciò sulla creatura dell'acqua, contenuta in una brocca. Non potevamo comunque vederla, ma potevamo vedere le orme che lasciava sul pavimento. William, intuista come suo solito, capì subito la figura della creatura e con un balzo le staccò la testa dal collo.

Fu in quello istante che del liquido bianco cadde a piccole gocce e la creatura divenne visibile a gli occhi di tutti. Quindi la loro morte le rendeva visibili, indizio alquanto inutile. Come diavolo avevamo fatto a non sentirla prima? Si doveva essere mossa molto cautamente, per poi trovare il momento giusto per attaccarci, ma perché proprio in quel momento? Insieme a quella tremenda puzza, causata dal quel sangue marcio, ne avvertii un'altra, decisamente più dolce. Sembrava sangue umano.

William si accorse dell'odore, infatti si voltò verso di me. Aggrottai la fronte, quando vidi la sua espressione tingersi di terrore. Lentamente mi voltai e, dietro alle mie spalle, vidi Leila. Lentamente lo estrasse il coltello dal petto, mentre gemiti e calde lacrime la inondavano.

Lasciò cadere il coltello a terra e con esso anche il suo corpo, ormai a fin di vita.

Spazio Autrice:
Siamo quartiiii
Non posso ancora crederci!!
Vi ringrazio infinitamente, soprattutto perché votate la storia e la leggete.
-Angel❤️

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