Alec

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Mentre si vestiva per il pranzo con Magnus, Alec ripensava a tutto ciò che era accaduto dopo il loro primo appuntamento. Non aveva resistito alla tentazione di scrivergli subito e si chiese da dove provenisse tutta questa ansia. Lui non era una persona ansiosa e non correva dietro a nessuno. Gli aveva chiesto conferma per l'appuntamento perchè aveva paura che Magnus avesse cambiato idea. Alec sperava di non essere sembrato asfissiante. Non era così e non voleva che Magnus lo pensasse. Certo anche lui non aveva aspettato a mandargli le sue medicine. Le aveva trovate sotto la porta dell'Istituto. Che cosa assurda regalargli dei medicinali. Era sicuro che lo aveva fatto per provocarlo ma decise di portarsele appresso così lo avrebbe preso in giro fino alla morte nel caso non avessero funzionato. E così avrebbe avuto una scusa per scrivergli. Intanto entrò Jace in mutande per fare la colazione delle 12.

"Non ci siamo visti ieri. Come è andato l'appuntamento? Sinceramente aspettavo di trovarmelo qui"

Alec ignorò il commento.

"È andato bene direi. Oggi usciamo di nuovo"

"E quanto ci metti a portarlo a casa?"

"Vuoi che lo porti a casa per fartelo conoscere? "

"Beh no... fare colazione con i tuoi ex non mi manca. Ma io e Micheal abbiamo scommesso sai. Io conto sul fatto che tu ci vada a letto entro la fine della settimana. Micheal dice che ti stuferai prima."

Alec lo guardò infastidito.

"Fai scommesse su chi mi porto a letto? È da deficienti perfino per te che già lo sei. E dì a Micheal di farsi i cazzi suoi, perchè se mi sono stufato di lui un motivo ci sarà."

Da Jace poteva accettarla una cosa del genere perchè era suo amico e lui per primo ci avrebbe scherzato sù. Ma anche se Micheal era andato a letto con lui non voleva dire che poteva mettere bocca sulla sua vita privata.

"Ehi bello tranquillo. Scherzavamo sul fatto che ti stufi di tutti un po' troppo facilmente. Perchè con lui dovrebbe essere diverso?"

Alec non sapeva perchè se l'era presa tanto. Non aveva ancora capito cosa provasse per Magnus. Era una cosa che andava oltre l'attrazione fisica. Aveva deciso di conoscerlo e di rispettare i suoi tempi, e francamente non sapeva neanche se sarebbe riuscito a baciarlo entro la fine del mese, sempre se avessero continuato la frequentazione. Ma ce l'avrebbe fatta a reggere così tanto? Era convinto di sì. Era testardo, e quando decideva di raggiungere l'obiettivo non si fermava. Si era deciso di aspettare e avrebbe aspettato. Non importava ciò che diceva .

"Solamente perchè mi stufo facilmente di voi due non vuol dire che mi stufo di tutti."

E uscì senza dargli il tempo di ribattere.

Aveva preso l'indirizzo di Magnus sul sito del suo spot pubblicitario. Non vedeva l'ora di incontrarlo. Era un po' nervoso a causa della conversazione con Jace. Fumare lo aiutava a calmarsi, però decise di non farlo perchè non avrebbe potuto respirare appieno il profumo di Magnus quando sarebbe entrato in macchina. Poi scommetteva che a lui non sarebbe piaciuto il fatto che fumasse perchè il fumo faceva male e bla bla bla. Lo stava appunto per chiamare quando sentì la portiera della macchina aprirsi. Proprio in quel momento un profumo inebriò le sue narici. Sorrise.

"Oh cavoli di questo passo la mia mascella rimarrà così per sempre, ma ne varrebbe la pena"

"Buongiorno Alexander"

Era sicuro che si sarebbe abituato a farsi chiamare così da Magnus.

"Buongiorno. Così è qui che vive il sommo indovino di Brooklyn?"

Fece una smorfia. A quanto pare aveva trovato il suo punto debole.

"Non dirmi che odi essere chiamato indovino."

"Sommo indovino. Lo odio"

Lo aveva detto in un modo così disgustato che Alec non proferì parola. Buttò un occhio sui suoi vestiti. Indossava una camicia a tinta unita di colore verde scuro e dei pantaloni cachi. La prima era a maniche corte e... Alec non aveva mai fatto caso alle braccia di Magnus. Ora che ci pensava lo aveva visto sempre coperto da una giacca o da un maglione, e non aveva avuto il piacere di constatare che le sue braccia fossero....atletiche. Atletiche per non usare linguaggi scurrili. Per non parlare dei pantaloni, che mettevano in risalto una parte del corpo alla quale Alec decise di non pensare se no durante la guida le sue mani sarebbero andate su altro. Se con "altro" intendesse il suo o quello di Magnus questo non lo sapeva.

Distolse lo sguardo da quel corpo meraviglioso e si decise a mettere in moto il motore. Se iniziava adesso a notare dei particolari "nascosti" non sarebbe arrivato alla fine dell'appuntamento vivo senza compromettersi. Doveva far uso di tutto il suo autocontrollo e Alec sperò di averne abbastanza. 

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