Magnus

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Magnus si sentiva uno stupido. Come gli era passato per la testa di dire quelle cose ad Alec? Dal loro primo incontro pensava che il suo sorriso fosse accecante, ma non gli era mai passato per la testa di dirglielo in faccia in maniera così sfacciata. E non voleva neanche pensare al commento sul suo profumo. Da pazzi psicopatici. Alec era sembrato quasi compiaciuto da tutti quei complimenti, tanto da proporgli addirittura di passeggiare per Central Park. Magnus riteneva scontato che ad Alec queste cose non preoccupavano perchè probabilmente un sacco di ragazzi gliele dicevano. Con la  sua bellezza a tratti tormentata e con quel sorriso avrebbe conquistato chiunque, e Magnus non aveva ancora realizzato che uno come Alec potesse provare un minimo di attrazione per un vecchio indovino. Probabilmente si sarebbe stancato presto vedendolo così indeciso e goffo. E Magnus non poteva dire che la cosa lo facesse rimanere indifferente. Anzi temeva il giorno in cui Alec,scusandosi, gli avrebbe detto in maniera molto gentile che non gli interessava più uscire con lui. Ogni volta che ci pensava sentiva un buco in mezzo allo stomaco. Non sapeva da cosa era dovuta questa ansia di non averlo più nella sua vita. Forse perchè era da tanto che non sentiva questo istinto di protezione nei confronti di una persona? Apparentemente Alec poteva sembrare duro e impertinente, ma era evidente che fosse gentile come pochi al mondo. Magnus aveva anche riacquistato i poteri, ma con Alec vicino si sentiva più umano di quanto sia mai stato in quegli anni. Forse era per questo che non voleva che tutto finisse. Arrivarono a Central Park, e imboccarono uno dei sentieri più larghi. La differenza tra la New York caotica e quella più rasserenante di trenta minuti prima si poteva quasi toccare. Di sicuro si percepiva dall'aria, che era più viziata, e dal rumore dei motori delle macchine. In compenso non c'era tanta gente in giro. Il pienone doveva esserci stato quella mattina e Magnus lo capì dalle cartacce che stavano per terra. Tutto ciò era strano, dato che i Newyokesi trattavano Central Park come gli ambientalisti trattano la barriera corallina. Alec si piegò per raccoglierne alcune.
"Odio la gente che butta le buste per terra. Imporrei almeno tre anni di scout ad ognuno di loro"
Magnus tirò su le sopracciglia per lo stupore.
"Facevi scout?"
"Sì. Un incubo. Però lì almeno ti insegnano a vivere civilmente."
"Certo. Eri per caso un lupetto? o forse eri uno scoiattolo? Ti ci vedo."
"Un castoro se non ti dispiace"
Magnus soffocò un sorriso.
"Tra quanto arriviamo?"
Alec si portò una mano sopra gli occhi per vedere meglio alla luce del sole. Indicò un camion dei gelati con Intorno dei posti a sedere con dei tavolini.
Alec e Magnus si misero in fila per il gelato quando sentirono delle voci chiamare alec da dietro. Alec, sconvolto e con gli occhi sbarrati dal terrore, si girò. Una ragazza mora sui 20 anni lo stava salutando. Somigliava molto ad Alec così Magnus dedusse che fosse sua sorella. Accanto a lei c'era Jace il biondo, e un altro biondo, che non era Jace. La cosa inquietante è che si alzarono dal posto in cui erano seduti tutti venendo incontro ad Alec. Quest'ultimo non sapeva se far finta di non conoscerli o svignarsela di corsa. Peccato che in meno di tre secondi fossero tutti lì a guardare Magnus incuriositi. La mora aveva addirittura la bocca aperta per lo stupore. Fu lei la prima a parlare.
"Complimenti Alec per la scelta. È super carino. Certo sarebbe stato bello dire alla tua sorellina che adesso frequenti Magnus Bane, così avrei evitato di pagare la lettura delle carte a prezzo pieno."
Alec era esasperato.
"Ma andate tutti da lui a farvi leggere le carte? Non conoscete nessun altro?"
"Non uno così affascinante. Comunque piacere, sono Isabelle."
Gli porse la mano. Magnus la portò alle labbra mettendo in mostra un baciamano di tutto rispetto. Essere nato centinaia di anni fa aveva i suoi vantaggi. Infatti Isabelle ne era lusingata.
"Che eleganza innata!"
Jace lo stava esaminando dall'alto in basso. Magnus sperava che l'incantesimo che gli aveva fatto tempo prima reggesse a quell'incontro ravvicinato. Dopo tutta la faccenda di Clary, Magnus si era augurato di non rivederlo più. Certo, dall'espressione Jace sembrava solamente preoccupato. Non aveva la faccia di uno che ricordava di averlo visto e da come l'aveva descritto Alec, e da quello che si ricordava Magnus, era un po' paranoico. A parte quella ispezione visiva la situazione era tranquilla. O almeno così Magnus pensava.

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