A fine capitolo leggete lo spazio Autrice, è importante.👇
«Meredith! Venite qui!», urlò Luna e Willy cominciò a fare lo stesso.
«Bambini non urlate, è notte fonda.»
«Ma non è una notte qualunque! È la notte delle stelle cadenti! Su chiamiamo tutti.»
«Non serve chiamarci, con le vostre urla ci avete svegliati tutti», borbottò Harry e si avvicinò sbadigliando. I bambini ci trascinarono fuori e, correndo tra la vegetazione, iniziammo a ridere come matti, mentre un cielo stellato ci cullava con la sua quiete.
Sobbalzai sul terriccio freddo e, indolenzita, cercai di sollevare il busto. Chiusi gli occhi, ma li riaprii subito; dov'ero finita?
Mi guardai intorno e tutto ciò che vidi erano alberi e foglie, stavo sognando, non ero a casa mia...al sicuro.
Lo scricchiolio di un ramo calpestato mi fece rabbrividire e sperai che non fosse Edward. Ero svenuta, o mi ero addormentata, non lo sapevo, non sapevo nemmeno da quanto tempo fossi lì.Mi alzai e, zoppicando, continuai a camminare. Raddrizzai la schiena e sgranai gli occhi, quando vidi la chiesa abbandonata; avevo girato in tondo, non potevo crederci. Mi guardai intorno e non vidi nulla, Edward non era lì, per mia fortuna.
Feci un passo in avanti, ma mi bloccai, quando udii una voce profonda e severa urlare: «fermatevi!»
Non mi ci soffermai molto sulla voce, più che altro pensai a correre via, lanciando un urlo. Mi raggiunse pochi secondi dopo, dato che la mia corsa equivaleva a quella di una lumaca e mi afferrò per i fianchi, facendomi voltare.
«Lasciatemi andare schifoso verme!!», urlai.«Meredith, Meredith, calmatevi, sono io. Guardatemi, sono io, sono Abel», mi afferrò saldamente.
«Abel?», spalancai gli occhi, «Santo Cielo, siete voi.»
«Si, sono io», mi abbracciò stretta, «non vi trovavamo, ho iniziato a temere il peggio.»
«Abel è stato Edward, lui ha lanciato la maledizione sulla collana! Voleva usare me per far del male a voi e...»
«Lo so, piccola Meredith, ma non dovete più temere, Edward non ci farà più del male. Guardatevi, siete così pallida», mi scrutò dalla testa ai piedi.
«Abel non mi sento bene, sto male», nel mentre lo dissi, fredde lacrime cominciarono a scendere dagli occhi e, pochi secondi dopo, mi sentii avvolgere dalle sue braccia.
«Adesso andrà tutto bene», riuscii a sentire, prima che mi sollevasse e gli occhi mi si chiudessero.
Quando mi svegliai, ero poggiata su un letto morbido e un familiare odore mi circondava. Sorrisi ancor prima di aprire gli occhi e beai di quella familiarità.
«Ben svegliata dormigliona», la voce di Abel mi giungeva forte e chiara.
«Salve, da quanto dormo?»
«Sei, o sette ore, come vi sentite?», chiese, mentre con una mano mi accarezzava i capelli.
«Meglio, anche se...», venni interrotta dallo bussare alla porta.
Abel si alzò e si recò verso questa, mentre io colsi l'occasione per svegliarmi del tutto. Dopo aver stropicciato gli occhi, mi voltai verso Abel, vedendolo avvicinarsi con un piatto in mano. «La cuoca vi ha portato una buona minestra, vi servirà.»
Mi leccai il labbro superiore e subito afferrai il piatto, iniziando a mangiare. Gemetti dal piacere del sapore sotto il mio palato e mi gustai quel delizioso piatto.
Dopo aver finito di mangiare, Abel non aspettò un minuto in più per stringermi ancora tra le sue braccia.
STAI LEGGENDO
Sentimenti Oscuri
Vampire*Primo volume della saga di Sentimenti Oscuri* Anno 1626. Meredith è una giovane ed inesperta donna di appena diciotto anni. Sin dall'infanzia ha capito la difficoltà e lo svantaggio di vivere in una famiglia che, purtroppo, non può permettersi il p...