Magnus

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Mentre Alec si stava cambiando in bagno per andare all'Istituto, Magnus rispose a una chiamata senza neanche leggere il numero sulla schermata.
"Pronto?"
"Pronto?! Magnus, è la quattordicesima chiamata che ti faccio! Dove sei?"
Magnus cercò di allontanarsi subito in salone per non farsi sentire da Alec.
"Sono a casa e non mi dovresti chiamare, come ti ho detto non possiamo incontrarci oggi"
"Si può sapere perchè? Non si tratta di un appuntamento per leggere le carte, Magnus. Si tratta della mia sanità mentale!"
Magnus cercò di mantenere la calma, ma Clary non sembrava affatto tranquilla e questo non facilitava la situazione.
"Ancora voci?"
"Sì, e non si stanno zitte un attimo. E adesso si sono aggiunte anche le visioni mentre dormo. Non riesco nemmeno a pensare. Mi devi aiutare"
Magnus non poteva lasciarla in quello stato. Clary era disperata e si sentiva dal tono della voce. Nonostante urlasse quasi, non riusciva a capire quello che diceva perchè parlava troppo velocemente per via dell'agitazione. Per lei che era una mondana era difficile reggere questo tipo di stress.
"Biscottino, calmati, ascoltami e non disperare . Appena Alec esce di casa, ti mando un messaggio. Cerca di venire qui il più presto possibile."
Magnus aveva assunto un tono calmo e dolce per rassicurarla, ma questa storia non piaceva neanche a lui. Fare entrare Clary in casa con Alec che poteva entrare da un momento all'altro lo metteva in agitazione, però doveva capire che cosa stava succedendo. Lui che recuperava i suoi poteri, e Clary e Jace che scoprivano l'esistenza degli Shadowhunters non poteva essere una semplice coincidenza . Sentì la porta del bagno chiudersi e attaccò in fretta il telefono per salutare Alec. Non sopportava l'idea che dovesse uscire così presto per andare all'Istituto. Avrebbe voluto passare il weekend intero con lui e infischiarsene della magia, degli Shadowhunters e di tutto il mondo invisibile. Nonostante stesse benissimo con la camicia bianca e la giacca nera, ogni volta che li indossava il suo Alexander si allontanava da lui. Non sapeva per quale motivo, ma quel giorno Magnus si sentiva ancora più angosciato .
"Sei pronto?"
Senza neanche rendersene conto, le sue dita corsero subito sulla cravatta, che Alec non riusciva mai a fare bene. Ormai neanche la  allacciava più perchè sapeva che Magnus lo avrebbe sciolto per rifarlo come lo voleva lui. Era un'attenzione in più che lui gli dava da quando Alec era uscito in fretta e furia da casa sua per andare a lavoro, e a lui sembrava piacergli.
"Mi raccomando chiama quando ritorni."
La voce di Magnus era spenta e i movimenti delle dita erano frenetici. Alec prese le mani tra le sue e le baciò, trattenendole per un po' sul suo viso. Magnus sentì il naso di Alec inspirare il suo profumo.
"Anche tu mi mancherai, Magnus. Per quel poco tempo in cui non ci vedremo, mi mancherai."
Gli occhi marroni-grigi di Alec lo fissavano fermi e Magnus rimase in silenzio perchè Alec aveva già detto quello che lui stesso provava. Senza Alec vicino si sarebbe sentito perso nella sua stessa casa.  Senza lui nella sua vita Magnus sarebbe  rimasto senza un punto in cui sorreggersi o in cui guardare . Avrebbe cercato sempre i suoi occhi, il suo sguardo, i suoi gesti in un'altra persona, senza mai rimanere soddisfatto della sua ricerca perchè nessun altro poteva sostituirlo. Mentre Magnus vagava perso nei suoi pensieri sentì lo sguardo di Alec staccarsi dal suo e lo vide uscire dalla porta di casa. Magnus pensò che avrebbe dovuto dirgli qualcosa di importante prima che se ne andasse via.
"Ti amo, Alexander Lightwood. Forse un giorno riuscirò a dirtelo."

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