Dopo aver accompagnato Jace a comprare un vestito per l'anniversario dell'Istituto, Alec andò a trovare sua sorella Isabelle. Viveva ancora nella vecchia casa dei genitori, dove Alec e i suoi fratelli avevano passato la maggior parte della loro vita insieme . Da fuori niente sembrava cambiato. In giardino c'erano ancora le altalene con cui giocavano da bambini e per un attimo gli sembrò di sentire le urla di gioia di ognuno di loro, felici con solo un pallone e la compagnia dei fratelli. Fece un respiro profondo ed entrò in casa. Fratello e sorella si erano accordati di incontrarsi nei giorni in cui Robert, suo padre, non era in casa. Questo avveniva quasi sempre, ma non si era mai sicuri al cento per cento. Alec aveva l'impressione che trovasse ogni scusa per non tornarci e non poteva certo biasimarlo dopo tutto quello che era successo. Si era raccomandato di non pensarci prima di venire, quindi per strappare subito il cerotto decise di entrare. Trovò Isabelle sdraiata a giocare alla PlayStation con il suo fidanzato Simon davanti alla tv del salone. Non era sicuro di aver capito come e dove avesse trovato quel soggetto. Non che avesse fatto qualcosa di male, ma erano talmente diversi che sembrava inverosimile solo il fatto che lei gli avesse rivolto lo sguardo. Eppure erano tutti e due schifosamente innamorati, come Jace e Clary. Era circondato. Appena lo vide, Simon, si alzò e farfugliò qualcosa come :"Devo andare, scusatemi." Ovviamente non senza aver prima dato un bacio contenuto a Izzy. Figuriamoci, se non ci fosse stato Alec in quella stanza non si sarebbe limitato solo al bacio. Deciso a sorvolare un eventuale comportamento indecoroso da parte di entrambi, si sedette sulla poltrona dietro a Isabelle cercando di non guardarsi troppo attorno. I ricordi che per tanto tempo aveva desiderato rivivere e al tempo stesso cancellare, stavano iniziando a ritornargli in mente. Si chiese come facesse Isabelle a vivere ancora lì. Forse aveva trovato nei ricordi un suo equilibrio, una casa di immagini che le ricordava che anche la sua famiglia aveva avuto dei momenti di serenità. Lui non avrebbe resistito un'ora lì dentro. Già in dieci minuti che era entrato il suo corpo e la sua mente si stavano mettendo sulla difensiva isolandosi da quella casa che da un po' di tempo non sentiva più sua.
"Vedo che con Tison sta andando bene" Chiese Alec per rompere quel silenzio ingombrante.
Izzy si voltò e lo guardò con un sorriso raggiante."Io e Simon siamo affiatati, come al solito. Te come va con Mark?"
Isabelle era curiosa di natura, e ovviamente non aveva neanche tentato di non assecondare la sua tendenza nel fare domande a cui Alec non voleva rispondere.
"E adesso chi sarebbe Mark?" Domandò Alec spazientito"Perchè continuate a nominarmi persone di cui non ricordo? Lo sapete che ho la memoria corta! Insensibili."
Isabelle lo guardò sconvolta. Eppure dopo anni di affettuosa fratellanza alternata con odio fraterno, doveva ricordarsi che Alec non era in grado di associare un nome alla faccia neanche per sbaglio."Come chi è ? È il tizio con cui ti sentivi una settimana fa! Come fai ad averlo già dimenticato?".
"Non penso che siano affari tuoi. E poi ti ricordo che non eri diversa da me prima che ti mettessi con Simon"
Alec ancora non si capacitava del fatto che la persona più simile a lui al mondo, l'unica della famiglia che riusciva veramente a capirlo, avesse costruito un rapporto così solido con un ragazzo totalmente diverso da lei. Lei che era più tosta di lui e Jace messi insieme , aveva trovato l'amore in un ragazzo lontano da tutti quelli che aveva conosciuto. Sapeva che era stupido, ma si sentiva tradito perchè entrambi avevano sofferto allo stesso modo, si erano supportati a vicenda nei momenti più bui, ed era come se lei adesso lo stesse lasciando indietro in balia del suo destino.
"Sì, Alec. Dopo aver incontrato Simon, ho capito che non potevo continuare a vivere così dopo quello che ci è successo. Non potevo continuare a pensare che la vita non potesse andare avanti, o che non offrisse delle opportunità per essere felici. Vorrei che voltassi pagina anche te come ho fatto io"
Alec leggeva nei suoi occhi che credeva veramente a quello che diceva. Peccato che per lui non era così. Quello che aveva passato lui, la sorella non lo poteva lontanamente immaginare.
"Se fossi in grado di dimenticare, potrei anche voltare pagina un giorno, Izzy. Però non posso cancellare dalla mia mente l'immagine di mio padre che mi caccia di casa come se fossi un criminale. Non posso dimenticare neanche quello che è successo dopo"
Gli occhi di Alec stavano iniziando a bruciare, ma ancora aveva il controllo della sua voce nonostante l'ultima parola gli fosse uscita strozzata.
"Alec, il fatto che papà ti abbia cacciato di casa non vuol dire che tu non possa trovare qualcuno...."
"Con cui condividere la mia vita? È questo che stavi per dire?" La interruppe Alec brusco. "Mi dispiace, Izzy. Il matrimonio del nostri genitori è l'ennesima prova che l'amore svanisce anche dopo anni. Sempre se si siano mai amati. Neanche l'affetto che un padre prova per un figlio dura. Neanche la vita in sé dura...." Gli si incrinò la voce, ma lo sapeva che sarebbe stata una questione di tempo prima che cedesse alle sue debolezze. Non poteva sopportare oltre. Non poteva rimanere un attimo di più in quella casa. Si diresse verso l'uscita quasi correndo e con il fiato corto. Il cuore gli andava a mille, come se avesse corso una maratona. Quando aveva telefonato a Isabelle quella mattina per ritrovarsi in quella casa, aveva avuto l'impressione che dovesse superare una corsa a ostacoli in cui sapeva che sarebbe arrivato alla fine mancante di qualcosa. In quella casa tutto ciò che voleva gli altri vedessero ,la sua sfacciataggine, la voglia di scherzare su qualsiasi cosa, ma anche l'abilità nel suo lavoro, svaniva per dare posto alla tristezza e alla depressione più totale. Nonostante il suo stato di torpore, sentì sua sorella urlare." Alec, mi dispiace."
Alec sapeva che era sincera. Come lui, Isabelle era orgogliosa e non si sarebbe scusata se non avesse avuto la necessità di farlo. Tuttavia, non ne aveva motivo, quindi Alec si fermò davanti la porta cercando di recuperare almeno in parte il contegno con cui era entrato.
"Tranquilla Izzy. Non ce l'ho con te. A stasera."
Forse era veramente arrabbiato con lei, ma non aveva le forze per scoprirlo. Non aveva nessuna voglia di andare alla festa, ma doveva visto che l'organizzatore era lui. Uscì dalla casa il più fretta possibile e una lacrima iniziò a scendergli lungo la guancia, ma non si fermò fino a che non uscì dalla casa dei suoi genitori per entrare in macchina. Voleva solamente piangere senza nessuno attorno, senza nessuno a confortarlo e a dirgli che tutto sarebbe andato bene, che non c'era niente di cui preoccuparsi. Versò tutte le lacrime che in quei mesi non era riuscito a tirar fuori, nella speranza che lo svuotassero per un po'. Non pensò che fosse una liberazione. Era solo un attimo dedicato a se stesso e al suo dolore.

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Mondi Paralleli
FanfictionFAN FICTION ISPIRATA ALL'EPISODIO 1x10 DELLA SERIE TV SHADOWHUNTERS Un altro giorno della lunga vita di Magnus è passato, non senza la speranza di quest'ultimo di un cambiamento che lo sorprendi. In contemporanea, Alec ha provato per l'ennesima vo...