Eravamo seduti all'interno della carrozza, scombussolati e terrorizzati da ciò che era successo in paese. Leila, come suo solito, aveva iniziato a piangere quando gli uomini avevano dichiarato la donna priva di vita ed io non avevo fatto altro che combattere contro il terribile mal di testa. L'immagine di quella creatura mi faceva venire i brividi ed Abel si accorse che c'era qualcosa che non andava, lo stesso di William. Guardai il paesaggio mentre tornavamo a casa e subito mi salii l'angoscia, quando mi resi conto che l'uscita era terminata.
Arrivammo a casa in poco tempo, decisi di non entrare nel castello, ma di rimanere un po' nei giardini. Abel mi raggiunse poco dopo, ero spaventata, ma non volevo che si preoccupasse. «So che siete spaventata da ciò che è successo in paese, ma...»
«Non sono spaventata», lo interruppi, «sono solo curiosa di sapere come ha fatto quella donna ad atterrare sulla bancarella.»
«Indagheremo su ciò che è accaduto, in fondo è il nostro paese e i cittadini sono sotto la nostra protezione.»
A quelle parole mi voltai verso di lui di scatto, era arrivata l'occasione di chiederglielo: «Abel...siete veramente un principe?»
Rimase sorpreso da quella mia domanda. «Certo, la mia famiglia possiede innumerevoli terre, ma non sono solo il principe dei miei paesi. Dato che mio nonno è stato il primo ad essere trasformato, viene visto come una sorta di re e tutti i suoi discendenti dei principi.»
«Quindi siete il principe del clan che il vampiro antenato ha creato?»
Annuì, «si, in un certo senso. Io e mio fratello siamo i più forti, anche più del nonno.»
Abel mi aveva rivelato tutto di lui senza alcun indugio e aveva scoperto cose riguardanti la mia famiglia, dovevo dirgli cosa avevo visto, forse lo avrei aiutato a proteggere i cittadini del paese. Deglutii e cercai un modo per dirgli tutto, ma era complicato e non sapevo da dove iniziare. «Ho visto qualcosa in paese», iniziai, attirando la sua attenzione. «Quando la donna è atterrata sulla bancarella, poco distante da lei, ho visto una creatura...era spaventosa, aveva la pelle bianca, priva di indumenti e di forme, gli occhi brillavano e i suoi denti era aguzzi. Vi prego di non prendermi per una stolta, so bene cosa ho visto e quella creatura stava per attaccare la donna, fin quando non è arrivato un ragazzo è gli ha staccato la testa dal collo», mi voltai verso di lui e lo vidi incredulo.
«Nessuno di noi ha visto ciò, siete sicura che...»
«Il ragazzo, quello che ha ucciso quel mostro, si è meravigliato quando ha capito che potevo vederlo. Ha iniziato ad urlare e a chiedermi se realmente lo vedessi e improvvisamente è scomparso, quando voi mi avete scosso la spalla.»
Lo vidi grattarsi la nuca e subito capii che non mi credeva, lo capivo dallo sguardo. Mi voltai dalla parte opposta e non dissi nulla, cercando di reprimere le lacrime che minacciavano di uscire. La situazione mi aveva spaventata più del dovuto. Mi morsi il labbro inferiore e mi alzai.
«Dove andate?», chiese subito, alzandosi.
«A riposare, sono stanca.»
Mi afferrò il braccio e mi spinse contro il suo petto, «perché avete gli occhi lucidi? Siete pallida, vi sentite bene?»
Annuii, anche se la testa continuava a torturarmi e ogni tanto le orecchie mi fischiavano. Volevo dormire, mi sentivo priva di forze. Bastò fare un passo in avanti per avvertire il mio corpo crollare e il vuoto attorno a me.
Qualcosa di freddo si posò sulla fronte e mi fece aprire gli occhi. Misi a fuoco ciò che mi circondava e vidi la mia camera. Attorno a me vi erano due figure: Abel e William. «Finalmente vi siete svegliata, ci avete fatto preoccupare tantissimo», disse William.
Provai ad alzare il busto, ma la stanza cominciò a ruotare e Abel fu costretto a farmi stendere nuovamente. «Siete ancora priva di forze, non alzatevi.»
«Cos'è successo?»
«Siete svenuta, dormite da più di dodici ore. Abbiamo fatto venire un medico e ci ha rassicurati, ha detto che dovete riposare e mangiare...sue testuali parole», ridacchiò William, «vi lascio da soli», aggiunse e se ne andò.
Abel si sdraiò accanto a me, «mi sono spaventato, quando vi ho vista svenire davanti ai miei occhi.»
«Mi dispiace», sussurrai con la gola secca, avevo sete.
«Vi dispiacete perché siete svenuta? Non è colpa vostra.»
«Io...mi sento stranamente stanca, eppure avete detto che ho dormito per dodici ore e non sono poche.»
«Tra un po' arriverà Annabelle con qualcosa da mangiare, dopodiché tornare a nanna.»
Annuii e coprii con le coperte, Abel mi strinse a sé e, nonostante la pelle fredda, in quel momento avverti un calore propagarsi nel suo e nel mio corpo. Il polso iniziò a pulsare e, quando mi voltai ad osservarlo, vidi la stella farsi sempre più scura. «E' normale, il legame tra di noi si è rafforzato, non solo per lo scambio di sangue, ma anche per...per avervi concessa a me. Quando uno dei due starà male, o sarà in pericolo, l'altro lo avvertirà tramite il legame», spiegò Abel, «posso avvertire la vostra stanchezza, il dolore che provate e ciò non fa altro che farmi preoccupare maggiormente.»
«Avvertite la mia stanchezza e il mio dolore?»
Annuì, «si, ma solo in parte. Solitamente non accade questo tra due persone legate, ma dipende da come quest'ultimo si sviluppa; se è un legame di sottomissione, sarà solo la donna umana a soffrire e non ci sarà altro che attrazione fisica, se è un legame come il nostro, questo si rafforzerà e ci permetterà di avvertirci l'uno l'altro.»
Alzai il braccio e lo avvolsi attorno al suo, facendo così scontare il nostro legame. Iniziai a pensare che fosse bello avere qualcuno legato a me, qualcuno che fosse in grado di capirmi e di provare ciò che io provavo. Ringraziai il destino per avermi concesso un legame come Abel e non un qualsiasi altro vampiro che mi avrebbe solo sottomessa e patire le pene dell'Inferno.
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Sentimenti Oscuri
Vampire*Primo volume della saga di Sentimenti Oscuri* Anno 1626. Meredith è una giovane ed inesperta donna di appena diciotto anni. Sin dall'infanzia ha capito la difficoltà e lo svantaggio di vivere in una famiglia che, purtroppo, non può permettersi il p...