Magnus

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Magnus stava aspettando Alec da mezz'ora circa. Gli aveva lasciato i vestiti appesi alla maniglia della porta del bagno con la magia perchè aveva paura di ritrovarlo ancora con il suo accappatoio addosso. Non andava bene che fosse entusiasmato dal fatto che avesse qualcosa di suo addosso. Nè che fosse euforico perchè indossava solo quello in casa sua. Sperava che Alec avesse il buon senso di presentarsi in quel momento completamente vestito perchè per quel giorno aveva visto fin troppo. Finalmente la porta del bagno si aprì con Alec che uscì con i capelli un po' bagnaticci. Magnus non ne poteva più. Quando sarebbe finito quello strazio? Alec sembrava uno di quei protagonisti hollywoodiani uscito da sotto una pioggia finta che, invece di rovinargli il trucco o anche solamente il taglio di capelli, magicamente lo rendeva più attraente. Era irritato per quella continua perfezione che lo avrebbe portato al manicomio.
"Alexander Lightwood! Ti pare normale metterci 30 minuti per fare una doccia per poi uscire con i capelli completamente bagnati? Ti sto aspettando qui da anni."
Alec sorrise.
"In effetti sembri un po' invecchiato..."
Magnus scacciò qualcosa nell'aria con la mano.
"Alexander bada. Dimmi quello che mi devi dire. Sono tutto orecchi."
Il sorriso scomparve dagli occhi di Alec.
"Più o meno ti ho detto tutto un attimo prima che svenissi. Mi dispiace per tutto quello che ho detto ieri quando eravamo al parco. Ero troppo arrabbiato con Micheal per come si era permesso di mettere bocca sulla mia vita privata e anche perchè nel tuo sguardo avevo letto la delusione per il mio comportamento. Non ho più intenzione di andare a letto con nessuno solamente per non pensare al casino della mia vita. Te lo giuro."
Tutto arrivò alle orecchie di Magnus come una cascata su un fiume.
"Alec non sono un mio problema i ragazzi con cui hai dormito insieme. Te l'ho già detto."
"Lo so. Non ti sei mai interessato a me in quel modo, e francamente non riesco a capire cosa tu possa aver trovato in me anche solo per avvicinarti, perchè sei una persona pura e io non ti merito. Ci sei rimasto male per come ho trattato Micheal e molti altri ragazzi, ma lo stesso non mi hai puntato il dito contro perchè avevi capito subito che dietro alla mia tremenda ironia c'era qualcos'altro. Un giorno proverò a raccontarti..."
"Ale, io sono qui se hai bisogno di sfogarti ma devi sapere che non potrò stare insieme a te come vorresti..."
"E come vorrei io." Pensò Magnus, ma non lo disse per non rendere tutto più difficile.
Alec sgranò gli occhi che in quel momento erano grigi come l'umore di Magnus.
"Perchè no?"
Magnus tentò di controllarsi ma gli era difficile mentire ad Alec.
"Potrebbe venire un giorno in cui mi chiameranno dall'altra parte del mondo per offrirmi un lavoro più stabile. Ho sempre sognato fare degli spettacoli di magia ed essere un artista. Adesso che ho fatto il mio spot e sto diventando mano a mano più famoso penso che potrò riuscirci. Non me la sento di iniziare una relazione e mi sento in colpa per non avertelo detto prima. Mi dispiace"
Alec si irrigidì guardando il suo solito punto fisso davanti a lui.
"Ah capisco."
"Vorrei esserci per tutte le volte che ne avrai bisogno e non sempre sarà possibile purtroppo."
Magnus soffriva per le bugie che gli stava raccontando, ma non aveva alternativa. Alec si meritava almeno una risposta, anche se falsa. Lo avrebbe accettato più facilmente e avrebbe cercato la felicità altrove, per quanto lontana da Magnus fosse. Se gli avesse detto la verità su di lui e la sua vera natura lo avrebbe messo in pericolo.
"No, tranquillo. Va tutto bene. Forse è il caso che io me ne vada."
Fece per alzarsi ma Magnus gli bloccò il polso.
"Non è il caso di fare niente. Resti qui fino a stasera se è necessario. Non puoi uscire ancora con questo caldo."
Alec si risedette e incrociò le braccia.
"Che cosa vuoi che faccia Magnus? Che ti dia la mia benedizione? Avrei accettato di tutto pur di averti accanto a me. Anche di rimanere solamente amici. Poi arrivo qui e mi dici che te ne andrai e che non potrai rimanere con me, quando poche ore fa avevi detto che ti saresti accertato della mia felicità sempre. Mi dici cosa devo pensare?"
Le lacrime attraversavano le guance di Alec come le gocce di pioggia sui vetri della macchina: lente e tremolanti.
"Ho sbagliato tutto Alec. Spero che tu un giorno possa perdonarmi. Non avrei mai voluto farti soffrire, lo giuro sulla mia vita."
Magnus avrebbe voluto tanto abbracciarlo ma si sarebbe sentito un verme se l'avesse fatto. Infatti fu Alec a sorprenderlo. Si alzò dalla sedia e si chinò su di lui, avvolgendolo tra le sue braccia.
"Ti prego, non sulla tua vita. Non giurare più sulla tua vita."
Magnus era scombussolato. Alec gli aveva sussurrato quelle parole con voce tremante e supplicandolo quasi.
"Alexander"
Gli veniva in mente solo questo da dire. Magnus restituì l'abbraccio, perchè anche lui in fondo ne aveva bisogno.
"Ti prego Alexander.... ti prego Alexander, non piangere così per me. Non lo sopporto."
Si sentiva uno schifo, ma sapeva che solo così Alec avrebbe ceduto. E forse anche Magnus.

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