Alec

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Alec si maledisse più volte per aver dimenticato l'impegno che aveva preso all'Istituto. Erano mesi che stava organizzando quella mostra e non poteva crederci che se ne stesse veramente dimenticando. In quel momento era seduto sul sedile anteriore della macchina di Simon, che lo stava accompagnando a casa sua.
"Grazie mille per il passaggio Simon. Senza di te e Izzy non sarei neanche stato lontanamente presentabile per questa maledetta mostra."
Alec pregò in cuor suo che avesse azzeccato il nome del ragazzo di sua sorella. Dopo tutti i favori che gli aveva fatto almeno quello glielo doveva. Dal sorriso che gli rivolse dedusse che non si era sbagliato.
"Di nulla, anzi non facevo una colazione decente da mesi. Sai com'è tua sorella in cucina... Magnus ha cucinato delle uova strepitose. Dovrebbe dare la ricetta ad Isabelle."
Ad Alec scappò una risata mentre pensava a sua sorella davanti ai fornelli.
"Altro che ricetta. Ci vorrebbe un cuoco stellato per far cucinare qualcosa di buono a Isabelle."
Anche Simon si mise a ridere ma il momento durò poco. Lanciò ad Alec uno sguardo d'ammonimento.
"Non una parola con Izzy di tutto ciò."
Intanto la macchina era arrivata sotto casa di Alec.
"Tranquillo cognato. A presto."
Simon lo guardò meravigliato e Alec vide dal finestrino un sorriso a trentadue denti mentre faceva ripartire la macchina. Volò subito a casa e incrociò Jace sulla porta che gli sorrideva malevolo.
"Beh? Ti sei ricordato di avere una casa? Questo "appuntamento" è durato un weekend intero."
Alec non lo ascoltò nemmeno. Mancavano precisamente 10 minuti all'incontro per l'apertura della mostra e non aveva idea di dove si trovassero i documenti.
"Scusami tanto se non ti ho avvisato ma dovremmo parlarne più tardi di questo. Devo stare all'Istituto tra 10 minuti e devo ancora cercare dei documenti urgenti per..."
Jace fece comparire tra le sue mani una cartella.
"È tutto qui dentro. Tutto rigorosamente controllato da Isabelle."
Alec era incredulo e anche un po' commosso. I suoi amici avevano fatto in modo che arrivasse all'appuntamento puntuale e preparato.
"A volte non so se odiarvi o amarvi. Oggi vi adoro."
Detto questo abbracciò il fratello, che non ebbe il tempo di restituire l'abbraccio perchè Alec era già diretto in cucina.
"Visto che mi avete fatto risparmiare tempo vado a prendermi qualcosa da mettere sotto i denti per dopo."
"Sul tavolo c'è una busta di dolci arrivata da un bar chiamato "midnight Sun". L'ho trovata dei minuti fa fuori dalla porta."
Alec alzò un sopracciglio. Il nome del locale non gli era nuovo.
"È il bar da dove Magnus prende i cornetti la mattina. Perchè avrebbero dovuto mandarmi qualcosa?"
Jace alzò le spalle ma Alec capì che  sapeva di più di quanto volesse far credere.
"Leggi il biglietto sopra, forse ti chiarirà le idee."
Alec si avvicinò al tavolo della cucina e prese la busta. C'era un biglietto attaccato alla sua estremità.
"Nel caso (sicuro) ti venisse fame. Magnus"
Un sorriso involontario nacque sul volto di Alec. Da quando era uscito da casa di Magnus stava cercando in tutti i modi di non pensarlo, ma la  mancanza già gli stava tappando lo stomaco. Stava messo proprio male. Intanto jace gli si avvicinò poggiando il braccio intorno alle sue spalle.
"No che non mi piaccia vederti fantasticare sul tuo uomo ma sarebbe ora di andare. In più ti vorrei chiedere se oggi posso avere casa tutta per me visto che ti sei ben piazzato, per così dire"
"Non mi sono ancora sposato Jace,e trovo commovente che per tre notti che dormo fuori sei già pronto a sbattermi fuori di casa."
"Non fare così il tragico. Hai un posto in cui dormire, anche se tecnicamente non ci dormi. Ma.."
Con la mano Alec fece come se dovesse scacciare un insetto dai paraggi.
"Ok, ok, mi tolgo dai piedi. Ciao"
Alec si diresse a piedi verso l'Istituto. Trovò l'atrio vuoto e quando accese il cellulare capì il perchè.
"Sto con il nostro ospite in un bar. Assicurati che tutto sia apposto. Ripeto, non ringraziarmi. Isabelle. P.S quando dico non ringraziarmi intendo che mi devi fare una statua"
Quello era uno dei vantaggi di avere la propria sorella a lavoro. Prima di seguire il suo consiglio si decise a scrivere a Magnus.
