Epilogo

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Sei anni dopo
Meredith

«Finisce così la storia, madre?», si sistema sul divano e dondola le gambe.

«Bhe...la storia continua e continuerà in eterno», le sorrido, accarezzandole la guancia e stringendo al petto il mio diario.

«Non sapevo la tua storia, ma sono orgogliosa di essere tua figlia! Sei una donna eccezionale, forte, amorevole ed intelligente!! Hai combattuto contro i cattivi e nei sei sempre uscita vincitrice!!», esulta, balzando in piedi e voltandosi verso la porta. La porta del salone viene aperta e noto subito la possente figura di Abel che avanza serena verso di noi.

«Padre!», urla Jane, correndo verso di lui che la prende in braccio senza alcuna difficoltà. «La mamma mi ha raccontato la vostra storia e in futuro voglio incontrare un principe azzurro come voi!»

Abel inclina il viso verso di lei ed alza un sopracciglio, stampandole un bacio sulla guancia. «Mia piccola Jane, sono io il vostro principe azzurro, non c'è bisogno di incontrare altri.»

Qualcuno bussa alla porta ed entra Luise, «Sire, Maestà, sono arrivati gli ospiti.»

«Sii», urla ancora, balzando giù dalle braccia del padre e correndo nel sala principale.

«Quella bambina è un turbine di energia e così le avete letto il vostro diario», si avvicina con passo sicuro e fluido, afferrandomi il mento tra l'indice e il pollice.

«Si, non vedevo l'ora di farlo, voglio che cresca consapevole della storia della sua famiglia e della consapevolezza che lì fuori c'è anche il male, oltre che il bene.»

«Spero vivamente che non le abbiate letto anche le nostre focosi nottate», ridacchia, stampandomi un bacio sulle labbra.

«Nessuno mai leggerà quelle pagine, ma...avete letto il mio diario?», inarco un sopracciglio.

Rotea gli occhi, «può darsi, godo molto nel leggere le innumerevoli linee dedicate al piacere...che solo e solamente io vi procurerò.»

Gli afferro la nuca e lo spingo verso di me, approfondendo il bacio iniziale e godendo dei suoi piccoli gemiti. Negli anni il nostro amore non ha fatto altro che aumentare ed aumentare, siamo un'unica anima e la nostra bambina è un dolcissimo fiore che aiutiamo a sbocciare.

Ovviamente anche noi abbiamo affrontato i nostri periodi bui. Jane inizialmente mostrava un lato troppo aggressivo, era possessiva, soprattutto nei confronti del padre, non permetteva nemmeno a me di avvicinarmi. Quando ha imparato a camminare, è diventata un pericolo ambulante, dovevamo trattenerla e costringerla a restare chiusa nella sua stanza perché la sua fame era ingestibile.

Le abbiamo spiegato più volte cosa è giusto e cosa no, in modo gentili ed adatti ad una bambina. Con il passare degli anni è migliorata, ma ogni tanto ha ancora qualche sbalzo di ira.
Oggi è il suo compleanno, compie sei anni e, mentre la osservo correre verso i miei familiari, mi si stringe il cuore.

«Tutto bene?», chiede Abel al mio fianco.

Annuisco, «è cresciuta così in fretta», sussurrò malinconica.

«Ha solo sei anni, Meredith, è ancora la nostra piccolina», mi cinge la vita con un braccio e mi stampa un bacio sulla tempia.

«Come mai così tante attenzioni?»

Assottiglia lo sguardo, «mi sembra di dedicarvi le giuste attenzioni ogni giorno, ma oggi...», si avvicina lentamente al mio orecchio, «siete maledettamente seducente con indosso questo abito», incrina la voce e morde delicatamente il lobo, «e non vedo l'ora che ci chiudiamo nella nostra stanza.»

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