Alec

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"Ho sentito bene? Quindi continueremo a vederci?"

Alec temeva di aver perso le speranze. Sentì crescere dentro di lui un sentimento di piacere e si ritrovò a sorridere. Di nuovo. Quante volte lo aveva fatto in quella giornata? E il bello era che gli veniva spontaneo in presenza di Magnus. Nei momenti dopo i suoi attacchi di depressione ,come quello che gli era venuto a casa dei suoi genitori, cercava di sembrare allegro per non preoccupare la sua famiglia e i suoi amici. Invece nel breve arco di tempo trascorso con Magnus non aveva pensato ai drammi della sua vita. Quando stava con gli altri suoi "ex" tutte le sue sofferenze se le sentiva addosso come il freddo durante l'inverno nonostante i venti strati di lana.

"Perchè no? Io oggi mi sono divertito. Poi voglio vedere se le mie medicine faranno effetto sui tuoi mal di testa"

Alec sbuffò. Non riusciva a capire a che gioco stesse giocando Magnus. Non gli stava lasciando nessun indizio per fargli capire se fosse realmente interessato a lui. Ribadì tra sè e sè quello che aveva detto al loro primo incontro: Magnus sarebbe stato una sfida difficile, anche per lui che era abituato ad avere tutto e subito. Fortunatamente a lui piacevano le sfide. E aveva pazienza.

"Per accertarti dei miei miglioramenti ti lascio il mio numero di cellulare."

"E stai tranquillo che ti aggiornerò tutti i giorni" pensò tra sè.

"Benissimo. Così mi dirai quando saranno finite le tue scorte e te ne manderò altre."

Alec roteò gli occhi.

"Sì, sicuro per quello ti scriverò Magnus"

Gli uscì un suono strano dalla bocca prodotto dal tentativo di trattenere la risata. Erano lì da circa un'ora e Magnus non gli aveva praticamente rivelato nulla di sè. Come faceva a fargli capire che, al contrario di ciò che pensava lui, lo trovava un argomento interessante?

" Sei sempre così criptico?"

Magnus alzò lo sguardo, serio.

"No, non direi criptico. Schivo."

Il suo sguardo era sincero come pochi ne aveva visti. Anche se la voglia di conoscerlo era tanta, capì che ci sarebbe voluto un po' prima che si aprisse totalmente a lui. Decise che aveva tutto il tempo e stranamente la cosa non lo infastidiva. Per l'ennesima volta sorrise.

"Andiamo a pagare il conto. La prossima volta che usciamo ti porto in un posto dove cucinano da Dio. Offrirò tutto io."

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