LXIV

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Spazio Autrice:
Da quanto ho capito, Wattpad ha creato una categoria per ogni tag inserito nelle storie e onestamente non mi aspettavo che la storia arrivasse a questi livelli. Abbiamo ottime posizioni in ogni tag e ci tenevo a condividere con voi questa gioia e aggiornarvi su tutti i miglioramenti.
-Angel ❤️

Meredith

Ero poggiata su qualcosa di estremamente duro e a malapena riuscivo a muovere le braccia e le gambe. Con fatica aprii gli occhi e vidi solo delle pareti. Ero in una camera oscura e priva di mobili.

Mi sentivo stordita e, nonostante avessi voglia di urlare, non lo feci; la gola era secca e desideravo tanto bere dell'acqua.

«Finalmente vi siete svegliata», disse una voce dalla parte più oscura della camera. «Come vi sentite?», la voce apparteneva sicuramente ad una donna, ma non riuscivo a vederla.

Aprii la bocca per parlare, ma proprio non ci riuscivo, perfino la saliva scarseggiava.
«State tranquilla, tra qualche minuto dovrebbe tornare e vi libererà.»

Solo allora capii che ero legata piedi e mani, ecco perché non riuscivo a muovermi. Chi era quella donna? Dove mi trovavo? Come ci ero finita lì?

Iniziai a temere il peggio, quando la porta si aprì ed entrò una figura incappucciata. Non vidi il suo volto, ma riuscii ad udire un ghigno, dopodiché accese le candele sparse per tutta la piccola stanza.

La prima parte che venne illuminata, fu quella da dove proveniva la voce della donna e, quando la misi a fuoco, sgranai gli occhi. Una lacrima mi scese all'angolo dell'occhio destro, non sapevo più cosa pensare, non sapevo più di chi fidarmi.

Finalmente l'angolo della mia posizione si illuminò e la figura incappucciata si tolse il cappuccio.
Vidi come sorrideva falsamente, come i suoi occhi ardevano sul mio corpo e la sua postura era rigida.

«Meredith, è una gioia rivedervi.»

Boccheggiai e serrai gli occhi, speravo di poter sparire in quell'istante, non volevo crederci, non di nuovo. Provai a muovere nuovamente la mano, ma i muscoli non reagivano ai miei comandi.
«Non volevo ridurvi in quello stato», cominciò a camminare attorno al letto, che di confortante non aveva nulla. «Ma il vostro amato Sovrano aveva capito che non eravate in voi e ha provato a strapparvi la collana, scatenando così il richiamo a me. Sono stato costretto a teletrasportarvi qui, con l'aiuto della vostra strega...a proposito, buona scelta aveva fatto il caro Sel, è veramente un genio della magia.»

Allungò una mano verso il tavolino accanto a me e versò dell'acqua nel bicchiere, alzandomi il busto e aiutandomi a berla. Subito sospirai entusiasta, andava già molto meglio.
«Voi siete stata molto cattiva nei miei confronti, non avete portato a termine il vostro compito e vi siete fatta sgamare subito», scosse la testa, lasciandomi andare.

Caddi con un tonfo sul materasso rigido e con fatica dissi: «Ed...Edward? Cosa volete da me? Qual'era il mio compito?»

«Uccidere Abel, non mi sembrava un'impresa, bastava imbrogliarlo e il gioco è fatto», ringhiò.

Non ci stavo più capendo nulla. «Non capisco, sapete benissimo che non avrei mai ucciso Abel. Cosa ci fate qui? Dove siamo? Pensavo foste scappato, o morto.»

«Morto? Non mi sembra che abbiate trovato il mio corpo senza capo disteso per terra, durante la battaglia. Avete ucciso mio fratello, avete ucciso Elena e avete distrutto la mia casa», ringhiò in un urlo, afferrandomi i capelli e tirandoli verso di lui.

Analogamente il mio busto si inclinò verso di lui e gemetti dal dolore, stringendo i denti e muovendo le mani, cercando di liberarmi.
«È vero, sono scappato, ma sapevo che prima o poi sarei tornato da voi! Bramo vendetta, piccola Meredith, eravate così graziosa in paese e guardavate innamorata questo oggetto», portò l'indice al centro del mio petto, dove brillava il gioiello. Provai ad abbassare il capo, ma mi strattonò ancora una volta. «Non è stato facile convincere la vecchia zitella ad aiutarmi, ma alla fine si è arresa. Ci ha impiegato ore per maledire la collana, bastava solo mettervela al collo ed uccidere tutti sotto il mio comando! Invece no, il vostro potere vi ha permesso di interrompere l'incantesimo diverse volte inconsapevolmente e in quelle volte avete parlato fin troppo! Adesso voi siete nelle mie mani e, non solo vi userò a mio piacimento, ma vi giuro che mi vendicherò di tutti voi!», concluse con voce graffiante e sadica.

Un singhiozzo vibrò nel petto, troppa paura. Lo stomaco si contorse e per poco non mi salì la cena nell'esofago. Con un gesto veloce mi liberò dalle corde e mi trascinò verso la porta. Sembravo una bambola di pezza nelle sue mani e quella scena era già avvenuta.

«Dove avete intenzione di portarla?», chiese la strega impaurita.

«Le farò capire chi comanda e contro chi si è messa.»

Abel

«Perché quella strega quando ci serve non c'è mai!», urlai esasperato, spaventando Leila.

«Non penso sia una causalità che sia scomparsa, dobbiamo assolutamente scoprire chi si cela dietro a questo...», si fermò improvvisamente. William si voltò verso di me e assottigliò gli occhi. «È sicuramente qualcuno che conosciamo, mi stavo chiedendo che fine avesse fatto il fratello di Caleb, ricordate? Colui che si finse nostra guardia e poi portò via Meredith.»

«Non ricordo nemmeno il nome, ma sicuramente è morto, non ci sono altre spiegazioni.»

«Nessuno di voi lo ha trovato, sembra essersi volatilizzato nel nulla», si intromise Leila, «era particolarmente interessato a Meredith, dato che lo era anche suo fratello, potrebbe averla usata per arrivare a noi.»

«Non...», mi passai una mano tra i capelli, «questa è la volta buona che lo ammazzo, pensavo fossero morti tutti!»

«Infatti è così, ma sul fratello non avevamo informazioni. Non siamo proprio sicuri che sia lui, ma c'è una grande probabilità. Ha sicuramente preso Meredith per arrivare a noi, la scomparsa della nostra strega coincide?», chiese William.

«Sicuramente, Meredith aveva al collo un oggetto maledetto. Abbiamo ucciso la sua, quindi per ripicca, lui prende la nostra. Ora Meredith è nelle sue mani, di nuovo, ed io sto per impazzire...di nuovo.»

«Abbiamo mandato tre uomini nella loro vecchia casa, è possibile che ci sia un passaggio segreto, o qualsiasi altra cosa che non abbiamo notato prima. Spero solo di non arrivare troppo tardi.»

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