"Ti ringrazio tanto per i cornetti 🥐 sai benissimo che li mangerò appena potrò 😋. Ti volevo dire che il mio carissimo coinquilino mi ha sfrattato da casa mia oggi , quindi sei costretto appena dopo le sette ad accogliere un randagio. Fammi sapere se hai posto per lui."
Neanche il tempo di rimettere il cellulare in tasca che questo squillò.
"Non c'era neanche da chiederlo, d'altronde l'ho accolto per tre notti consecutive 🤗 e non me ne sono pentito.  Saprà ripagarmi come sa fare lui 😏😉"
Alec sperò con tutto se stesso che la giornata passasse in fretta. Intanto arrivò Isabelle con il loro cliente al seguito. Alec lo aveva già incontrato varie volte perchè era un amico stretto di sua madre. Dopo varii controlli della mostra per controllare che tutto filasse liscio, decisero di fare una pausa. Isabelle e Alec si sedettero nella vecchia stanza degli specchi tridimensionali dove avevano tenuto l'anniversario dell'Istituto. Erano passati pochi giorni solamente, ma erano riuscito a smantellare tutto e ad riorganizzare una mostra. Alec mangiava i cornetti che gli aveva lasciato Magnus chiedendosi cosa stesse facendo in quel momento. Probabilmente stava preparando qualche profumo o leggeva le carte a dei clienti. Verso le sette di sera avrebbero entrambi finito di lavorare. Magnus a letto gli aveva detto che dopo il tramonto non apriva le porte a nessuno e che Alec sarebbe stata l'unica eccezione. L'unico ad avere il privilegio di entrare a casa di Magnus Bane dopo il tramontare del sole era lui. Sorrise al pensiero ma Isabelle ruppe il silenzio.
"Dal modo in cui sorridi deduco che con Magnus vada tutto a gonfie vele."
"Perchè? Non lo sapevi? Non avevi mandato Simon apposta?"
"Non ho sentito Simon perchè ero troppo impegnata a farti guadagnare tempo, quindi gradirei un aggiornamento istantaneo."
Alec alzò gli occhi al cielo ma sua sorella aveva ragione. Dopo tutto quello che aveva fatto, trovò lecito almeno farle sapere come stava andando.
"Abbastanza bene direi. I cornetti me li ha mandati lui e questa sera ritorno a casa sua a dormire."
Dopo quel riassunto spiccio della situazione Isabelle esultava come un tifoso allo stadio.
"Dobbiamo assolutamente organizzare un'uscita tutti insieme, così lo conosceremo meglio! Poi dobbiamo... oddio....la mamma! Lo deve incontrare! Lei in tutto questo non sa ancora niente!"
Alec tentò di stroncare sul nascere quell'entusiasmo.
"Per favore, cerchiamo di posticipare l'uscita tutti insieme. Non è che vi abbia conosciuto nel migliore dei modi al parco. Poi il fatto che tu e Jace vi siate presentati sotto casa sua di mattina non ha certo aiutato..."
Isabelle scosse la testa.
"Non mi è apparso imbarazzato la prima volta che l'ho incontrato. Anzi mi ha fatto un bellissimo baciamano che vorrei imparasse anche Simon. È raro trovare uomini così galanti..."
"Si è trovato davanti a una decina di persone ficcanaso che lo fissavano neanche fosse un mutante. Chiunque si sarebbe sentito imbarazzato. E non dimenticare ciò che è successo dopo. Voglio andare per gradi, Izzy. Lui per me è importante."
Isabelle gli posò una mano sulla spalla guardandolo con affetto.
"Lo so che per te è importante però a mamma lo dovresti dire. Sai che è preoccupata per te e sarebbe contentissima di sapere come ti stai sentendo in questi giorni. Per l'uscita di gruppo vedremo cosa si può fare più avanti."
Alec annuì. Sapeva che Isabelle aveva ragione riguardo sua madre. Se qualcuno aveva il diritto di sapere come era migliorata la sua vita da quando era arrivato Magnus, quello era lei.
"Glielo dirò io di Magnus. Tu non anticiparle niente."
Isabelle gli sorrise con dolcezza. Alec notò che qualcosa in lei era cambiato.
"Il tuo sguardo dice già tutto. Magnus è riuscito a renderti finalmente più felice. I tuoi occhi emanano un bagliore che mi rasserena. Mamma ne sarà felice."
Era strano che una persona sola riuscisse a fare così tanto in così poco tempo. Magnus stava ricucendo una ferita che fino a quel momento si era rifiutata di rimarginare da sola. Era una cura che lo guariva dall'interno, e Alec sarebbe stato sempre più dipendente dai suoi effetti collaterali. Come il profumo di Magnus sulla sua pelle, che non contribuiva a colmare quel vuoto che sentiva in sua assenza.
"Mi sto innamorando.."
Pronunciò la frase a fior di labbra e fortunatamente Isabelle non lo sentì.

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