Jace

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Jace si risvegliò sulla poltrona in cui si trovava l'attimo prima di svenire. Si guardò intorno e vide Clary davanti a lui addormentata nella sua stessa posizione. Si sentiva come quando alla festa dell'istituto era svenuto cadendo dalle scale. Ripensando a quel ricordo percepiva qualcosa di sbagliato, come se la sua mente avesse creato un dejavu che non lui stesso non ricordava. L'ondata di luce che aveva visto prima di svenire gli aveva fatto bollire il cervello come se la sua fronte fosse marchiata a fuoco da quel strano simbolo tracciato sulla pietra. Era ancora notte e in compenso le stelle erano coperte dalle nuvole. Però jace vide comunque un bagliore che gli infastidiva gli occhi. Abbassò lo sguardo e vide la strana pietra sul suo ventre illuminata da uno strano chiarore. Era un bianco accecante che non avresti mai voluto vedere appena sveglio. Jace ebbe paura di toccare di nuovo quella pietra. La fece scivolare per farla cadere terra. Fortunatamente dopo il tonfo iniziale non esplose e non emanò scintille, però il rumore della caduta svegliò Clary che era ancora addormentata. Appena aperti gli occhi si guardò intorno confusa, poi rivolse lo sguardo a Jace.
"Che cosa è successo?"
Il suoi occhi passarono da Jace alla pietra buttata sul pavimento.
"Perchè si è illuminata solamente adesso? Prima che ci addormentassimo aveva un aspetto normale..."
"Forse si accende se la tocchi"
Clary lo fissò sospettosa.
"Si è illuminata solamente al tuo tocco. L' avevo toccata io prima di te"
Jace la guardò preoccupato.
"Come ti senti ora?"
Clary scosse la testa.
"Sto abbastanza bene. A parte la testa che sembra essere uscita da un forno"
Jace riposò lo sguardo sulla pietra.
"Pensi che sia via della pietra. Chissà come si spegne."
tra vari tentativi Clary riuscì ad alzarsi e a chinarsi per analizzare la pietra da vicino. Jace non fece in tempo a fermarla che Clary allungò la mano per raccoglierla. Tra le sue mani il bagliore si affievolì spegnendosi man a mano tra le sue dita. Jace sentì il respiro abbassarsi e alzarsi sul petto ma non riusciva a capire se il suo cuore stesse battendo con la stessa foga. Clary si girò con lo stupore sul volto, però non sembrava sconvolta quanto lui.
"Clary sei impazzita? Dopo quello che abbiamo appena passato potevi svenire di nuovo! O peggio, poteva esploderti il cervello!"
Non si rese neanche conto che si era catapultato tra le sue braccia, avvolgendola in un goffo abbraccio.
"Mi dispiace Jace. Non so come ma ho sentito come se questa piccola pietra non potesse farmi del male."
Jace la guardava inebetito. Fino a delle ore prima considerava quella pietra come una delle sue innumerevoli collezioni inutili. Adesso ne parlava come se fosse una piccola bambina indifesa.
"Certo...mi sembra innocua. anche se poche fa rischiava di arrostirci la mente. Oltre questo sì, mi sembra anche di piacevole compagnia. Come la vogliamo chiamare?"
Clary sembrava veramente rifletterci su quella domanda.
"Una sola parola mi viene in mente in questo momento e mi sembra completamente priva di significato. Stregaluce. Questa pietra si chiama Stregaluce."
Jace si sentiva sconvolto. Era sicuro che non esistesse un minerale chiamato Stregaluce nel suo libro. D'altronde non aveva neanche visto un minerale che si illuminasse al tatto. E anche se fosse dubitava che fossero reperibili su internet.
"Ok. Facciamo finta che tutto questo sia vagamente normale. Che cosa facciamo adesso con la nostra piccola stregaluce?"
Clary sembrò rifletterci su.
"Qualcosa mi dice che la dobbiamo mettere al sicuro e non farla vedere a nessuno."
"Quel "qualcosa" è la stessa che ti ha suggerito il nome della pietra?"
Clary aveva una luce strana negli occhi, diversa dalla Clary di poche ore prima.
"Sento una voce nella mia testa, però sono sicura che non è malvagia. È come se stesse cercando di guidarmi."
Ad un tratto Clary prese la mano di Jace e fu come se il mondo lo avesse inghiottito nel vuoto cosmico. Nella sua testa passavano delle immagini sfocate, ricordi di un passato lontano che non aveva mai vissuto e che non avrebbe mai sognato di vivere. Vedeva in una frazione di secondo lupi, creature assetate di sangue, stregoni, fate e dei uomini in nero che combattevano. Nessuno di loro aveva un volto definito e Jace non sapeva dire se la guerra fosse tra questi uomini e le altre creature. Le figure in nero erano dei veri e propri guerrieri e Jace si immaginava come uno di loro. Fiero di essere quello che era e rabbrividito da tutto ciò che rappresentava il male nel mondo, combatteva per difendere la propria dimensione. Fino a quando una figura imponente si erse davanti a lui. Jace era sicuro che nessuna figura divina fosse così piena di luce. Le sue ali si distendevano per parecchi metri e sembravano potenti come le ali di un falco e leggere come le ali di una rondine. Fece a Jace una domanda in una lingua sconosciuta che non avrebbe capito se lì si fosse trovato il vero lui. Sentiva che la sua risposta a quella meravigliosa creatura avrebbe cambiato il destino dell'umanità. E così fu. La magia che aveva visto in quelle creature sparì per sempre da quel mondo. Si risentì teletrasportato al suo presente e l'unica cosa che gli impedì di cadere era la mano di Clary stretta alla sua. Il mondo intorno a lui sembrava non essere cambiato ma dalla faccia della ragazza dedusse che avevano avuto la stessa visione. Ed entrambi non l'avrebbero dimenticata facilmente.

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