XLI

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Meredith

Mi trovavo in quella grotta insieme a Caleb ed Edward, non mi ero mai sentita più tradita di allora. Mi aveva trascinata fin lì e anche con il mio consenso. Inconsapevolmente mi ero ceduta a Caleb ed iniziai ad avvertire una paura indescrivibile.

Volevo Abel accanto a me, ma infondo ciò che mi era accaduto era per colpa mia.
«Non abbiate paura, siamo quasi arrivati a casa nostra», disse Caleb, pigiando una sporgenza del muro. La parte rocciosa si scostò lentamente e da lì riuscii a vedere un bagliore in lontananza.

Imboccammo quel passaggio privo di luce e, man mano, il pavimento in pietra fu sostituito con morbidi e grandi tappeti. Chiusi gli occhi per abbituarmi alla luce proveniente dalle candele. Mi guardai attorno e poi indietro, capii subito che ci trovavamo nel suo castello e che ci si poteva arrivare tramite quel passaggio.

Non potevo credere ai miei occhi, ciò che mi circondava eguagliava la dimora dei fratelli: stessi colori, stessi corridoi, stesse cucine. «Bentornato Sire», si avvicinò una donna sulla trentina e fece un cordiale inchino.

Sire?? Caleb non era il sire di nessuno, chi era quella donna. «Elena, amore mio, vieni, voglio presentarti Meredith.»

La donna si avvicinò a me e mi squadrò da capo a piedi. Era bellissima, aveva lunghi capelli rossi e luminosi occhi azzurri, un fisico asciutto e un solare sorriso. «È lei, vero? Santo Cielo, siete identica a tua nonna!»

La sua affermazione mi fece sgranare gli occhi, lei conosceva mia nonna?
«Elena abbi pazienza, la nostra giovane ospite è ancora in uno stato confusionale.»

«Stare troppo tempo con vostro fratello può portare addirittura alla pazzia, non pensavo saresti riuscito a corromperla», si voltò verso Edward, che di rimando sorrise orgoglioso.

«Non mi ha affatto corrotta, mi aveva promesso aiuto», dissi, annullando il sorriso su i loro volti.

«Infatti qui ti aiuteremo, anche Elena è una strega e ti insegnerà la magia oscura.»

Scossi la testa, «non voglio praticare la magia, spiegatemi onestamente perché mi volete qui.»

«Tutto ai suoi tempi, state tranquilla, non voglio farvi del male», e quelle parole mi riportarono ad Abel; i loro modi di interagire con le persone erano simili. «Sarete affamata e spaventata da ciò che è successo, vi prego di seguirmi.»

Mi trascinò senza nemmeno darmi il tempo di dargli una risposta. Ci recammo nel soggiorno, dove vidi una tavola apparecchiata. Mi fece sedere e una cameriera mi porse un piatto colmo di zuppa. Lo fissai, ma non avevo la minima intenzione di mangiarlo; potevano avvelenarmi a mia insaputa.

«Vi assicuro che è deliziosa, mangiate, se lo farete, vi spiegherò la situazione a trecentosessanta gradi.»

Senza pensarci due volte, afferrai il cucchiaio ed iniziai a mangiare. Volevo assolutamente sapere perché mi voleva, ne avevo il diritto. Ammisi che quella zuppa era buonissima, ma dopo aver terminato il passo, mi condusse in una camera, piccola ma graziosa.

«Sono un uomo di parola e vi svelerò i miei piani, ma lo farò domani mattina. Deve essere presente anche Elena e adesso è troppo stanca. Riposate e non abbiate paura di un nostro attacco, se avessimo voluto farvi del male, lo avremmo già fatto», si avviò verso la porta, «e fate sogni tranquilli anche per i vostri cari, non ho intenzione di attaccarli nuovamente.»

Chiuse la porta a chiave e rimasi lì ferma, seduta sul letto come un'idiota. Per la seconda volta mi sentivo come una bambola, trasportata da una camera ad un'altra.
Mi sdraiai a letto e sospirai, non potevo crederci.

Chiusi gli occhi per una frazione di secondi, ma subito li riaprii, quando udii: «Meredith?»

Sobbalzai dal letto e mi guardai attorno, era la voce di Abel, l'avevo sognata? «Meredith, mi sentite?»

«Abel?», sussurrai, ma non udii altro.

«Abel, siete voi?», mi chiesi tra me e me.

«Si, finalmente sono riuscito a contattarvi!»

Lanciai un urletto e sceso dal letto, guardandomi attorno. «Dove siete?», chiesi ad alta voce, ma nessuno rispose.

«Dove siete?», pensai.

«Sono nella vostra mente, non pensavo di farcela! Ci sto provando da quasi un'ora, a quanto pare il nostro legame è arrivato all'apice, tanto da donarci questo potere.»

«Io...non è la prima volta che percepisco i vostri pensieri, poche ore fa ho sentito il vostro dolore, ho sentito con quanta sofferenza mi stavate chiedendo perché fossi andata via! Oh...Abel, vi prego non pensate che sia voluta scappare, volevo aiutarvi, ma sono caduta nella trappola di Edward.»

«Non ho mai pensato ad un vostro tradimento, anch'io ho percepito i vostri pensieri e i vostri sentimenti un paio di giorni fa.»

«Mi avevate detto che era impossibile raggiungere un livello così alto.»

«A quanto pare mi sbagliavo, ci siamo riusciti, piccola Meredith, siamo i primi legami ad aver conquistato questo potere. Vi prego, ditemi che state bene, dove siete?»

«Sto bene, sono nella dimora di Caleb, non sapevo che Edward fosse suo fratello! Ha organizzato un piano perfetto per guadagnarsi la mia fiducia.»

«Perché siete andata via con lui?», il tono che usò non mi piacque per niente.

«Io...»

«Meredith, niente bugie, non ora.»

«Non volevo essere un peso per voi. Avete rischiato tanto per la mia protezione, non volevo che vi trasformaste nuovamente in un demone, William mi ha detto che è molto rischioso.»

«Un peso? Meredith che state dicendo? Non è colpa vostra! Siete il mio legame ed è ovvio che voglio proteggervi, non pensatelo nemmeno per un secondo! È stata mia la decisione di trasformarmi, voi non avete colpe. Ditemi cosa vi ha detto Caleb e troverò un modo per tirarvi fuori di lì.»

«Per adesso non ha detto nulla, ma mi ha dato la sua parola; ne parliamo domani.»

«Maledizione! Non posso lasciarvi lì da sola tutta la notte.»

«Abel, calmatevi, io sto bene ed entrambi abbiamo bisogno di riposo. Se succederà qualcosa, vi chiamerò.»

«Sono metà vampiro, non dormo la notte, ma veglierò sul vostro sonno.»

«Siete in grado di osservarmi da lontano?»

«Certo che no, non so nemmeno dove siete, userò i miei poteri per entrare nei vostri sogni.»

«Il soggiogamento! Ancora mi chiedo come facciate.»

«Non è difficilissimo, mi basta pensare a voi intensamente ed entrò nella vostra mente. Buonanotte dolce Meredith.»

Arrossì a quel nomignolo, «buonanotte mio potente Ibrido.»

Sentimenti OscuriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora