Jace stava guardando le stelle dal balcone di casa. Non riusciva a dormire, così aveva deciso di non svegliare Clary e respirare un po' d'aria fresca. Aveva un pacchetto appoggiato al ventre che gli era arrivato quella mattina. Gli era parso strano, visto che non ricordava di aver fatto un'ordinazione da internet ultimamente. Lo stava giusto per aprire quando vide Clary uscire dalla camera da letto. Indossava una vestaglia verde che si era portata per la notte e con i piedi scalzi non emetteva nessun rumore. Si affacciò per raggiungerlo in balcone e Jace non potè non ammirarla sotto la luce delle stelle. Clary era quel tipo di persona che quando si incontra era difficile dimenticare. E per lui sarebbe stato impossibile. La trovava sempre bellissima e il colore verde della vestaglia combaciava perfettamente al colore dei suoi occhi, che avevano delle tonalità tra lo smeraldo e il castano. Prese posto sulla sedia di fronte a lui. Aveva lo sguardo vigile. Sapeva che qualche cosa lo turbava e dalla sua espressione Jace capì che sapeva a cosa stesse pensando in quel momento.
"Non riesci a dormire."
Dal tono di voce non era preoccupata, constatava l'ovvio.
"Neanche tu."
Il viso di Clary si fece prudente, come se dovesse stare attenta ad ogni singola mossa che faceva.
"Non abbiamo mai parlato di quello che è successo alla festa dell'Istituto."
"Non c'è niente di cui parlare"
"Tu sai bene quanto me che è successo qualcosa di strano. Io non ero a quella festa e non so per quale motivo sono capitata lì. Anche te non sai come sei arrivato nelle cripte dell'Istituto."
Il tono della sua voce era basso, come se quello fosse un segreto che custodissero solo loro due.
"Clary, abbiamo bevuto, io sono caduto e ho sbattuto la testa."
Jace si ripeteva in testa quella frase da quando si era risvegliato. Appena tentava di ripensare ai dettagli di quella sera la mente gli ripeteva quelle parole ma non ne aveva nessun ricordo. Nessuna immagine di lui che beve, che si separa da Clary, che raggiunge le cripte dell'Istituto. Niente.
"Ma non vedi che continui a ripetere le stesse cose? Sembri una macchina!"
"Che cosa vuoi che ti dica Clary? Che qualcuno mi ha fatto il lavaggio del cervello?"
Non voleva alzare la voce ma la testardaggine di Clary lo metteva a dura prova.
"Non dico questo Jace. Però devi ammettere che è strano. Scommetto che anche tu come me non hai un ricordo che provi quello che mi hai appena detto."
Jace si passò la mano davanti la faccia.
"Non lo so, Clary. So solo che appena cerco di capirci qualcosa mi viene un mal di testa tremendo. Come quello che ho adesso."
"Non hai qualcosa che te lo faccia passare?"
Jace indicò il bagno.
"Nel primo cassetto ci sono delle capsule verdi."
Clary si alzò e subito ritornò con un pacchetto in mano. Passò una capsula a Jace mentre guardava la scatola dei medicinali.
"Dove li avete presi questi?"
Jace deglutì la capsula con un po' d'acqua.
"È un regalo da parte di Magnus per Alec."
Clary aveva un'espressione interrogativa.
"E chi è Magnus? Sembra quello lì dello spot pubblicitario."
Jace le raccontò di come si fossero conosciuti Alec e Magnus e di come si fosse evoluto il loro rapporto.
"Ecco perchè sono giorni che Alec non rientra più a casa vostra"
"A quanto pare ha trovato qualcuno che abbia la forza necessaria di sopportarlo come faccio io da anni"
"A me sembra più che lui sia abbastanza forte da sopportare te"
Clary rise e per Jace fu il suono più dolce del mondo. Lei indicò il pacchetto che aveva poggiato alla pancia con una faccia contrariata.
"Non mi dire che hai ordinato un altro dei tuoi sassi."
Jace sbuffò e sprofondò ancora di più nella sedia.
"È un minerale. E sinceramente non ricordo nemmeno di averlo ordinato."
Clary scrollò le spalle.
"Apri, così vediamo se è vera."
Jace la guardò male.
"Tutte quelle che colleziono sono vere."
Detto ciò, iniziò ad aprire la scatola. Quel minerale doveva essere molto fragile perchè era ricoperta da mille cartacce e scatole. Quando finalmente riuscì a prendere in mano la pietra notò subito che aveva uno strano segno sulla superficie. Sembrava quasi una lettera antica, come quelle che si vedono sulle tele. A vederlo così sembrava un pezzo di carbone ma era meno ruvido e sembrava lavorato a mano. Passò un dito su quel strano simbolo, come se lo dovesse memorizzare nella propria testa. Si sentì mancare la terra sotto i piedi. Riuscì solo a visualizzare il disegno che aveva appena tracciato sulla pietra illuminarsi mentre perdeva conoscenza.

STAI LEGGENDO
Mondi Paralleli
FanfictionFAN FICTION ISPIRATA ALL'EPISODIO 1x10 DELLA SERIE TV SHADOWHUNTERS Un altro giorno della lunga vita di Magnus è passato, non senza la speranza di quest'ultimo di un cambiamento che lo sorprendi. In contemporanea, Alec ha provato per l'ennesima vo...